Quando il sole finalmente si alzò in cielo, i raggi illuminarono la stanza di Levi, che comodamente puntava verso est, e quindi era sempre uno dei primi a svegliarsi alle luci dell'alba.
Fu così che anche Celine, aprì gli occhi, si mise seduta sul letto e si guardò intorno. Non solo non riconobbe la stanza, si accorse di vedere pure sfocato, fece per aggiustarsi gli occhiali e si accorse di averli.
Per fortuna li vide vicino al cuscino, in quel periodo aveva ripreso ad indossare e usare quelli suoi normali, senza legaccio dietro, se li mise per osservare quel nuovo posto.
In quel periodo inoltre teneva anche i capelli sciolti, e non sapeva ancora se avesse fatto la scelta giusta dato che le andavano sempre davanti, d'altronde da sola non riusciva a farsi la sua solita treccia.
Si guardò in giro di nuovo e confermò che non riconosceva la stanza, non l'aveva mai vista prima.
<<Ma dove sono finita?>>
Disse più a se stessa che a qualcuno in particolare, anche se era completamente sola.
Oppure no?
Non si ricordava nemmeno di essere andata via, ma da dove?
"Ah già, il laboratorio di Zoe..."
Mise piedi fuori dal letto e sentì il freddo pavimento, notò anche di essere scalza, le sue scarpe erano accanto a lei, vicini al letto.
Non riusciva a mettersi gli stivali, per questo ebbe il permesso di indossare le scarpe che usava nel tempo libero, e anche gli abiti normali, erano tutti comodi e facili da mettere.
"Ma che strano... Non mi ricordo di essermele tolte."
Proprio in quel momento non si accorse di qualcuno che era appena uscito dal bagno e la stava osservando in silenzio per poi dirle in tono piatto:
<<Buongiorno.>>
Alla voce la ragazza si voltò di scatto verso di lui, inizialmente si spaventò, dato che era ancora sul letto non poteva allontanarsi, poi col braccio in quel modo era davvero in svantaggio, quindi si mise sulla difensiva:
<<Chi sei?>>
Mise anche la mano destra a pugno pronta a combattere, per la sinistra ci provò, ma solo il muovere le dita riprovò dolore e se ne pentì subito di averci provato.
L'uomo non capì la sua reazione e ciò lo imbarazzò un po', anche se non si scompose troppo:
<<Stai tranquilla. Sono il Capitano Levi... La quattr'occhi mi ha chiesto di prendermi cura di te fino a che non ti fossi svegliata. - si sedette sulla sua poltrona davanti alla scrivania - E dato che sei qui, che ne diresti di fare anche una buona colazione?
Così forse, oggi riesci a stare meglio al suo passo.>>
Seguendolo con lo sguardo la ragazza si accorse che c'era un grande vassoio con delle cose da mangiare per colazione: due tazze bianche, fette di torte alla mela, biscotti, frutta... Una colazione veramente abbondante e stuzzicante, soprattutto per una che non aveva nemmeno mangiato la sera prima.
Ritornò però ad osservare il "Capitano Levi", finalmente, a mente più lucida e sveglia, lo riconobbe all'istante:
<<Aspetta, io mi ricordo di te... Mi hai dato della mocciosa tempo fa. Tu sei quello stesso Levi... Quello che quella ragazza dai capelli rossi ha chiamato fratellone.>>
Ricordandosi di quel momento, e soprattutto di Isabel, il ragazzo si rabbuiò un po', abbassò lo sguardo e poi le rivolse ancora la parola.
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Celine e Levi
ActionCeline è una giovane soldatessa della Guarnigione piena di speranze e aspettative nell'aiutare soprattutto le persone di Trost. Levi è il soldato più forte dell'umanità con un passato alle spalle da dimenticare ma porta tutti i giorni i segni sulla...