*Joseph* Capitolo 13

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Non ho voglia di prendere l'argomento, e tra l'altro so che mi spettano risposte vaghe come è già accaduto. "Quand'è che riparti?" Le chiedo così a bruciapelo, perché tra ieri e stamattina ho provato a prendere alla larga l'argomento ma Rose non vuole parlarne, cambia discorso.
Non ho voglia di mangiare, "spero tu non sparisca di nuovo" le dico guardandola negli occhi mentre è ovvio che sia in difficoltà. E mi infastidisco, credo sia lecito voler sapere se adesso vogliamo chiudere o divertirci o cos'altro, e quando sono infastidito dalle donne da cui sono attratto ho voglia di farci sesso, sfogare il sentimento in un atto carnale, decido di portarla a casa, ho bisogno di staccare un attimo e farmi passare questo nervosismo, dico a Rose che ho un impegno, e mentre in macchina torniamo a casa devo fermare l'istinto, così come quando la saluto prima che scenda dall'auto.

Quando riparto alzo il volume dello stereo e vado, girerò un po', Rose sta incasinando tutti i miei piani, avevo programmi con i miei e invece non riesco a non desiderarla e desiderare di passare il tempo con lei.
E che Oliver abbia ragione? Rose merita più di quanto possa darle, perché mentre le chiedo di non sparire non ho la certezza che io possa esserci per lei, in questo momento della mia carriera non potrei dedicarle il tempo che merita. Sospiro e alzo lo stereo, 'Road' dei Portishead invade dolcemente l'abitacolo, ha ripreso a piovere, mi fermerò a comprare un regalo per Rose, se dobbiamo mandare tutto affanculo voglio che abbia qualcosa di mio, poi tornerò a casa.

Ho appena cenato con la mia famiglia, sono più tranquillo, saluto tutti e vado da me per farmi una doccia, mi chiama Tom, mi prende un po' in giro, per halloween e perché quando sono con Rose faccio il figo dice, e sono ridicolo.
Entro mi tolgo le scarpe mi butto sul divano mentre rispondo a tono a Tom per poi accendermi una sigaretta, mi informa che vuole salutarmi perché partirà con Lara, starà qualche settimana da lei prima di riprendere gli allenamenti, poi mi chiede se abbia convinto io Rose ad accettare il lavoro a New York. Mi alzo lentamente a sedere e aspiro dalla sigaretta, "no" rispondo semplicemente un po' turbato, perché vengo a sapere questa cosa da Tom? Saluto il mio amico e rimango come un idiota a guardare davanti a me, penso a  tutte le frasi che Rose ha detto per evitare di informarmi di questa bella novità. "Vuoi sparire di nuovo Rose?!?" Mi chiedo e inizio a chiedermi perché sia così diversa dalla Rossa che ho conosciuto, o forse ho solo creduto di conoscere.

Spengo la sigaretta e inizio a spogliarmi mentre vado verso il bagno, apro il rubinetto nella doccia, il rumore dell'acqua avvolge la stanza, mentre sto per entrare ci ripenso, esco dalla doccia e prendo il telefono, chiamo Rose, voglio che mi dica tutto, voglio che mi dica quando ci rivedremo, oggi al ristorante era l'ennesima buona occasione per buttare lì un cazzo di discorso,e non l'ha fatto, e continua a non farlo ora mentre parliamo, è fredda, è distante e lo sono anch'io, perché sta iniziando a girarmi il culo di nuovo. Queste stronzate sanno di Addio.
Quando chiudo la chiamata mi butto sotto la doccia e penso che ci sia lo zampino di Oliver, farebbe di tutto per mettermi contro Rose.
Esco dalla doccia, mi fermo davanti al mobile dei liquori con un asciugamano in vita e i capelli che grondano per poi andare sul divano, bevo senza neanche il bicchiere. Mi farò un goccetto e andrò a dormire, domani mi aspetta una giornata impegnativa.

Ben pettinato e nel mio completo di Gucci sfoggio sorrisi ai fotografi, il rumore dei flash e le loro voci che mi chiamano risultano quasi assordanti, non mi ci abituo. Quando inizia l'intervista la giornalista incalza con una mia foto rubata del mio costume di Halloween, e penso che se fosse stata scattata la foto  del mio pugno su naso di Oliver sarebbe potuto costare un bel po' di soldi non renderla pubblica. Qualche altra domanda e poi è interessata a sapere della mia vita amorosa, mi destreggio con un sacco di parole lusinghiere verso le mie fan e me la cavo con poco, ma quel fastidio nello stomaco pensando a Rose continuo ad averlo.
Finita l'intervista mi sposto verso la sala principale in cui si svolge l'evento, l'alcool e la musica trasformano quel piccolo fastidio in desiderio per Rose, la avviso che farò tardi mentre pregusto il sapore delle sue labbra. Più sono incazzato e più la voglio, più la voglio e più sorseggio cocktail.
È l'una ormai quando salgo in macchina, sono brillo, mando un messaggio a Rose per avvisarla che a breve sarò da lei, la voglio, tanto, gliel'ho scritto, lei mi ha mandato una foto delle tette, quanto mi eccita. E quel fastidio che provo ha allontanato la parte irrazionale ed emotiva che mi lega a lei, lasciando quella più carnale e tangibile.
Quando sale in auto me lo legge negli occhi che ho bevuto troppo, e i suoi sono arrossati,forse ha fumato, sorridiamo scoprendoci reciprocamente nei nostri diversi stati alterati. Rimaniamo a guardarci in silenzio finché non mi chiede di baciarla, la vedo strana, ma forse è una mia impressione, la bacio perdendomi nelle sue labbra carnose che sanno di burro cacao alla fragola, il profumo alla cannella della sua pelle mi inebria facendomelo diventare duro. Non ho voglia di mantenere il controllo, ho bisogno di lasciarmi andare, le afferro la coscia e salgo verso il sedere scoprendo che indossa delle autoreggenti, sorride mentre mi bacia, la pelle nuda innesca il desiderio di stringere forte la sua carne, Rose sussulta, sento il suo respiro cambiare appena tra le mie labbra, poi la sua mano inizia ad accarezzare il mio sesso stretto nei pantaloni, lo stringe appena e io la desidero, vorrei prenderla qui, adesso, senza curarmi di nulla, affondo la mia lingua nella sua bocca, succhio e mordo le sue labbra, sposto la mano tra le sue gambe, che lei schiude appena spingendosi verso di me, è bagnata, calda. Ho voglia di prendere una stanza e scoparla tutta la notte, non la porterò a casa.

Ho trascorso parte del viaggio con la mano tra le sue gambe a giocare con il suo clitoride, quando entriamo in albergo ha la testa bassa, cerco il suo sguardo e lei si alza appena, noto le sue guance rosse e gli occhi socchiusi dal piacere, è eccitante vederla così, davvero tanto.
Quando ci registriamo alla reception la mia mano accarezza il suo culo tondo sotto il vestito ma ben nascosta sotto il cappotto.
Prendiamo l'ascensore e si butta su di me, facciamo entrambi lo stesso pensiero perché un istante mi dice con voce calda " quanti ricordi..." E si morde il labbro, mi mette le braccia intorno al collo e mi spinge verso la parete come ad invertire i ruoli di una scena già vista, mi guarda maliziosa mentre si struscia su di me, sul mio cazzo.
Troviamo subito la stanza e appena dentro mentre ci baciamo la afferro piano per il collo e la spingo lentamente contro la parete mentre i miei occhi sono fissi nei suoi, socchiusi, lucidi, brillanti ed eccitati. Con la mano sposto appena lo slip, lei allarga le gambe e le mie dita vengono accolte dal desiderio, geme mentre mi muovo ritmicamente, geme più forte ed io lecco le sue labbra che tiene socchiuse mentre respira con ritmo crescente, e quando non resisto più, le tolgo il cappotto, lei toglie il mio, la volto, le bacio il collo mentre sbottono i miei pantaloni, Rose poggia la guancia contro il muro e inarca la schiena e poi sono dentro di lei, agoniata sensazione, insaziabile desiderio, mi muovo prima lentamente, e le gambe della mia Rossa vibrano appena mentre si morde le labbra trattenendosi, e inizio a giocare ancora con il suo clitoride, mi spingo dentro di lei ritmicamente sempre più forte sempre più veloce, e ancora, e ancora, fin quando non veniamo entrambi l'uno contro l'altra. Mi abbandono un istante sulla sua schiena. Respiri affannati e corpi sudati, bagnati dal nostro reciproco piacere e la porta della stanza ancora aperta.


⚠️In Revisione⚠️ UN PIOVOSO AUTUNNO [Joseph Quinn *Parte 2*]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora