Capitolo 8

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Castiel guardò Sam negli occhi e non poté fare a meno di vedervi tristezza, al loro interno. Stava sfoderando il suo solito sguardo da cucciolo ferito. Dannati Winchester e i loro sporchi trucchi.
-Sam... non avrei dovuto reagire così. Mi dispiace.- si arrese quasi subito.
-Sono io il coglione.- sospirò, e si passò una mano fra i capelli. -Sono io, perché mi sono fatto prendere dal panico, e... e non avrei dovuto.- allungò una mano per accarezzarle i capelli e poi una guancia. -E tu sei così bella, Cassie...- aggiunse in un sussurro.
Castiel arrossì,abbassando lo sguardo. Sam le alzò il volto per poterla guardare negli occhi. -Non-non ho mai, mai voluto così tanto qualcuno in vita mia.- ammise dopo un po', chinandosi poi per baciarla sulle labbra con passione, prendendole il viso fra le mani.
Cassie stavolta ricambiò prontamente, alzandosi in punta di piedi e socchiudendo le labbra per poter approfondire il bacio.
Sam la sollevò fra le braccia e le permise di avvolgere le gambe attorno ai suoi fianchi, mordendole l'incavo del collo e la clavicola sporgente. La teneva con un braccio sulla schiena, come una bambina. Castiel lo guardò ancora negli occhi e strinse le labbra fino a che non diventarono una linea sottile.
-Cassie, voglio che tu sappia che non sono ancora completamente tranquillo riguardo a... beh, lo sai. La faccenda della maledizione...
Castiel lo zittì con l'ennesimo bacio. -Non mi accadrà nulla.- gli sussurrò sulle labbra. -Finché sarò con te, e con Dean e Charlie... starò bene.- gli accarezzò i capelli, e Sam non si preoccupò di pulire i cocci della tazza.
Aveva altro per la testa.

-Porca troia!-esclamò Dean, entrata in cucina.Per poco non si era affettata un piede con la parte tagliente di alcuni cocci a terra.
Charlie accorse, sentendo il grido di Dean. -Tutto okay?-chiese, in apprensione.
-Sì... è che per poco il mio piede non è diventato una tartare.-borbottò, chinandosi. -È la tazza di Castiel.- mormorò poi. -La usa per bere qualsiasi cosa. O almeno la usava.
-Dici che è successo qualcosa?-Charlie si leccò pensierosa le labbra.
-Forse lei e Sammy hanno litigato... non saprei.
-Se tuo fratello le ha torto anche solo un capello...
-Calmati. Sam non è il tipo da... beh, fare cose seguendo l'istinto.-raccolse i cocci da terra. -Forse è semplicemente caduta ed erano troppo occupati per pulire...-aggiunse maliziosa. Charlie le diede uno scappellotto.
-Ma dai! Non mi dirai che quei due per fare pace...?
Un gemito acuto interruppe la rossa. Dean sghignazzò. -Lo SAPEVO!- allungò la mano. -Forza, sgancia cinque dollari.
-Ma non avevamo scommesso!-borbottò.
-Non mi importa, sgancia. Quei due non si faranno vedere nemmeno per cena.-scrollò la testa sorridendo.

Castiel si appoggiò di nuovo con la schiena al materasso. Aveva il fiatone. E le facevano male le gambe. E le braccia. E altre parti del corpo che non era sicura di avere fino a quel momento.
Sam se la tirò al petto, facendo passare un braccio sotto i suoi seni. Si sentiva meglio, forse perfino felice.
Sì, riusciva a toccare il cielo con un dito. Le baciò la sommità del capo, poi allentò la presa per permetterle di voltarsi e di appoggiare la fronte al suo petto. Sentì il suo respiro farsi più lieve, e capì che si era addormentata. Sorrise appena, e la seguì nel mondo dei sogni, con le dita fra i capelli scuri della ragazza.

-Credi che dovremmo dirlo?- chiese Charlie, montando sull'Impala.
-Nah. Sono grandi e vaccinati. Sapranno stare qualche giorno senza di noi.-ridacchiò, mettendosi al posto di guida e facendo uscire la sua Baby dal garage del bunker.
-Tanto torneremo fra nemmeno due giorni.-sospirò. -È un caso facile. Un fantasma o un demone coinvolto in degli omicidi vicino Kansas City.-mormorò,guardando sul suo Tablet rosso tutte le informazioni,mentre Dean si immetteva nella statale.
La Winchester accese la radio e iniziò a cantare a squarciagola. Puntualmente Charlie iniziò a tapparsi le orecchie.

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