*Rose* Capitolo 9

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"Ti va se stiamo a casa a vedere un film?" Sono sotto le coperte in camera mia, il piumone mi copre fin sopra la testa, sono accoccolata e la voce calda di Joseph attraverso gli auricolari mi culla. Mi ha chiamata poco fa, abbiamo dormito entrambi più di quanto volessimo, e sono ormai le 5;00 pm passate. Parliamo sotto voce, è sensuale sentirlo sussurrare in modalità stereo. "Va benissimo" rispondo, " davvero?!" Chiede, ed io sistemo gli auricolari e penso al modo per farlo parlare ancora un po', "mi va davvero, un sacco!" Rispondo.

Arriviamo da lui, tipica villetta a schiera inglese ma di un certo livello, splendida, in piccoli mattoncini scuri e un bellissimo giardino sulla facciata principale. Joseph si porta l'indice sulle labbra informandomi di fare silenzio, si abbassa leggermente quando passa vicino ad una delle finestre e dai giochi di luce all'interno della stanza si intuisce che qualcuno stia guardando la tv, ci dirigiamo verso il cancelletto del giardino posteriore, " i miei magari te li presento un altra volta" dice strizzando il naso, e mi viene troppo da ridere, mi porta a casa sua, mi tiene però nascosta da mamma e papà, trovo sia una cosa dolce.
Il giardino sul retro è bello quanto l'altro, curato e di un verde brillante, sul lato un vialetto di sassolini illuminato da piccole lanterne porta ad una depandance. "Ho lasciato il mio appartamento, e starò con la mia famiglia finché non parto." Mi spiega, sorrido senza aggiungere nulla, e ricomincia una pioggia ora leggera, quasi impercettibile, ci bagna appena finché entrando non ce la lasciamo alle spalle. Dentro è carino, un monolocale arredato in bianco con richiami beige, un bel divano letto dritto verso la parete su cui è appeso un 65 pollici. Mi piace.

Joseph accende le luci e mi tira delicatamente dentro casa per chiudere la porta, lo seguo poi verso il piccolo angolo cottura, svuotiamo le buste di cibi non sani, mi tolgo il cappotto, lui mi guarda senza problemi con un sopracciglio appena alzato, sembra compiaciuto, io faccio un giro su me stessa per mostrarmi, ho un abito nero a fiori corto al ginocchio, mi segna appena ma è morbido sui fianchi, un cardigan color ruggine troppo grande mi nasconde le mani e scende comodo nascondendomi un po' . " Mi piaci" confessa, mentre cammina lentamente verso di me mettendomi le mani attorno alla vita nello spazio tra l'abito e il maglione, "anche tu mi piaci Joe" rispondo accarezzando la barba leggera con entrambe le mani ", "è strano averti qui " mi guarda come se non lo creda possibile, guardo le sue labbra e continuo incantata ad accarezzarlo, " è successo anche a me, la casa al mare, ricordi?" Le mie mani scivolano sulle sue collane, che si intravedono dal collo largo del maglione leggero che indossa. Andiamo sul divano tenendoci per mano, " e chi se lo scorda..." Dice piano facendo finta di non volersi far sentire. Ci mettiamo comodi, io mi tolgo le scarpe e incrocio le gambe e lui incastra la sua coscia sotto la mia.

"Guida Galattica per autostoppisti" ci fa compagnia per un po', fin quando diamo insieme la "Risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo, e tutto quanto". Scoppiamo a ridere insieme, di gusto, e poi i nostri corpi improvvisamente più vicini, si attraggono come due calamite.
Quando mi bacia mi tira a se, mi metto a cavalcioni su di lui, ci baciamo con passione crescente, ho il suo viso tra le mani, lo guardo e lo bacio, le sue di mani, invece, risalgono le mie cosce, sotto il vestito, lungo i glutei, che afferra e tira a se, e tra le mie gambe sento la sua erezione, mi muovo su di lui presa dal desiderio, mi sfila il vestito, e sorride quando vede il completino Rosa abbinato, rallenta appena e mi sposta i capelli dal viso per poi baciarmi ancora, senza chiudere gli occhi, senza smettere di nutrirsi di me. Come solo lui riesce a fare.
Ogni movimento che i nostri corpi compiono l'uno verso l'altro alimenta il desiderio che continua a farsi crescente,mi sfila il reggiseno e le sue labbra, e la sua lingua, sono sui miei seni, le mie mani scivolano ad intrecciarsi con i suoi capelli e quando stringo un po' lui mi morde appena, il suo respiro caldo contro mia pelle che è ormai in astinenza di lui da troppo tempo.
Mi cinge la vita con un braccio mentre si gira sul divano ed è sopra di me, si tira su e si sfila il maglione mentre io gli sbottono i jeans, mi guarda negli occhi mentre mi toglie gli slip, la testa bassa, lo sguardo pieno di desiderio fisso su di me, si morde il labbro quando le sue dita scivolano lungo il monte di venere, più giù, incontrando il mio clitoride ed il mio umido desiderio. Vibro sotto di lui ad ogni piccolo movimento delle sue dita, i suoi occhi languidi scrutano e studiano ogni variazione delle mie espressioni, si umetta le labbra ed io allungo una mano sul suo viso, lui si avvicina a me e le nostre labbra si trovano ancora, si porta su di me mentre lecca ogni parte del corpo che possa condurlo alle mie labbra. I nostri corpi diventano uno in un gemito d'abbandono, si uniscono in un brivido profondo, come una scossa di piacere. Quando inizia a muoversi dentro di me non riesco a trattenere piccole soffuse grida di piacere, lui mi prende il collo delicatamente con la mano e stringe appena, piano, io porto le mani al suo polso, non voglio che si sposti, gemo appena stringe un po', si eccita ed inizia a spingere più forte, poi mi lascia per chinarsi su di me e baciarmi ancora.
Lo sento in maniera diversa da ogni volta precedente,
Siamo pieni di un piacere messo in attesa, di desiderio accumulato, di ricordi e sensazioni. Ed è più profondo.

Ora, dopo aver fatto l'amore la mia testa e sul suo petto, mi accarezza il braccio, un pesante piumone ci avvolge, finiamo di guardare il film mentre la mia mano è intrecciata alla sua. E lo facciamo perché entrambi siamo dell'opinione che i bei film non meritino di essere lasciati a metà, ma soprattutto perché vogliamo viverci.
Ridiamo, mi fa il solletico.
Non credo ci sia al mondo, per me, posto migliore di questo.

⚠️In Revisione⚠️ UN PIOVOSO AUTUNNO [Joseph Quinn *Parte 2*]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora