*Joseph* Capitolo 10

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Sono davvero stanco dei modi di Oliver. Io e Rose ci siamo presi un momento per noi, e quando siamo tornati mi ha guardato dall'alto in basso con quel solito sorriso vuoto. Sbracato appena sulla sua poltroncina, le gambe accavallate e un bicchiere di champagne in mano. Ha sempre la battuta pronta, e quando può mi lancia frecciatine al sarcasmo.
Io e Rose ci siamo seduti uno distante dall'altra, lei è accanto a Lara, e Oliver due sedie più in là la mangia con gli occhi, sbircia nello scollo a V dell'abito, lei mi guarda, io le chiedo una sigaretta che, guarda il caso sta appena girando, mi invita ad avvicinarmi per fumare insieme e colgo l'occasione per mettermi tra loro e coprire la visuale al bastardo. Rose mi porge una sigaretta mentre subito ne prepara in altra per se, la sedia accanto a me si sposta e Oliver si alza, i nostri sguardi si incrociano ancora ed è palese il fastidio che proviamo reciprocamente, e la chiama, chiama Rose mentre ancora guarda me, è come se mi stesse sfidando a strappargli quelle piccole quattro lettere dalla bocca una per una. Quando i loro sguardi si incontrano la invita all'interno della villa, per vedere una mostra fotografica allestita in una delle stanze del piano superiore.
Quando Rose si alza mi sorride, dolce, ed io vorrei impedirle di andarsene con questo stronzo, ma le ho anche detto che voglio che  lui le chieda scusa, e sarebbe da idioti interferire. Oliver le sfiora appena la schiena con la mano per invitarla a passargli davanti. Li guardo mentre  si allontanano.

La pacca che mi da Tom alle spalle mi fa letteralmente saltare, ride rumorosamente, "preoccupato?" chiede, e segue anche lui i due con lo sguardo, si siede e mi dà due schiaffetti sul ginocchio.
E ci penso bene alla risposta, credo davvero che Oliver possa essere un ostacolo per me? Rose l'ha invitato a casa, aveva voglia di passare del tempo con lui. Quindi la mia risposta è "si", Oliver è decisamente una minaccia, e "si" sono preoccupato.
E mi lascia da pensare come Rose non l'abbia preso di petto pretendendo che dicesse la verità, proprio lei che nel lavoro ci tiene tanto all'onestà e alla correttezza. Pensavo si battesse anche per se stessa, ma non fa altro che evitare il suo sguardo e non mi piace.
"Si Tom, sono preoccupato" dico tristemente, e tutte le certezze che Rose aveva instillato in me con le sue parole,meno di un ora fa, sono state distrutte, come carta sul fuoco da Tom, con la sua domanda. Guardo la sua chioma rossa sull'abito bianco rimpicciolirsi, al punto da sparire tra la folla. Sospiro.
Tom mi rassicura con altri due schiaffetti sul ginocchio "Credo tenga a te" mi dice " lo so indirettamente, perché so quanto Lara era preoccupata all'idea che stasera non vi parlaste, che vi ignoraste, avrebbe fatto i salti mortali pur di vedervi insieme" mi sorride "e se era preoccupata per Rose, è perché è consapevole di quanto lei tenga a te."

Tom è un ragazzone di poche parole, ma quando dice qualcosa lo fa al momento giusto e  con le parole giuste. Il primo anno in Accademia ero un tipo mingherlino, riservato, e a volte venivo preso di mira, avevo paura di Tom, era più grande di età, sempre molto alto e ben piazzato, non parlava mai ma guardava tutti con attenzione, la mattina era sempre poggiato sulla stessa colonna a fumare, avevo paura fosse un bullo, mi guardava sempre con quello sguardo profondo, credevo stesse escogitando un modo per uccidermi. Pensavo che anche lui prima o poi mi avrebbe fatto qualcosa. Destino volle che mi difese molte volte invece. Aveva e ha tutt'ora questa mania di fissare le persone, le osserva, le studia, ne carpisce l'essenza, questo è un suo splendido dono che all'epoca non potevo conoscere, e a ripensarci mi viene da ridere. Quando dopo poco ci siamo conosciuti nell'organizzazione di alcuni spettacoli ci siamo trovati. Andavamo d' accordo, parlavamo lo stretto indispensabile, e non c'era mai bisogno di aggiungere spiegazioni alle cose, perché ci capivamo al volo.
Con lui ho fumato la prima sigaretta, sulla sua spalla ho pianto per Linda.
Tom conosce tutti i miei fallimentari tentativi di approccio con le ragazze, e gli basta guardarmi in faccia per capire quanto tenga a quella maledetta Rossa.

Quando Rose e Oliver fanno ritorno lei si tiene più avanti rispetto a lui, e si dirige subito verso Lara, che invita in pista, poi mi guarda, mi sorride e si illumina.
Oliver si ferma poco distante da me, con le mani in tasca, lo sguardo rivolto alla pista e guarda Rose, ancora, in quel modo. Mi alzo e mi metto accanto a lui, incrocio le braccia al petto, "Ti piace quello che vedi?" Gli chiedo, e lui mi guarda con gli occhi vuoti, privi di espressione e fa "si" con la testa, portando in basso i lati della bocca con un espressione di approvazione. Mi dà fastidio ogni gesto che fa, sorride appena per tornare poi a guardarla come nulla fosse.
"Per essere un grande attore pensavo fossi più estroverso, dicono tutti tu sia tanto simpatico, alla mano.. " fa una piccola pausa, non dico nulla voglio solo capire dove vuole andare a parare "...a me non sembri l'anima della festa, mi sembri più uno..." Cerca la parola facendo schioccare le dita "spettatore.
Eccola la parola! Tu assistiti a ciò che accade attorno a te lasciandoti trasportare dagli eventi". Faccio un profondo respiro e lui incalza, non mi dà tregua, "c'è qualcosa che posso fare? Mi sembri un po' teso" aggiunge. Ed io faccio un altro respiro, ma sento i muscoli delle braccia irrigidirsi, e mantenere la calma si sta facendo impegnativo. "La tua attenzione ai dettagli mi sorprende." rispondo con freddezza, e Oliver ride, una risata finta e sterile, forzata, vengo invaso da un senso profondo di repulsione che sale dallo stomaco per attanagliarmi la gola. Il suo sguardo torna a Rose "Non le sai nascondere le emozioni," dice Oliver dopo qualche secondo, una voce cupa e derisoria, poi continua "dovresti cambiare lavoro" suggerisce e toglie la mano destra dalla tasca per darmi due colpetti sul petto con indice e medio, io faccio un passo indietro e lui ride "dovresti fare il sommelier!" Dice lentamente per poi quasi sussurrarmi " ti ci vedo ad assaggiare vino pregiato da splendidi calici, ma  sono vini che non puoi permetterti, di cui non sei all'altezza, e amico mio mi dispiace dirtelo" guarda in direzione di Rose e poi ancora verso di me "tu, non sei, all'altezza"

Mi passano davanti in un istante attimi con Rose alla casa al mare, la sua risata, le lenzuola sgualcite illuminate dai primi raggi di sole, il suo corpo nudo accanto al mio. Comprendo poi all'improvviso che Oliver nella  storia del vino e del calice ha accuratamente inserito un sottotesto, sta facendo riferimento al tatuaggio di Rose.
Vedo davanti a me la pelle pallida e lisci di Rose, le mie dita sul piccolo calice vuoto e la papera ubriaca, le mie battute idiote a riguardo, lei che ride divertita mentre piccoli brividi le increspano appena la pelle.

"Vuoi del vino?" Chiedo a Oliver, lui si volta "Offro io!" Aggiungo e gli do un pugno in faccia, dritto sul naso, con tutta la rabbia che ho lo colpisco forte, forse più di quanto mi aspettassi, e lui cade. Mi guarda come un idiota, la sua sorpresa dura solo un istante, perché poi inizia a ridere, e faccio fatica a trattenermi e non dargli il resto, ma nell'istante in cui torno lucido mi rendo conto di aver fatto davvero una cazzata, c'è qualcuno vicino a noi che ora guarda la scena, mi guardo attorno velocemente per controllare chi abbia il telefono in mano, e per un istante mi gira appena la testa e non mi sento a mio agio, "e se avessi compromesso la mia carriera per uno stronzo così?" Mi chiedo e sono pervaso da rabbia che cerco di controllare, Tom e accanto a me ora, non dice nulla ma mi ammonisce con lo sguardo, legge la tensione nei miei occhi e in ogni mio muscolo, e sa che non farò cazzate, ma è pronto a fermarmi se servisse, lo vedo dalla postura. La Rossa rimane nel mezzo un istante, non sa da chi andare e mi spezza il cuore, quando si sta per avvicinare la allontano, e lei si blocca, mentre in realtà vorrei che non mi ascoltasse e venisse da me.

"Con un referto medico potrebbe sporgere denuncia", penso, mentre cammino avanti e indietro accanto alla porta del pronto soccorso in cui si trova Oliver da qualche ora, è uno stronzo, ma non per questo spero stia male. "Ho mandato a puttane anni di duro lavoro" mi dico attanagliato dall'ansia, e considerando che questo tizio e fuori di testa, ha passato la serata ad istigarmi, a sminuirmi, ha cercato di indispettirmi usando Rose come espediente, ha coltivato il mio disprezzo per lui, per farmi esplodere, perché mai non dovrebbe anche denunciarmi?

Quando il cielo inizia appena a schiaristi finalmente Oliver esce, e quando è accanto a me si avvicina appena " sei stato un ragazzo cattivo stasera, chissà cosa ne pensa Rose?" Ed io vorrei solo dargli un altro cazzotto sul naso.

⚠️In Revisione⚠️ UN PIOVOSO AUTUNNO [Joseph Quinn *Parte 2*]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora