Capitolo 13: Giorno 11

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Dopo il pranzo dell'undicesimo giorno, Hermione uscì dal bagno, ancora bagnata dalla doccia, e trovò Malfoy in piedi nella sua stanza.

«Malfoy!» gridò, stringendo più forte intorno a sé i lembi dell'accappatoio.

«Hermione», rispose lui. Sembrava del tutto tranquillo mentre si affacciava allo scrittoio di lei, rovistando nei cassetti aperti.

«E se fossi uscita nuda?», chiese lei.

Lui ridacchiò e la guardò per la prima volta. «Magari. Avrò anche avuto una vita privilegiata, ma non sono mai stata una persona fortunata.»

Le labbra di lei si arricciarono. «Cosa ci fai qui? Che mi dici della fiducia?»

«Che c'entra?», chiese lui, tenendo in mano un paio di mutandine nere di pizzo. «Credevi davvero che non avrei ispezionato questa stanza dopo averlo fatto in tutte le altre?»

In realtà, lei non ci aveva pensato. «Non lo so», disse lei, attraversando la stanza e strappandogli di mano le mutandine. «Mi sembrava un gesto di comune cortesia.»

«Forse con le altre persone», disse lui, sorridendole. «Ma noi siamo sposati. Ti ho già detto che sto imparando a conoscere i Babbani... e mia moglie.»

Fece un gesto verso un assortimento di oggetti che aveva sistemato sul letto, e il cuore di Hermione si bloccò nel petto quando individuò tra quelli il suo vibratore.

«Quante soluzioni interessanti hanno sviluppato i Babbani per problemi così diversi.»

Hermione fissò il copriletto, pregando che si riferisse al temperamatite o al piegaciglia, ma visto il sorrisetto che si allargava sul suo volto, non nutriva nessuna speranza. Non riuscendo più a sopportarlo, si allungò in avanti e strappò il l'oggetto viola dal letto, avvicinandosi e gettandolo senza tante cerimonie nel cassetto del comodino da cui era stato tirato fuori.

«Quello mi ha particolarmente incuriosito», disse. «Ha un interruttore ma non una spina?»

«Ha una batteria», disse lei, cercando di mantenere la voce uniforme. «È una forma di elettricità portatile.»

«Interessante. E per cosa si potrebbe usare quel dispositivo, mi chiedo?»

«È un massaggiatore.»

«Capisco», disse Malfoy, annuendo lentamente. «Ha una forma un po' sospetta, però, non è vero?»

Hermione ringhiò di frustrazione, stringendo i pugni sui fianchi. «Perché me lo chiedi se hai già capito cos'è? Ti piace torturarmi?»

Lui ridacchiò. «Be', sai che mi piace», disse, avvicinandosi a lei. «E non so cosa sia, ma se è quello che penso, allora questa è un'informazione molto utile per me.»

«E perché mai?», chiese lei, fissandolo con aria di sfida. Le guance le bruciavano, ma si rifiutava di sentirsi in colpa per essersi occupata dei propri desideri.

Lui si avvicinò a lei, le sue mani percorsero delicatamente i lati delle sue cosce e la sua pelle divenne rovente anche per il calore residuo della doccia. «Perché evidentemente il problema riguardava gli altri tuoi partner», disse a bassa voce, abbassando la testa per parlarle vicino all' orecchio. Lei appoggiò le mani al suo petto mentre le dita di lui le stuzzicavano la schiena. «Ora so che sai cosa ti piace... Devo solo convincerti a dirmelo. » Lei prese un respiro tremante mentre i palmi delle mani di lui scendevano sulle curve del suo sedere. «O a mostrarmelo», aggiunse, e lei poté sentire il sorriso di lui contro la sua guancia. «Come preferisci.»

Il calore la investì mentre le mani di lui la esaminavano spudoratamente attraverso la stoffa morbida. Lei gli strinse la camicia tra i pugni mentre le sue dita tracciavano la linea in cui le natiche incontravano le cosce.

Ten out of Ten | TRADUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora