2, Cheesecake ai mirtilli

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Lunedì 12 settembre 2022, ore 10:28, University of Roehampton, Londra.

Louis filò a passo svelto nel corridoio, assicurandosi che il vassoietto incastrato tra il braccio e il fianco non cascasse. Analizzò l'interno di ciascuna aula, acuì l'ascolto, e frenò all'improvviso, quando udì la voce distesa e sensuale di Zayn.

Si affacciò alla porta, senza oltrepassarla. Rimase a guardarlo muoversi dentro quella stanza spaziosa, dove ogni parola diventava eco, e quell'eco giungeva a lui.

Indossava una camicia di cotone bianco che rasentava con morbidezza la cintura di cuoio ormeggiata ai pantaloni aderenti. Zayn infilò le dita nei capelli neri e li esiliò all'indietro, appoggiando il sedere al ciglio della cattedra. Soddisfò la curiosità di uno studente, munendosi di passione e meticolosità, come era solito fare.

Zayn era un uomo brillante, talentuoso, traboccante di qualità, alcune di queste ancora inesplorate. Per Louis rappresentava fonte di ispirazione costante.

Non mancò di notare le espressioni estasiate delle studentesse, e persino di qualche studente. Apprenderlo, fu motivo di gongolamento e presunzione inespressi.

Aveva un fidanzato davvero bello, ammaliante. Era difficile smettere di scrutarlo, perché era una sorta di divinità antica, o qualcosa che vi si avvicinava molto.

«Per oggi è tutto. Siete liberi di andare a studiare» esortò Zayn, adoperando un tono sarcastico e vagamente teatrale.

Tra le mura divagò un chiacchiericcio tonante: Louis lo interpretò come un segnale. Indietreggiò per farsi da parte, e attese che lo sciame di ragazzi si esaurisse. Intravide Niall, il ragazzo conosciuto qualche notte prima, che lo salutò con un gesto movimentato della mano, mentre dialogava al cellulare con qualcuno.

Ricambiò con piacere il saluto e mosse un solo passo in avanti, andando a urtare contro il proprio fidanzato. Questo lo accolse con un sorriso allegro e intrappolò le sue guance tra i palmi. «Buongiorno» sussurrò, curvandosi a baciargli le labbra.

«'Giorno» rispose Louis, arricciando un sorrisetto. «Stavo dormendo quando sei andato via, e non abbiamo potuto fare colazione insieme... quindi ho pensato di portarti questo» annunciò, esibendo un vassoio di carta infilzato da due bicchieri.

«Il mio gattino premuroso» apprezzò l'altro, posando un altro bacio sulla sua bocca.

Zayn estrasse uno dei due contenitori e gli fece segno di seguirlo. Premette il gomito contro un maniglione antipanico e scostò la porta, tenendola aperta, in modo che passasse prima lui. Lo faceva sempre. Louis varcò l'uscio con leggiadria e ondeggiò i fianchi, prevedendo che l'altro lo stesse guardando.

«Jeans attillati» constatò l'uomo, gettando un'occhiata famelica sugli indumenti di Louis. «Sei più bello del solito, piccolo».

«Volevo fare una buona impressione su di te» spiegò, pescando il secondo bicchiere e sbarazzandosi del vassoietto in un cestino della spazzatura.

Su di te e su di Harry – avrebbe dovuto confessare, ma si guardò bene dal trasformare quel pensiero in fiato.

«A che ora comincia la tua lezione?» s'informò Zayn, parlando tra le labbra strette intorno a una sigaretta appena augurata.

«Tra poco» replicò, inghiottendo un sorso di caffè dalla fessura del coperchio. Si procurò una Marlboro anche lui e ne incendiò l'estremità, alternando, da quel momento, boccate e sorsate. «E la tua lezione com'è stata?»

«Stimolante» confidò l'altro. «Mi piace questo lavoro. È probabile che mi annoi, prima o poi... se capiterà, ci trasferiremo altrove» progettò, scaricando un assaggio di caffè sulla lingua. «Ma, per il momento, mi piace. E vado d'accordo con i colleghi».

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