Taehyung deve continuare a correre, deve scappare, deve raggiungere il confine e trovare un luogo sicuro per sé stesso e per sua figlia. Taehyung è un omega che ha perso tutto, la sua famiglia, la sua casa, il suo amore, il sé stesso felice e genuin...
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!!TW: presenza di un tema delicato!!
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Taehyung doveva correre, Taehyung doveva continuare a mettere un piede davanti all'altro il più velocemente possibile, Taehyung doveva tenere stretta la manina sudata di Misun per trascinarla con sé e farle mantenere un passo fin troppo accelerato per una bambina di quattro anni e mezzo.
I rametti degli alberi scricchiolavano sotto alle loro scarpe, le loro respirazioni erano troppo accelerate per risultare silenziose e i singhiozzi della piccola non aiutavano a mantenere il silenzio.
«Chiamiamola Misun.» Gli aveva detto Wooshik qualche giorno aver scoperto il sesso della piccola. «Significa bellezza e bontà.» Gli aveva spiegato.
«E tu come fai a sapere che sarà bella e buona?»
«Perché tu sei bellissimo, sei splendido e qualsiasi particolare lei erediterà da te, la renderà perfetta.» Taehyung era arrossito quando aveva sentito il suo alpha parlare così. «E io e te abbiamo due caratteri pacifici, sono abbastanza sicuro che sarà dolce e buona. Glielo insegneremo noi come essere educata e gentile.» Perché Wooshik, nell'immaginario del loro futuro insieme, ci sarebbe sempre stato per educare la loro piccola creatura.
«Allora okay, chiamiamola Misun.» Gli aveva detto col sorriso, alzandosi in piedi per raggiungere la sua stessa altezza. Il suo alpha aveva circondato i suoi fianchi con entrambe le braccia prima di baciarlo appassionatamente.
Taehyung continuava a correre in mezzo ai boschi, scappava dal suo branco, da quegli stessi lupi che gli era stato insegnato fossero la sua famiglia, gli stessi lupi di cui avrebbe dovuto sempre fidarsi. Taehyung si allontanava dal territorio che era stata la sua casa, trascinandosi dietro la figlia che aveva portato in grembo per nove mesi per poi permettere al suo alpha di scegliere il nome da metterle. La stessa cucciola che aveva dovuto svegliare nel bel mezzo della notte, le aveva detto di scegliere il suo peluches preferito da portarsi via, di indossare le scarpe e dopo essere usciti dalla porta sul retro del capanno, non avevano fatto altro se non correre.
«Secondo te quale sarà la sua prima parola?» Gli aveva chiesto all'improvviso una sera. Erano semi distesi sul divano di casa e si stavano coccolando dopo essere riusciti finalmente ad addormentare la piccola. Misun a breve avrebbe compiuto un anno ed era nel pieno della fase della lallazione, continuava a ripetere sillabe una dietro l'altra, quasi come se volesse parlucchiare e comunicare.
«Non lo so, anche se spero che dica appa.»
«E se dovesse dire prima papà?» Wooshik gli stava praticando un massaggio alle spalle, chinandosi di tanto in tanto per baciargli la nuca.
«Mh, quando dirà la sua prima parola, sapremo chi è il suo genitore preferito.» Sollevò il capo e sorrise al suo alpha che ricambiò il gesto e poi premette dolcemente il naso nell'incavo del suo collo, proprio in corrispondenza del marchio.
