Capitolo 28

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Dopo quella settimana di febbre e raffreddore per fortuna che Celine si riprese in fretta, soprattutto grazie all'aiuto dei dottori nella base della Guarnigione.

Aveva avvisato anche Pixis per lettera che sarebbe rimasta a riposo più a lungo e il comandante andò lo stesso a trovarla per parlare con lei.

Anche lui aveva saputo da Erwin che avevano interrotto le ricerche di suo fratello, nonostante aveva mandato altri soldati, il dolore era ancora molto forte e lei faticava ancora molto a parlarne.

Dopo quei giorni di riposo, bevande calde e medicine, la sera in cui incontrò i tre giovani ragazzi era uscita per farsi un giro, la febbre l'era passata ed il raffreddore stava agli ultimi stadi, quindi ebbe il permesso dei medici per poter uscire.

Casualmente arrivò nei pressi della Legione Esplorativa e, quando stava per tornare indietro li vide uscire e sedersi sui gradini, si ricordò che Hanji le aveva detto che sarebbero partiti tra pochi giorni, questo pensiero le fece veramente male ma non per invidia, solo perché aveva paura che tornassero di meno.

Sperando che non accadesse nulla di tanto pericoloso si avvicinò, li salutò augurando loro buona fortuna e sperando che ritornassero vivi, un piccolo pensiero andò anche al comandante, alla caposquadra e anche al capitano, inconsapevole che era proprio lì a pochi passi da loro.

Li aveva visti partire anche se non si era fatta vedere, era in mezzo alla folla anche per quel motivo, prima che si aprissero le porte diede anche uno sguardo alle mura, se quel giorno sarebbe stata lì sopra, di sicuro li avrebbe visti da lassù, ce la faceva a guardare in basso ora.

Sperò che entro pochi giorni sarebbero tornati tutti e si tenne occupata come meglio poteva, aveva moltissima paura per loro, e aveva timore che non sarebbero tornati come successe con gli altri che erano andati a cercare Tyron.

Non prese subito servizio sulle mura, preferì stare per un po' in infermeria e anche andare nelle case delle persone che stavano male, sia che avevano a febbre o altro.

Pensò anche che forse poteva aiutare le persone solo così, facendo l'aiuto infermiera, a saperlo prima non sarebbe diventata un soldato forse, dato che se la cavava con le ferite, e non era stata nemmeno in grado di realizzare il suo desiderio più grande.

Ma forse, così facendo, non avrebbe incontrato i ragazzi della Legione Esplorativa, solo per questo si pentì di aver pensato ad una cosa del genere.

Nonostante tutto era grata per averli conosciuti dal vivo e anche aver visto con i suoi occhi che tipo di pericoli erano costretti ad affrontare sia dentro che fuori dalle mura.

Ovviamente prestava molta attenzione anche ai rintocchi della campana, di sicuro al loro ritorno l'avrebbero fatta suonare,

  "Chissà se sono arrivati..."

Pensava tra i vari momenti.

Quella notte ebbe ancora difficoltà a dormire in primis perché era l'unica in camerata, e come seconda cosa stava anche pensando al fratello.

  "Se avessi saputo che ti avrei visto sarebbe stata l'ultima volta che sono venuta a trovare mamma e papà... Ti avrei abbracciato più forte... Non ti ho nemmeno detto addio."

Non lo aveva più sognato per il momento e la cosa la terrorizzata molto, non voleva dimenticarsi di lui, non aveva nemmeno un suo ricordo di lui, un ritratto o qualcosa che facesse vedere il suo viso.

Stessa cosa pensò di quando perse il nonno.

  "Perdere qualcuno è davvero la sensazione più brutta del mondo..."

Senza che se ne accorgesse iniziava anche a piangere.

Il giorno successivo continuò ad aiutare in infermeria per rendersi utile e anche per aiutare i medici se dovevano recarsi a casa delle persone che necessitavano di assistenza.

Celine e LeviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora