Capitolo 1

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"Decisero di sentire allora il parere

di Tiresia, che per pratica conosceva l'uno e l'altro amore.

Con un colpo di bastone aveva infatti interrotto

in una selva verdeggiante il connubio di due grossi serpenti,

e divenuto per miracolo da uomo femmina, rimase

tale per sette autunni. All'ottavo rivedendoli nuovamente:

"Se il colpirvi ha tanto potere di cambiare", disse,

"nel suo contrario la natura di chi vi colpisce,

vi batterò ancora!". E percossi un'altra volta quei serpenti,

gli tornò il primitivo aspetto, la figura con cui era nato."

-Ovidio, Metamorfosi, Libro III;



Castiel era apparso con un pop! ed un fruscio all'interno della biblioteca del bunker. Dean stava guardando qualcosa al PC, probabilmente qualche filmetto demenziale, data la risata grassa che echeggiava. Sam non c'era.

-Ciao, Dean.- mormorò l'angelo, e il cacciatore si voltò di scatto, sobbalzando.

-Non farlo, okay?- borbottò. –Evita di presentarti così ogni volta.- chiuse il portatile e si voltò verso di lui. –Che è successo stavolta? Qualche tuo altro fratello ha manie di protagonismo?

Castiel lo fisso perplesso, poi sospirò. –No, Dean. Credo di avere... un caso. È a circa duecento chilometri da qui.

-Oh, e così stai ricominciando con la storia del voler diventare un cacciatore?- Dean sbuffò. –Cas, andiamo, sai di essere pessimo.

-Ci sono stati tre sparizioni, per ora. –continuò l'angelo, senza badare alle parole dell'altro. -...e sulle scene hanno trovato pelli di serpente.

-Suona come un caso, uh?- Sam entrò nella stanza e si mise di fianco a Dean, dopo aver dato una pacca sulla spalla a Castiel. –Che aspettiamo?


No, i piani non erano quelli. Castiel sarebbe dovuto entrare in quel maledetto fienile abbandonato, avrebbe dovuto usare i suoi maledettissimi poteri angelici e avrebbe dovuto uccidere qualsiasi cosa ci fosse stata là dentro, impegnata a fare quei rumori assordanti.

E invece no.

E invece Dean era dovuto entrare con Castiel perché l'angelo non riusciva a guardare per l'imbarazzo.

Di cosa, il maggiore dei Winchester non l'aveva ancora capito.

E poi li vide. Due grossi serpenti, arrotolati l'uno con l'altro, che si davano testate e si intrecciavano convulsamente.

Si stavano accoppiando.

Dean non ci pensò due volte, e puntò la pistola contro uno dei due, a caso, al buio non riusciva a distinguerli. Castiel cercò di emularlo, prendendo l'arma affidatagli da Sam poco prima e tentando di tenersi a mente tutti i consigli che gli aveva dato.

Entrambi premettero il grilletto,quasi all'unisono. La creatura enorme esplose in un bagno di sangue, e i due furono macchiati sul viso e sui vestiti. Avevano ucciso il serpente più grosso, l'altro era ancora lì che si contorceva e sibilava. Quello si trasformò poi in un uomo, nudo e ricoperto di scaglie, con i tratti del viso vagamente simili a quelli di un rettile. Si alzò in piedi, e preso ciò che era rimasto dell'altro mostro scomparve nel nulla.

-Ottimo lavoro, Cas.- Dean gli diede una pacca sulla spalla. -... ma la prossima volta cerca di mettere da parte la tua pudicizia angelica.- sorrise sarcastico.


-Com'è andata?- chiese Sam, alzando lo sguardo dal computer dove imperterrito faceva ricerche sul Marchio di Caino, senza successo.

-... due serpentoni che ci davano dentro.- disse Dean, cercando di pulirsi il viso dal sangue rappreso. –Cas mi ha rispedito qui appena abbiamo ammazzato uno dei due, se non altro era quello più... massiccio.

-E l'altro?- il minore dei Winchester fissò il fratello perplesso. Non era da lui lasciar scappare un mostro che non era suo diretto conoscente.

-È fuggito coi pochi resti del cadavere. Scommetto che se li mangerà.

-I serpenti non mangiano i loro simili, Dean.- sospirò, scrollando la testa.

-Comunque, è stata una giornataccia, perciò vado a darmi una ripulita e poi a dormire.- si avviò verso la sua stanza, e una volta fatta una doccia si buttò a peso morto sul letto, con addosso solo l'asciugamano attorno ai fianchi, e si addormentò di sasso.


Dean non ricordava di aver mai dormito così bene. Nessun incubo. Nessun dolore all'avambraccio, dove stava il Marchio, niente di niente.

Si svegliò che gli sembrava essere appena uscito da una sbronza colossale. La testa gli pulsava in una maniera allucinante. Alzò lo sguardo e si ritrovò suo fratello Sam con la bocca spalancata e gli occhi sgranati.

-...Sammy, cosa ci...- si bloccò di colpo. Non era la sua voce. Non lo era per niente. Si alzò a sedere, stropicciandosi gli occhi per togliere il torpore, e si massaggiò le guance. Niente barba. Nemmeno un filo.

-Dean... guardati allo specchio.- riuscì a dire Sam dopo un po'. Ma a Dean bastò guardare in basso.

-HO LE TETTE.- strillò infatti, con una vocina per nulla virile. Le tastò un po', in fondo era a petto nudo, e Sam si girò di scatto, non volendo stare a guardare suo frat-sorella palparsi. Dean si alzò di scatto in piedi, scendendo dal letto e correndo in bagno, lasciando andare l'asciugamano che aveva ancora addosso fino a cinque secondi prima. Si fermò di fronte allo specchio e non poté fare a meno di lanciare un altro urlo.

Era una donna. Dean era diventato una donna, sebbene dall'aspetto ancora mascolino, col seno piccolo, magrissima e coi capelli ancora corti e scompigliati. Ma le lentiggini sul viso erano ancora più evidenti, i tratti si erano addolciti, e gli occhi sembravano quelli di sua madre. In effetti nel complesso la ricordava.

-SAMMY.- gridò ancora, e  il fratello minore arrivò con gli occhi coperti con la mano. –Non fare il bambino, mi hai visto nudo un sacco di volte.

-Avevamo sette anni, Dean. E ora hai una vagina.- borbottò.

-Dobbiamo chiamare Castiel.- disse poi, e prese la maglietta che Sam gli stava porgendo, indossandola e sentendosi ridicolo, notando che gli arrivava fino a metà coscia.

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