Capitolo 64

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Il giorno dopo Historia non si fece viva anche se non per negligenza, dato che aveva la figlia piccola era difficile per lei organizzarsi o portarla con lei in un posto come il palazzo della capitale, i suoi amici ne approfittarono per riposarsi ancora un po', chi girovagò per il castello, chi invece continuò a dormire e chi, con l'aiuto della compagna, si occupò della pulizia personale.

Di solito Levi ci metteva tre minuti di orologio a farsi la doccia, ma con il ginocchio in quelle condizioni, ed anche avendo una vasca a disposizione, optò per un bagno con tante candele situate sul fondo rialzato per poter provare a riscaldare l'acqua.

Ovviamente la privacy era rispettata da entrambe le parti, Celine lo aiutò a lavarsi i punti più difficili per lui come la schiena e i capelli.

Nessuno aveva mai fatto queste cose per lui da adulto, ovviamente da piccolo c'era sua madre e all'inizio si sentì in imbarazzo, però notava che la donna massaggiava la testa con delicatezza e piano piano si rilassò.

  <<Vorrei tanto avere del the.>>

Il suo desiderio lo fece sorridere,

  <<Pure io, non sai quanto...>>

  <<Ma non per berlo.>>

l'uomo spalancò gli occhi e gli venne d'istinto girarsi verso di lei per vederla:

  <<Ah no? E per cosa allora?>>

  <<Lo usavo per lavare i vestiti se erano sporchi e anche per lavarmi.>>

  <<Ecco perché profumi così...>>

  <<Vorrai dire profumavo. In quei giorni a Marley era già tanto che ne bevevo.>>

  <<Io te lo sento ancora.>>

  <<Davvero?>>

  <<Sì... È come se facesse parte di te.>>

  <<Sei solo troppo gentile.>>

  <<Dico sul serio.>>

  <<Anche se è impossibile ti ringrazio.>>

Sciacquò i capelli neri dell'amato, donandogli anche qualche bacio, poi l'aiutò a rialzarsi e a coprirsi velocemente, era sempre bagnato in una stanza senza alcuna fonte di calore a parte le candele.

Dall'altra parte, Levi non si sentiva "violato" e notava quanto lei per prima fosse brava a non cadere in tentazione, e anche se fosse successo erano soldati... E si amavano .

Celine decise di parlare per evitare un silenzio anche troppo imbarazzante:

  <<Hai avuto incubi dormendo in quella posizione?>>

In effetti si ricordò solo in quel momento che si era addormentato in un letto vero e senza la paura di non risvegliarsi più, proprio come sua madre.

Sorrise invece e, mentre si asciugava seduto su una sedia con i vestiti accanto al tavolino da the, riuscì a rispondere:

  <<Se era davvero così bello dormire in un letto... Ho perso i migliori sonni per anni.>>

La testa della donna sbucò da oltre la porta del bagno:

  <<Davvero?>>

  <<Sì... Potevo anche pensarci prima a dormire così...>>

  <<Hai detto tu che non sapevi esistesse anche quel modo, è normale.>>

  <<Sarà strano anche questo detto da me... Ma Non vedo l'ora che sia sera.>>

Celine e LeviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora