13. Esprimi un Sogno.

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Ma ad un tratto ricorda di possedere un'altra forza;pensa alla vela che ha finora disprezzato e messa da parte con la zavorra. Ed è questa vela a salvarlo. La vela dell'amore deve salvarlo: bisogna issarla per arrivare alla meta.
Il primo caso quello dell'uomo la cui piccola nave si rovescia quando aveva vent'anni e poi affondò...per ritornare di nuovo a galla dopo un certo tempo è il caso di tuo fratello Vincent,il quale ti scrive ora come uno che è stato sott'acqua,ma che ha saputo riaffiorare alla superficie.

Che genere di amore fu mai il mio a vent'anni? È difficile da definire: allora le mie passioni fisiche erano molto deboli,forse in seguito agli anni di grande povertà e di duro lavoro. Ma forti erano le mie passioni intellettuali: senza chiedere nulla in cambio,nemmeno pietà,volevo soltanto dare e non ricevere
Ero sciocco,orgoglioso,impulsivo poiché nell'amore non si deve soltanto dare,ma anche ricevere;e, d'altra parte,non bisogna soltanto ricevere anche dare.

Chi devia a destra o a sinistra non può fare a meno di cadere.
Anch'io caddi,e fu un miracolo se riuscii a rialzarmi.
Per riacquistare il mio equilibrio,trovai un grande aiuto nella lettura di libri che trattano delle malattie fisiche e morali.
Compresi meglio il mio cuore e anche quello degli altri.
Gradualmente,ricominciai ad amare il mio prossimo e me stesso e poco per volta rinacquero il mio cuore e la mia anima,che per un certo tempo erano stati disseccati e inariditi da sofferenze di ogni genere. E più mi avvicinavo alla realtà e frequentavo il mio prossimo, più sentivo rinascere in me una nuova vita.

Finché,un giorno,la incontrai.

Vincent Van Gogh.
Lettera al fratello Theo.

"

Arles, Francia.
Novembre 2017.

Mia amata…, sono stati tempi duri, tempi in cui il nostro passato ci perseguitava, i demoni mordevano e tu te ne andasti e lo so. So cosa stai per dirmi. E so anche del perché non vuoi sentirmi. I tuoi occhi ancora lacerano la mia mente, me li sogno di notte e mi tormentano per l’incanto del buio che avevi nelle tue pupille, e di come mi hai guardata quel giorno.

Hai un cuore così puro, angelo caduto e mi dispiace per aver spezzato quelle ali che ti sei costruita con fatica. Il tuo moto di repulsione nei confronti della tua stessa famiglia, ci ha colti di sorpresa. Non c’era più uno spiraglio di luce. C’era troppa oscurità. C’era troppo mancanza di te stessa. Non immaginavo che sarebbe finita in questo modo.

Delle tue labbra che simulavano quel canto ammaliatore, di note incastrate in gola, di melodie maledette, perché non venivi mai ascoltata, venivano mischiate da quelle voci maniacali che ti hanno subito controllata dall’inizio dello sbocciolo dei tuoi punti di debolezza. E so quando hai iniziato ad amarle, ad ascoltarle, so quando poi hai iniziato a manifestarti veramente.

So del tuo odio nei miei confronti. So di quanto veleno ti sei portata dentro. So quando la tua testa gioca brutti scherzi, di quanti atti pericolosi, di quanti rischi, di quanti sabotaggi, delle nostre trappole, delle nostre continue sfide di fiducia. Di quanto tossico c’era nel nostro rapporto. Eri la parte più complicata del processo della mia guarigione.

Era saperti accettare, che rendeva tutto più difficile. Era saper accettare la tua vera natura. Ti guardavamo con orrore. E posso ammettere, che si, un po' ne avevamo timore di te. Mi dispiace se ti isolavamo. E non sapevamo come comportarci, avevamo un’incapacità di saperti amare per quello che eri davvero. Era come se non ci fosse spazio per te. E ti ritenevamo come un’estranea. E nessuno ti doveva vedere. Nessuno.

Il Girasole Perduto Di Van GoghDove le storie prendono vita. Scoprilo ora