Capitolo 9

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-Neanche una telefonata! In tre giorni!-esclamò Sam, sbattendo i sacchi della spesa sul tavolo della biblioteca. Cassie sussultò, era assorta nella lettura di un libro di cucina che il Winchester le aveva comprato dopo l'ennesimo disastro ai fornelli.
-Hanno detto che sarà una caccia breve.-mormorò, chiudendo il libro. -Si saranno fermate in motel a festeggiare...- sospirò.
Sam sospirò. Cassie tornò a leggere il suo libro, quando sentirono qualcuno battere con forza sulla porta di metallo. Sam corse, e si ritrovò davanti Dean,con un braccio attorno ai fianchi di Charlie, che se ne stava con la testa bassa. Il minore dei Winchester ci mise un paio di secondi ad accorgersi della ferita sul fianco della rossa, che ancora stillava sangue e sporcava la T-Shirt bianca.
-Ci hanno attaccate sulla via del ritorno.- raccontò Dean, mentre portava dentro l'altra e la prendeva a fatica in braccio, maledicendo il fatto di essere più bassa di lei. Riuscì a trasportarla fino nella loro camera, dove strappò via la maglietta e iniziò a tamponare la ferita. Castiel accorse e vista la ferita sbiancò. -Lama angelica.-sussurrò con un filo di voce, e si affrettò a prendere degli asciugamani imbevuti d'acqua e di alcol. Quello, di certo,non mancava nel bunker.
-Chi vi ha attaccati?Angeli?-chiese Sam, mentre puliva la ferita dal sangue.
-Erano in tre. Tutti armati fino ai denti. Hanno riconosciuto l'auto, Sammy! E hanno iniziato a colpire. Stavano per farmi fuori, ma lei si è parata davanti e-...-deglutì. -Ha perso conoscenza da almeno un'ora.- mormorò.
Cassie prese la cassetta del pronto soccorso. La ferita non era profonda, e non aveva intaccato organi, decise dopo un'occhiata. Forse qualcosa del suo io angelico era rimasto. Frugò all'interno della valigetta e trovò due metri di bendaggio e ago e filo. Con mano quasi tremolante, ma non troppo, iniziò a ricucire la ferita, mentre Sam portava fuori la sorella, che sentiva prossima allo scoppiare a piangere.
-Sammy! Non capisci! Mi ha salvata!-singhiozzò infatti una volta chiusa la porta alle loro spalle. Samuel abbracciò la sorella e la rassicurò che tutto sarebbe andato bene. In fondo, Charlie era una Winchester acquisita, e i Winchester affrontano sempre le avversità a testa alta.
Dean si asciugò gli occhi e appoggiò la fronte al petto del fratello (in realtà allo stomaco, non era così alta).

-Perché degli angeli dovrebbero attaccare Dean e Charlie?-chiese Sam, una volta andato nella sua camera da letto. Era stata una giornata pesante per tutti, in fondo.
-Dean diventando donna ha disobbedito al volere di Dio, che alla sua creazione la voleva uomo.- spiegò Cassie, infilandosi di fianco all'altro sotto le coperte.
-Anche i transgender quindi sono degli abomini agli occhi di Dio?
-Agli occhi di Dio siamo tutti figli suoi, non importa sotto quale aspetto. Tuttavia... la Bibbia viene presa ad esempio da parecchi miei fratelli e sorelle, che credono di essere nel giusto basandosi su un libro non aggiornato.- si accoccolò sul fianco di Sam, e lui le passò il braccio attorno alle spalle.
-Quindi...potresti venir presa di mira anche tu?
-È probabile.

Castiel non aveva assolutamente alcun talento culinario, ma a Sam andava bene così. Il suo ultimo pasto preparato con tanto amore per il cacciatore era stato bistecca con patatine come contorno. Peccato non avesse cotto la carne e non avesse tagliato o sbucciato le patate e le altre verdure.
-Samuel, sono seria. Non mangiarli.-disse Cassie, una volta capiti i suoi errori.
Sam invece aveva mangiato le patate e la carne crude. Ed aveva passato la notte in bagno.
Quando invece cucinava Dean era una festa. Pancakes con sciroppo d'acero e burro per colazione, stufato di manzo per cena... Castiel era quasi gelosa.
Charlie alternava momenti di lucidità ad attimi di semi incoscienza. Non ricordava alcuni avvenimenti, e Dean pensò che avesse sbattuto la testa troppo forte contro al muro. Aveva passato quegli ultimi sei giorni di fianco alla rossa, tenendole la mano e abbracciandola quando aveva abbastanza forze per mettersi seduta.
-Charlie... mi dispiace. Avrei dovuto portarti in un posto romantico, non a caccia... avrei dovuto approfittare prima dei momenti insieme... mi dispiace...-ripeteva in continuazione, fino a quando l'altra si era svegliata e le aveva detto che non era colpa sua, e che forse si era presa una bella cotta per lei. Dean aveva risposto con un sorriso debole e qualche lacrima. Charlie si era poi riaddormentata, e da quel momento in poi faceva a turno a stare sveglia per due ore e dormire le restanti ventidue o viceversa. Parlava poco, molto meno rispetto a prima, ma non si lamentava mai della ferita. Charlie era abituata a sopportare il dolore.

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