9, Delitto al cioccolato

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Giovedì 22 settembre 2022, ore 22:01, casa di Louis e Zayn, Putney Heath, Londra.

Louis era invitato a una festa a cui avrebbero partecipato anche Harry e Niall. E Zayn. E Liam Payne.

Era una situazione spiacevole, tendenzialmente pericolosa, dalla quale non poteva e non voleva svignarsela. Se avesse dovuto esprimere un desiderio sarebbe stato di avere Eleanor al proprio fianco, ma era partita per Doncaster il giorno prima, fendendo dentro il suo cuore uno squarcio incolmabile.

All'occasione era stato assegnato un tema specifico: la moda. Ed era stata espressa richiesta del festeggiato, Shawn Mendes, che gli invitati si presentassero abbigliati come fossero appena saltati fuori da una copertina di Vogue.

Conosceva poco il ragazzo; frequentavano la stessa università, ma a garantirgli l'accesso era stata la sua formalmente ancora ufficiale relazione con Zayn, a propria volta collega di Manuel Mendes, docente di sociologia alla Roehampton, nonché genitore di Shawn. Se così non fosse stato sarebbe subentrato Harry, amico di Shawn da parecchi anni, a chiedergli di accompagnarlo.

Stava analizzando gli indumenti che costellavano il suo armadio, giocando con le varie combinazioni, non perché fosse indeciso, bensì per documentare ogni abbinamento e inoltrarlo a Harry, gongolando del suo entusiasmo manifestato per opera di audio e messaggi intrisi della più schietta venerazione.

A ogni foto inviata seguivano uggiolii e descrizioni piccanti su quanto e in quale modo Harry fantasticasse di farsi possedere da lui.

Louis stirò con le mani la camicia bianca che aveva stabilito di sfoggiare, i pantaloni color avana che evidenziavano la protuberanza sul cavallo e le due bretelle a bande bianche e nere che ne avrebbero accentuato l'effetto istigatore. Voleva che Harry tenesse gli occhi fissi su di lui per tutta la sera, che lo guardasse con la bava alla bocca, che lo bramasse come il più succulento dei piatti, che si dannasse per l'attesa di mangiarlo e che poi lo sbranasse, abbagliato da un appetito vorace.

Scattò un'ultima foto, mentre aveva addosso dei pantaloni succinti dalla vita scandalosamente bassa e una maglia sbrindellata che Clifford aveva preso in ostaggio poche settimane addietro, distruggendola irreparabilmente. Pur di non gettarla, Louis vi aveva annodato due lembi penzolanti, ma il fianco sinistro rimaneva nudo, l'etichetta dove erano impresse le istruzioni di lavaggio gli graffiava la pancia, le maniche erano pressocché inesistenti, e dai fori sparsi nell'area superiore della trama sbucava uno dei due capezzoli.

La risposta di Harry fu una corrente ansante, quasi un lamento: «Sei la cosa più sexy che abbia mai visto».

Louis strizzò il labbro inferiore con gli incisivi, soddisfatto del verdetto, e lisciò ciò che rimaneva dell'indumento, esponendo al riflesso dello specchio la fascia di peli al centro del petto e i segmenti salienti delle clavicole. Il capezzolo scoperto s'inturgidì. Nell'immaginare le condizioni di Harry in quell'esatto momento si sentì travolto da un'ondata fervida di adrenalina. Le guance si imbrattarono di rosa, tra le palpebre si accumulò una patina acquosa che intorpidì la vista.

Considerò sul serio di recarsi alla festa conciato in quel modo. Dopotutto, la moda era estrosità, bizzarria, era azzardo, e a lui pareva proprio di aver stracciato la copertina di una rivista, catapultandovisi fuori; magari non si trattava di Vogue, ma riteneva Rolling Stones un periodico altrettanto stimabile.

Inserì una mano sotto la maglia cenciosa, accarezzando il suo stesso addome caldo, e pizzicò l'orlo dei boxer radiato dai pantaloni.

Valutò di spedire a Harry un'altra foto, questa volta col dichiarato intento di stuzzicarlo, quando Zayn irruppe nella camera e restò nella cornice dello stipite a studiarlo con aria attonita.

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