23. Rapunzel & Flynn.

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Ad un tratto sono qua E non devo più cercare Oggi io ho il mio nuovo sogno Sento che sei tu Sento che sei…tu

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Ad un tratto sono qua
E non devo più cercare
Oggi io ho il mio nuovo sogno
Sento che sei tu
Sento che sei…tu.

Arles.
Ore 09:00 p.m.
Maggio 01 2023.
Cafè di Arles di Place du Forum.
Mayla’s Pov.


“Segui la via delle lanterne,
lasciati ricucire quelle ferite interne.
Lascia che io ti guidi verso il bene che può dare la luce,
e non soffermarti più dove l’oscurità nel male e nel dolore ti conduce.
Osserva la stradina in cui passerai, incontrerai i petali dorati di un girasole,
cercando di non scegliere il destino del dio Apollo,
io farò il contrario, perché io ci sarò ad ogni tuo crollo,
e raccoglierò quelle lacrime che non meriti di assaporare, ne sei consapevole?
Perché tu sei le gocce di rugiada del sole,
l’iris che ha bisogno di un po’ d’amore.”


Theo. Il dio Apollo. Il Girasole. Il direttore O’Donnie. Il giallo.

Il ragazzo che aveva appena pianificato quello che sembrava una sorpresa per me, quello che fu una delle cause per cui mi avevano licenziata, per poi rimettermi al mio posto di lavoro e averlo come capo.

Quel ragazzo che con la sua famiglia aveva pagato per me e per Reggie i biglietti per il viaggio ad Arles.

Quel ragazzo che aveva assistito ad un mio attacco di panico, quello che aveva baciato la mia cicatrice, prima di crollare definitivamente.

Quello che aveva assistito alle mie spiegazioni su Van Gogh, quello che aveva ascoltato i miei sfoghi, non sentendomi giudicata, ma apprezzata e ascoltata per davvero, guardata dettagliatamente, anche con i tagli che avevo nel cuore.

Quello stesso ragazzo era il giallo del mio arcobaleno personale.

Sarebbe stato veramente disposto ad offuscarsi nei miei coltri di oscurità? Lui era i petali di girasole, quel sole che non vedevo da anni e non gli avrei mai permesso di appassire a causa di un iris avvelenato. Ma stavo migliorando.

Sapevo che ero cresciuta mentalmente. Era anche grazie dell’aiuto della mia psicologa, vedevo il mio dolore in modo diverso, lo costruivo in modo diverso e sapevo che un giorno vicino o lontano, sarei guarita.

Faceva tutto parte della mia crescita personale. Faceva tutto parte del gioco per vincere contro mia madre. Era questo ciò che importava davvero. Ed era grazie anche a lui. A Theo.

Rilessi più volte, ripetei a mente parola per parola, assimilandole per bene in testa. Non potevo credere che l’avesse fatto per davvero, tutto quello era surreale.

Il Girasole Perduto Di Van GoghDove le storie prendono vita. Scoprilo ora