Capitolo 2: La tua canzone

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CASTELLO DI ELEGIA, LA MATTINA DOPO

Il castello di Elegia si era improvvisamente animato dopo tanto tempo. I pirati Song, tutti quanti in ghingheri come non erano certo abituati, erano pronti ad essere ricevuti dal re.

Gordon, questo il suo nome, era un uomo dalla stazza mastodontica, vestito all'antica con abiti non particolarmente lussuosi

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Gordon, questo il suo nome, era un uomo dalla stazza mastodontica, vestito all'antica con abiti non particolarmente lussuosi. I suoi occhi erano coperti da occhiali scuri, e sulla testa ormai priva di capelli risaltava una grossa cicatrice, emblema di un passato tutt'altro che tranquillo.

"Vi do il benvenuto ad Elegia, pirati Song. Devo ammettere che non mi aspettavo una vostra presenza qui." disse il re con una voce tonante.

"La fama della sua terra come "Isola della Musica" la precede, maestà." rispose Hart, come sempre immenso nell'arte del parlè "Non potevamo certo rifiutare di venire qui."

"Ora, quanto tempo avete intenzione di fermarvi qui?"

"Pochi giorni, poi ripartiremo."

"Molto bene, mi auguro che i preparativi possano andare bene."

"La ringraziamo, sire. Ora, con permesso, dovremmo pensare all'allestimento."

I pirati girarono i tacchi e si diressero verso l'uscita, ma uno di loro si voltò prima di uscire.

"Vostra maestà, vorrei domandarle una cosa in privato, sarebbe possibile?"

Alla richiesta del frontman tutti i presenti si misero sul chi va là, specialmente le guardie, ma il re invitò tutti alla calma con un gesto.

"Va bene, ma non troppo a lungo."

"Cosa diavolo vuoi fare, Dorian?" disse Hart cercando di afferrare il ragazzo, ma un braccio si frappose tra i due: era Charles.

"Lascialo fare, forse vuole qualche indicazione su come gestire la faccenda."

Hart non sembrava particolarmente convinto, ma lo lasciò fare. Mentre usciva con il resto della ciurma, Charles si disse:

"Non farmi pentire di questa scelta, Dorian..."

Nella stanza dei ricevimenti rimasero soltanto in due: Dorian e Gordon, che visti da fuori sarebbero sembrati un nano e un gigante.

"Cosa volevi chiedermi, giovanotto?"

"Maestà... In questo castello abita anche qualcun altro, non è così?"

Il re, dopo un primo sgomento, sospirò e si sedette sul suo trono. Passandosi una mano sul volto, disse:

"Come hai fatto a scoprirlo?"

"E' stato un caso, stavo girando per il villaggio e ho sentito qualcuno che cantava. Ho seguito la voce fino al giardino e lì ho incontrato Uta."

Gordon rimase in silenzio, e Dorian decise di incalzarlo:

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