Quando Hermione si svegliò la mattina del quinto giorno, decise risolutamente che la sua reazione della notte precedente era stata una specie di incidente; semplicemente il potere della suggestione combinato con possibili allucinazioni indotte dalla fame. Il fatto che Malfoy fosse o meno convenzionalmente attraente - argomento sul quale non aveva alcuna opinione personale - contava poco nello schema di ciò che doveva fare. E di certo non aveva alcuna rilevanza per la proposta che aveva intenzione di fargli quel giorno.
Quando passò dal salotto, trovò Malfoy in piedi davanti alla televisione spenta con le braccia incrociate.
Alzò lo sguardo quando lei entrò e indicò lo schermo nero con uno scatto della testa. «Se questa dovrebbe essere arte, non la riesco a capire.»
Hermione sospirò osservando le decine di custodie di VHS e DVD aperte sparse sul tappeto. Per fortuna non sembrava averne separato nessuno dalla copertina, aveva solo aperto ognuno di essi per guardarci dentro.
«Non è arte», disse semplicemente. Non c'era modo di spiegare la televisione a Malfoy prima del caffè. «Perlomeno, non quando è così.»
Le sue sopracciglia si alzarono a quell'affermazione criptica, ma lui non chiese chiarimenti.
Hermione gli voltò le spalle, confidando che avrebbe sistemato i film nello stesso modo in cui aveva sistemato ogni altra cosa che aveva ispezionato in tutta la casa fino a quel momento. Accese il bollitore e cominciò a versare i fondi di caffè nella pressa francese.
«Hermione.»
Le sue spalle si tesero. «Cosa, Malfoy?»
«Cosa sono quelle scritte?»
Lei alzò lo sguardo e lo trovò a guardare, oltre la sua testa, il cartello di legno sopra la porta che conduceva alla stanzetta che ospitava la lavatrice e l'asciugatrice. Su di esso erano impresse le parole "Sia lode alla confusione" in stampato maiuscolo e sfumate in modo artistico.
Prima che lei potesse rispondere, lo sguardo di lui si spostò su quello appeso alla parete accanto a lei. C'era scritto "Per prima cosa...il caffè" con la "a" a forma di tazzina.
Lei aveva già notato che lui aveva anche osservato la scritta sopra il tavolo della cucina, che recitava "Il nostro posto preferito è stare insieme".
«Ehm, mia zia vive in Arkansas», disse come se fosse una spiegazione sufficiente. «Li manda lei. Pensa che siano divertenti.»
«Lo sono?»
Hermione si voltò a guardarlo. «Sono cosa?»
«Divertenti.»
«Non lo so», disse lei esasperata, spegnendo il bollitore. «Sono sciocchi, ma questo non significa che alcuni di loro non contengano buoni consigli.»
«Nella mia stanza ce n'è uno che dice "Diventa il motivo per cui oggi, qualcuno sorriderà".»
«Sì, beh, non aspetterò con ansia», mormorò Hermione.
Lui ridacchiò, e lei si girò verso di lui mentre il caffè era in infusione.
«Hai avuto fortuna?» chiese lei, reprimendo uno sbadiglio. «Con i volumi sui vincoli matrimoniali?»
Il sorriso di lui scivolò subito via dal viso. «No, per niente.»
Hermione scosse la testa. Era rimasta sveglia quasi tutta la notte, ma non aveva trovato nulla. A parte un nodo di ansia che sembrava aver preso dimora permanente nel suo intestino. Non si era resa conto di quanto avesse fatto affidamento sull'idea di una consumazione rapida e impersonale finché la prospettiva non le era stata tolta. Non aveva pensato ai dettagli, ma aveva pensato che non sarebbe stato così terribile lasciare che accadesse. A luci spente. Per lo più ancora vestita. Probabilmente da dietro.
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Ten out of Ten | TRADUZIONE
Fiksi Penggemar"Su una scala da uno a dieci, quanto ti sentiresti a tuo agio con me fisicamente?", le chiese. "Zero". Le labbra di Hermione si arricciarono per il fastidio, perché avrebbe dovuto prevederlo. Era affascinante che la portata della sua stronzaggine po...