43. Lasciarsi andare

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Suggerisco una camomilla prima di iniziare.

(P.S musicale per chi è masochista come me: consiglio "Young Wild and Free" nella prima parte, e "Downtown Train" dalla metà dell'ultima parte)
(P.S.S: ricordate che c'è ancora l'epilogo)

Ci vediamo giù, nightingales 🕊️











Lasciarsi andare




























Fannie sapeva essere imprevedibile.

Avevo creduto volesse proporre un giro, un'uscita con gli altri membri. Un'escursione, al limite. La realtà si era dimostrata leggermente diversa, se non inaspettata; appurato che entrambi i gemelli potessero avvalersi del giorno di riposo e che Jay e Gwenda avessero la giornata a prova di impegni, Fannie ci aveva ordinato di impostare la sveglia alle tre del mattino, così che alle quattro saremmo partiti con l'auto di Gwenda da Chestnut Hill, e attorno alle cinque e mezza saremmo già giunti alle spiagge di Cape May.

Non era una meta qualunque.

«Avevamo celebrato la nostra prima riunione, qui» mormorai con un sorriso, la nostalgia che affondava in quei ricordi con la stessa facilità con cui le infradito affondavano nella sabbia fresca; stavamo procedendo gli uni vicini agli altri in direzione del bagnasciuga imbracciando borsoni e zainetti con dentro portafogli, teli, creme, borracce d'acqua. «Ma perché a quest'ora, Fannie?»

Scrollò le spalle. «Volevo vedere l'alba insieme a voi.»

«Orrore, stai diventando una sentimentale?» disse Gwenda.

«Analisi: i miracoli di un certo spogliarellista» aggiunse Jay, che si guadagnò un pugno da Fannie; lui si allontanò ridacchiando.

«Niente, sapete sempre come rompere un momento poetico.»

«Eh, gliel'hai servita su un piatto d'argento» rincarò Warren.

Altro sommesso giro di risate. Superata la pedana di legno costeggiata da spessi cespi di ammofile arenarie, decidemmo di fermarci a pochi passi dalla battigia, poco prima della sabbia bagnata e della sua dolce discesa. A quell'ora non si intravedeva anima viva, fatta eccezione per qualche pigro gabbiano che comunicava la sua presenza attraverso dei garriti striduli e la barchetta di un pescatore mattiniero, puntino che oltrepassava le boe. Dinanzi a quel silenzio, mi vidi costretta a chiudere gli occhi.

La salsedine mi pizzicò le narici.

Quando li riaprii, Warren aveva posato a terra il borsone, così gli altri, che aiutarono Fannie a stendere i teli e a fissarli con i sassi. Ci sedemmo, quei piedi nudi che scavavano tunnel sotto la sabbia e le punte delle nostre dita che affioravano come tonde conchiglie.

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