25. Ricucire un palloncino

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Ricucire un palloncino




N.B musicale: sarebbe fantastico se ascoltaste Stand By Me appena lo leggerete nel testo. Lo stesso vale per Ho Hey dei Lumineers. Ci vediamo giù, nightingales! 🕊️



















«Indovina.»

«Cosa?»

La voce di Olivia traboccava un'eccitazione controllata, quasi la stesse trattenendo con delle redini. «Probabilmente verrò ingaggiata per dei servizi fotografici intorno al periodo del Ringraziamento. La mia agente mi ha anticipato che alla sfilata di settembre sono stata notata dalla Maybelline di New York... Sai, hanno bisogno di volti nuovi per sponsorizzare la loro nuova linea di rossetti. Chissà, possibile che mi contatteranno per le loro locandine pubblicitarie.»

«Oh!» Guardai la porta del bagno. «Bello, sono fiera di te.»

«E a proposito di sfilate... ti confesso che mi dispiace per Latisha. Ricordi che alla Fashion Week si era slogata la caviglia? Poverina, le è costata una delle occasioni più importanti della sua carriera.» Olivia, dall'altro capo della telefonata, sospirò. «Si è vista costretta a saltare le tappe di Milano e Parigi. Farsi sostituire è una delle cose più vicine all'umiliazione che una modella possa mai ricevere

Seduta sul bordo della vasca da bagno battevo il piede sul tappeto, scandendo un ritmo impaziente, osservando prima la saponetta sul lavandino, e poi la porta chiusa. Di continuo. Consapevole di aver lasciato Leonard da solo in camera, intanto che ascoltava la musica. Non potevo correre il rischio di farmi vedere al telefono, più per timore che l'avrebbe spifferato allo zio.

Cindy, invece, era assente; Desmond aveva staccato prima per portarla dalla psicoterapeuta, e da cui andava periodicamente già da un anno.

O almeno, da quando Gregg aveva divorziato ed erano emerse tutte quelle problematiche conflittuali che caratterizzava il rapporto tra fratelli e il legame malato tra Cindy e sua madre.

Da quello che mi era stato raccontato dallo zio, i due alternavano delle sedute che aveva il preciso scopo di riallineare un equilibrio in cui avrebbero dovuto convivere pacificamente, com'era giusto che fosse tra due fratelli. Dalla parte di lei si stava lavorando su un percorso rigenitorializzante, termine che Desmond aveva faticato a pronunciare, percorso che mirava a sbrogliare l'attaccamento dalla figura materna. Mentre dalla parte di lui c'era un percorso di crescita, in cui avrebbe dovuto prendere coscienza dei suoi valori, i suoi pregi.

Di una cosa, però, ero sicura: da quando avevo iniziato a fargli da babysitter, quei bambini stavano cambiando in meglio. Non respiravo più un clima competitivo; Cindy ascoltava Leonard, Leonard passava più tempo con Cindy e meno con l'MP3. Stavano costruendo un rapporto di rispetto reciproco, convivendo con le problematiche dall'altro. Ogni tanto la sorella tirava fuori il nome di sua madre, ma poi si frenava, ci ripensava, si rabbuiava, e cambiava discorso.

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