20. La Malattia di una Lycoris Radiata

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27 Luglio.

Quando più non sarò e verrà spezzato il filo che mi ha legato in questi pochi anni alla terra,avvicinandomi al posto da dove ero venuto,prima di tornare ancora e ancora, scivolerò dolcemente nel rifluire delle maree,nella poltiglia colorata di ali di farfalla schiacciare dal sole di luglio.

E finalmente sarò tutto quello che avrei voluto essere,senza poterlo diventare..
Il battito del mio cuore,poco per volta,lentamente,si spegnerà alla luce di una candela sempre più fioca.

Allora il mio respiro resterà sospeso in un nuovo cielo e verrà il profumo di un mandorlo in fiore.

La stella che ha brillato per me,quella con il mio nome,si disperderà in una scia luminosa al centro della notte. Io sarò lì.

Mi troverete nelle braci mai spente di un tramonto con un po' di vento.

Va tutto bene, così.

- Vincent Van Gogh.

Amsterdam

15 Gennaio 2011.

Due mesi dopo la tragedia.

"Dottoressa De Vries?"


I contorni del suo viso che poco prima erano rilassati, tornarono nuovamente rigorosi e duri, i suoi occhi color nocciola fissarono con rudezza quella luce lampeggiante rossa dell'apparecchio, interrompendo bruscamente la sua mezz'ora di pausa. Quindi, premette con malavoglia.

"Si?" Risuonò la sua voce nell'apparecchio, così soave e delicata che era in grosse contraddizioni con il suo temperamento, nella stanza taciturna i grossi bagliori di luce solare illuminarono i suoi occhi e i lineamenti nel riflesso della finestra.

I suoi occhi color nocciola trasparivano tante emozioni quel giorno. Un senso di nostalgia mista all'ansia.

Non avrebbe mai creduto di varcare la soglia di quella responsabilità. Sapeva che non sarebbe mai stata pronta, ma una cosa come quella, così improvvisa la faceva barcollare.

Era come essere ricoperti da ombre deformi sulle pareti del suo cuore, e a volte si convinceva che fossero reali, che erano lì per lei quando si coricava e che l'avrebbero adombrata, l'avrebbero convinta di venire con loro e di passare nella parte oscura. L'avrebbero tormentata fino alla fine, se non fosse stato per lei.

Quei frammenti di specchio la arrovellavano il cervello, intossicandola fin nell'anima, o come un tarlo che l'avrebbe mangiata viva, sballottandola da ogni parte. E faceva ancora fatica nell'intendersi, eppure faceva quel lavoro da molti anni.

Rintoccava in modo dolce il dolore altrui, come se fosse suo. Dover decifrare ogni impulso infantile non era mai stata una passeggiata. Lei viveva per metabolizzare i comportamenti delle persone più impure e innocenti della terra.

Dubitava dei suoi sogni e credeva nei fatti, perché lei doveva vivere nella realtà. L'indifferenza le impregnava la pelle, la incuteva mille brividi, e si infrangeva in mille sillabe di sofferenza nel totale e buio silenzio.

"Sono arrivate." Dichiarò con tono malfermo il suo interlocutore o per meglio dire la sua segretaria. L'altra sospirò affranta, guardò distrattamente gli alberi fuori e l'ambiente circostante.

Il Girasole Perduto Di Van GoghDove le storie prendono vita. Scoprilo ora