Abbiamo appena fatto l'amore, sono ancora poggiata alla parete della camera, e quando ci accorgiamo che la porta d'entrata della stanza è aperta io e Joseph ridiamo insieme, mi sposto per chiuderla e mi sistemo un po' gli slip e le calze, Joe mi guarda per poi darmi un bacio leggero,mi chiede se ho voglia di fare una doccia, quando acconsento mi prende per mano giusto per tirarmi un po' e andiamo verso il bagno, iniziamo a spogliarci e gli passo davanti per aprire l'acqua passando poi la mano sotto il getto, siamo in silenzio, e io sono invasa dai sensi di colpa per aver passato del tempo con Oliver qualche ora prima, glielo vorrei dire, ma non avrebbe senso, stiamo passando le ultime ore insieme, perché dovremmo parlare di qualcosa così inutile e rovinare tutto? Poi ho deciso che terrò per me la faccenda del lavoro, per Joseph sarà un periodo impegnativo quello a venire, e non voglio che si preoccupi anche per me, per il trasferimento, la ricerca della casa, eccetera. Voglio che pensi alle sue cose, e appena sarà tutto in ordine glielo dirò.
Sto per entrare nella doccia, mi volto verso di lui, che indossa ancora i boxer, gli chiedo se voglia entrare con me, ha gli occhi socchiusi, come se si fosse appena svegliato, "Si, ne ho bisogno" risponde mentre si stiracchia, sbadigliando poi si porta una mano tra i capelli grattandosi la testa, mi fermo sul bordo della doccia "mi inviterai a vedere la tua nuova casa?" Lo guardo di sbieco, lui alza appena la testa, guarda il mio corpo nudo per intero, dal basso verso l'alto, lentamente, fermandosi un istante nei punti più graditi, "Sarai la benvenuta" dice con tono malizioso, mi sento stupida a fare certe domande in certi momenti, "perché non sto zitta?!" mi dico, non posso pretendere risposte serie quando sono almeno un paio di giorni che evito di prendere l'argomento, mi butto sotto l'acqua, un istante dopo sento il suo corpo contro il mio, l'acqua calda scorre sui nostri corpi, li bagna, scivolando su di essi come fossero uno, disegnando nuove linee, il fruscio mi ovatta le orecchie, chiudo gli occhi e lascio spazio alle sensazioni. Non c'è attrito tra la nostra pelle quando iniziamo ad insaponarci, ed è eccitante, abbiamo fatto l'amore meno di un' ora fa ma ne abbiamo voglia come se non ci fossimo neanche toccati, Joseph si sciacqua le mani e mi sposta i capelli dal collo, si tiene alle mie spalle, sento la sua erezione, mi mordicchia il lobo "perché non me lo dici?" Mi sussurra per poi mordermi appena il collo "dimmelo Rose" ho la pelle d'oca, penso intenda qualcosa di erotico, sorrido e gli chiedo cosa vuole che gli dica, con la voce roca rotta appena dall'eccitazione, "Che per assurdo," mi dice, " tra meno di un anno potresti essere la mia nuova vicina di casa." la voce di Joseph si mantiene calda per nulla mossa da emozione, mi volto verso di lui "cosa?!?" E alzo la voce più di quanto dovrei, non voglio vada così, mi chiedo come Joseph sia venuto a conoscenza del mio cambio di lavoro e con fare annoiato mi chiarisce le idee. "Che ti trasferisci a New York Rose." Lo guardo e rimango con la bocca aperta qualche istante prima che la mia voce abbia la forza di uscire "volevo dirtelo in un secondo momento, ora non mi..." Mi interrompe, e fa bene, perché non so dove andare a parare, non so cosa voglio dirgli perché mi sento in difetto con lui, e qualsiasi cosa dirò sentilo che suonerà stupida."Rose" mi dice con aria triste, io cerco di ragionare il più velocemente possibile, cerco di capire chi gli abbia parlato, e penso a Oliver, mi chiedo come sia possibile che la sua voglia di allontanare me e Joseph arrivi a questo punto, e glielo chiedo "te l'ha detto Oliver?" di getto, una domanda diretta richiede una risposta diretta, e se così fosse potrei uccidere Oliver, mi rendo conto però di aver fatto una stronzata galattica, mi blocco, "me l'ha detto Tom" dice Joe tranquillamente per poi strizzare gli occhi e inclinare leggermente la testa, "perché avrebbe dovuto dirmelo Oliver?" Chiede teso, io non rispondo subito e lui si sente libero di riprendere in tono disgustato " Oliver lo sapeva, tutti lo sapevano tranne me, che cazzo Rose!" Fa un passo indietro, io sto cercando di uscire fuori dalla doccia, l'acqua mi dà fastidio sulla pelle, batte sempre sullo stesso punto, il suo scrosciare mi sta innervosendo, ho bisogno di uscire di qui, butto gli occhi su Joseph che è arrabbiato ma prova a fare l'indifferente, fa un sospiro e si porta i capelli bagnati indietro con entrambe le mani mentre ride amaramente, poi mi ferma e mi sorride, fa spallucce, gli occhi appena lucidi e si tocca il labbro superiore con la punta della lingua, "sapevo che andava così, fa niente" è quello che mi dice mentre si avvicina veloce e mi bacia, le sue labbra bagnate e morbide mi fanno sussultare più del dovuto, un contatto inaspettato e profondo, si scosta appena per parlarmi tra le labbra dividendo le parole con piccoli baci " resta con me stanotte, domattina te ne andrai, e faremo finta di non esserci mai incontrati" la sua voce è sensuale, ma le sue parole sono lame gelate, in un istante scappo da lui e dal suo bacio, sono infreddolita, in piedi sul tappeto fuori dalla doccia a infilare velocemente l'accappatoio, invasa più di prima da sensi di colpa, e mi sento come se fossi stata pugnalata ripetutamente dalle mie paure, Joseph mi sta allontanando, mi sta facendo fuori dalla sua vita, e non posso dargli torto, ho perso quest'uomo a causa della paura di perderlo, è ridicolo. Mi metterei a ridere se non sentissi questo nodo in gola e le lacrime rigarmi copiosamente il viso. Mi sposto veloce verso la porta, devo respirare, Joseph è già dietro di me, mi afferra saldamente il polso e mi gira a se con uno strattone misurato, sul viso un velo di disprezzo, "Hai scelto Oliver, va bene, ma passa..." Mi dice, ed il fastidio che provo aumenta, non so perché Joseph pensi che voglia Oliver, l'ho allontanato per lui, e non ci vedevamo da mesi, non sapevo neanche se l'avrei rivisto. Sono allibita, lo interrompo "io non ho scelto un cazzo di niente!" La voce ancora troppo acuta, voglio sbattere la testa contro il muro, lui mi parla tranquillamente e non sopporto il fatto di rivolgermi così a Joseph, riprende il discorso da dove lo aveva lasciato come se non fosse mai stato interrotto "ma rimani con me stanotte per favore, poi puoi sparire dalla mia vita" la voce è ferma ma gli trema appena il labbro inferiore, mi guarda fisso, gli occhi grandi mi scrutano, sembro una bambina capricciosa quando gli rispondo "non voglio questo, non voglio stare qui... così..." Ma lui è impassibile e non demorde, ha deciso per entrambi, e io non so che fare, ho sbagliato lo so, ma cancellarmi così no! Mi stacco dalla sua presa che non si è allentata nel tempo, lo faccio con fatica, inizio a prendere gli abiti sparsi per la stanza mentre continuo a piangere, mi mordo le labbra e inizio a non tollerare la sua calma, ora tra le braccia ho un fagotto di panni e quando mi giro a guardarlo Joseph è ancora lì, in piedi nel suo accappatoio bianco accanto alla porta del bagno, "ti chiedo scusa," gli dico, "non ho fatto altro che scappare da te tutto il tempo nonostante non volessi altro che te. Non voglio cancellarti", lui lancia i suoi occhi nei miei, che sono neri e profondi, ha gli angoli della bocca abbassati appena in un espressione di triste riflessione, ma non mi guarda davvero, i suoi occhi sono verso di me ma non la sua anima. "Rose non te ne andare adesso" mi dice perentorio mentre mi osserva con gli abiti in mano " il fatto è che abbiamo solo due modi per dirci addio, facciamolo nel migliore dei due, voglio fare l'amore con te questa notte, ancora... please.".
Sento il cuore battere all'impazzata nel petto, le lacrime all'improvviso si bloccano, lascio cadere gli abiti per terra e mi avvicino a lui, i suoi occhi tornano a brillare, si umetta le labbra, quando gli sono davanti, mi prende il viso tra le mani e con i pollici mi asciuga le lacrime.
Il bacio che ci unisce subito dopo è pieno di dolore e d'amore, è così pieno di contrasti, è magico, joe mi tira a se, senza mai staccare lo sguardo dal mio mi prende in braccio lentamente per lasciarmi cadere sul letto, è in piedi davanti a me, guarda il mio corpo mentre lascia cadere il suo accappatoio, si china sul letto, mi bacia le gambe mentre sale su di me, mi lecca la pancia per poi succhiare appena i capezzoli, ma fa un male cane sentirlo così vicino adesso, adesso che penso che questa è la nostra ultima volta, sto per piangere. Il suo viso è davanti al mio ora, mi bacia appena, "non pensare, ti voglio qui con me, ti voglio mia" e sento il suo sesso farsi spazio nel mio, legge il mio volto, mentre si spinge dentro di me si nutre delle mie espressioni ed io lascio piano spazio al solo desiderio di lui.Siamo abbracciati, abbiamo fatto l'amore e le orecchie mi fischiamo appena, nel silenzio, la mia testa sul suo petto, mi accarezza i capelli mentre guarda il soffitto "non funzionerebbe" sussurra, ma sembra parli più a se stesso, "volevo sistemarmi" dico piano "ho paura dei cambiamenti, avevo paura di non riuscire a superare tante novità insieme", gli dico e lui sospira, lo guardo e ha gli occhi lucidi, non so se è la stanchezza l'alcool o è semplicemente triste, mi tiro su e incrocio le braccia sul suo torace "Joe...e poi sia chiaro che tra me e Oliver non c'è niente" lui mi sorride appena, "non ha importanza.
Sarebbe troppo complicato per noi no? Tu l'hai capito subito, io ci ho messo un po'", ma non sembra sincero, ho l'impressione che parli con frasi di circostanza per non discutere, non ho possibilità di controbattere, e poi cosa dovrei dire? So che sarebbe difficile, "Deve essere proprio un addio?" Gli chiedo in un sussurro, mentre mi incanto a osservare la vena sul suo collo pulsare ritmicamente, non voglio finisca tutto questo, lo voglio ancora nella mia vita, " Si, non potrebbe essere altrimenti." Risponde lui senza guardarmi, ed io non voglio, voglio un cazzo di lieto fine, non ci ho mai creduto eppure in questo istante mi sembra concreto e tangibile, "Perché?!?" Chiedo senza riuscire a trattenere le lacrime, è doloroso, e lui risponde semplicemente "perché farebbe male", e la sua voce è bassa, quasi un soffio, scandisce lentamente ogni parola ed io sussulto, e mi chiedo solo adesso quale vantaggio credevo di trarre dal non essere sincera con lui, perché adesso non ne trovo più. Sento che l'ho perso, e fa male, fa male adesso. Lo sguardo di Joseph è ancora rivolto al soffitto quando vedo due lacrime scivolare lungo i lati del suo viso verso il cuscino, lacrime che bacio, lui mi guarda appena, mi chiedo cosa stia pensando, cosa stiamo facendo. Torno con la guancia contro il suo petto cullandomi con il battito del suo cuore, le dita di Joseph tornano ad accarezzarmi i capelli.Abbiamo pianto un po' entrambi, in silenzio, abbracciati, insieme ma da soli. Abbiamo parlato dei primi amori, delle prime esperienze, delle prime situazioni disastrose, abbiamo riso e ci siamo baciati, ancora e ancora, ho accarezzato i suoi capelli tenendolo stretto contro il mio petto, ho baciato il suo collo facendogli il solletico, e poi abbiamo riso di nuovo.
All'alba ci siamo addormentati sempre l'uno contro l'altra, abbracciati.Quando mi sveglio, prima di riaprire gli occhi sono già consapevole che se ne sia andato, che non è più con me in questa stanza d'albergo, ora fredda, il suo calore è svanito, cerco Joseph dall'altro lato del letto con la mano, istintivamente nella speranza che il mio sesto senso si sbagli, ma è vuoto, mi alzo a sedere e c'è troppo silenzio, sono sola in questa cazzo di stanza ora sterile, mi scopro in lacrime senza neanche accorgermene, sul suo cuscino c'è un cofanetto di Vivienne Westwood e sotto un bigliettino, non so se riesco ad aprirlo, non voglio leggere il suo addio. Rimango in lacrime seduta, nella mia parte di letto avvolta dal pesante piumone, a guardare quel maledetto cuscino a desiderare di chiamarlo e insultarlo per avermi lasciata davvero. Non riesco a smettere di piangere, prendo coraggio, prendo la piccola scatola e la metto accanto a me, poi prendo il biglietto tra le mani, e non riesco a sollevare quella cavolo di linguetta e aprire quella bustina. Faccio un paio di respiri profondi mentre porto al petto quel piccolo rettangolo di carta, poi un ultimo respiro finalmente ci riesco.
Goodbye, Rose.
I love you
J.
xoxoQuando apro la scatola dentro brilla un piccolo scheletro che che ciondola da una catenina dorata, è bellissimo.
E concretizzo che lui mi conosce, Joseph mi conosce forse più di quanto io conosca me stessa, e se adesso non è qui è anche per liberare me da un peso che credevo di avere.Nella piccola stanza con la carta da parati Ross guardo fuori dalla finestra, prima di prendere le valige e lasciarle alla porta d'entrata in attesa della partenza, piove ancora, e considero che da quando ho ritrovato Joseph non ha mai smesso di piovere.
Sento Lara parlare con Tom, è arrivato, è ora di andare. Abbiamo affittato un auto con cui arriveremo fino all'aeroporto, Tom viaggerá con noi. Mi fermo davanti alla porta della camera, mi guardo intorno prima di salutare definitivamente Londra, vorrei mandare un messaggio a Joseph, ma ci ripenso quando lo immagino sussurrarmi "perché mi farebbe male", e non voglio fargli del male, mi si spezza il cuore, rimetto il telefono in tasca, Tom ci aiuta con le valigie, cammino lentamente sotto l'acqua lungo il vialetto, verso l'auto, porto le dita allo scheletrino pendolante poggiato sul mio petto mentre la pioggia mi bagna i capelli, salgo in macchina controvoglia, vorrei che le cose fossero andate diversamente. La piccola casa di Margareth scompare lentamente dalla vista, mentre gocce di pioggia giocano a rincorrersi sul finestrino, le seguo con lo sguardo e non riesco a trattenere le lacrime "Addio Joseph" penso, e prendo consapevolezza, nonostante l'abbia sempre negato a me stessa, che l'ho sempre amato, dal primo giorno, nel momento in mi sono persa nei suoi occhi la prima volta. E lo dico, piano, a me stessa.
"ti Amo Joe"
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⚠️In Revisione⚠️ UN PIOVOSO AUTUNNO [Joseph Quinn *Parte 2*]
FanfictionSono passati due mesi dall'estate in cui Rose ha conosciuto Joseph Quinn, ora sta cercando di capire cosa fare del suo futuro, e la vacanza con Lara sarà la chiave per molte scelte a venire.