Capitolo 10

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"Mi prendono ancora in giro per quel dannato tordo! Ti sembro uno che se ne intende di uccelli io?! Chiedimi dei funghi, piuttosto, ma degli uccelli no!"

Oin


Volare era una sensazione stupenda.

Anche se, di fatto, Bilbo soffriva da sempre tremendamente di vertigini e potendo scegliere aveva sempre preferito starsene con i piedi saldamente ancorati alla terra ferma.

Per qualche motivo però, in quel momento, non aveva alcuna paura di cadere, visto che l'aquila si librava stabile e sicura tra le nuvole.

Alte montagne con le cime avvolte dalla foschia, vallate verdi, fiumi e laghi si succedevano uno ad uno sotto di lui. Sembrava tutto così piccolo e lontano, quasi irreale.

L'aria fresca gli scompigliava i capelli e davanti a lui vedeva lontano, senza ostacoli, fino alla linea dell'orizzonte, nel cielo mattutino colorato di rosa che si andava rischiarando.

Si era sorpreso non poco, un paio d'ore prima, quando artigliato dall'aquila al posto di precipitare giù nel vuoto era atterrato su un morbido letto di piume.

Per qualche motivo, le creature di Manwë, erano andate in loro soccorso.

Opera di Gandalf, scoprì poi.

"Grazie," disse Bilbo al maestoso volatile che lo trasportava, anche se non era certo che l'animale potesse capirlo.

Proprio quando lo hobbit cominciò a sentirsi intirizzito e dolorante, le aquile scesero di quota.

Planarono in tondo, su un solitario picco di roccia, che sovrastava una valle profonda e lì, uno alla volta, depositarono ogni membro della compagnia di Thorin Scudodiquercia.

Bilbo fu tra i primi a toccare terra.

Dopo un rapido inchino di ringraziamento alla sua salvatrice, raggiunse Gandalf.

Lo stregone era chino su Thorin, che ancora giaceva privo di sensi.

Con il cuore attanagliato dall'apprensione, Bilbo dovette resistere alla tentazione di buttarsi a sua volta su di lui e scuoterlo per tentare di destarlo. Si costrinse a rimanere in disparte, dicendosi che Gandalf in quel momento era sicuramente più importante e utile di quanto non potesse essere lui.

Udì lo stregone borbottare qualcosa a bassa voce, poggiando la mano sulla fonte del nano. Poi, Thorin aprì finalmente gli occhi.

Bilbo avvertì il nodo che sentiva nello stomaco sciogliersi, avrebbe volentieri pianto dalla gioia e per l'immenso sollievo.

Contro ogni previsione, ne erano usciti, erano riusciti a salvarsi tutti da quella situazione disperata. Erano vivi.

"Il mezz'uomo," si sforzò subito di dire il Principe dei nani, prendendo Bilbo stesso in contropiede.

Thorin aveva davvero chiesto di lui?

"Lui sta bene. Bilbo è qui, è salvo," rispose Gandalf pacatamente, incoraggiando con un cenno della mano Bilbo a farsi avanti.

Dwalin e Kili, che già da un pezzo si agitavano impazienti a debita distanza, furono più veloci di lui a raggiungere Thorin.

Il nano mostrò la volontà di alzarsi e i due lo sostenettero, così a Bilbo non rimase altro che rimanere al suo posto, incassando la solita occhiataccia di Dwalin.

Ma sfoderando un'energia che stupì tutti i presenti considerando le sue condizioni, Thorin

con un gesto stizzito si liberò dalle loro mani premurose per avvicinarsi a Bilbo: "Tu. Cosa credevi di fare? Ti sei quasi fatto uccidere!"

With my bare feet || BagginshieldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora