⛓ 𝗍𝖺𝖾𝗄𝗈𝗈𝗄 ، ごあ
Jeon Jeongguk e suo fratello maggiore governano Seoul, sono il male latente che affonda le sue radici nella città da molti anni ormai. In qualità di re della loro banda, il Geom-Eun Dogsa, controllare quel mondo fatto di bug...
«if I could paint the sky Well all the stars would shine a bloody red»
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𝕮𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢𝗟𝗢 𝕯𝗢𝗗𝗜𝗖𝗜
Taehyung era a dir poco nei casini. Dopo il macello che era successo nel suo appartamento, era stato costretto a rimanere nell'attico di Jeongguk. Ormai era praticamente notte, perciò era chiuso lì dentro da quasi un giorno. Naturalmente, l'attico di Jeongguk era estremamente lussuoso, e Taehyung avrebbe trovato il soggiorno piuttosto piacevole se non fosse stato per tre motivi. Primo: Taehyung era costretto a stare lì. Secondo: aveva un lavoro e aveva saltato un giorno senza alcuna ragione sensata. E terzo: era chiuso lì dentro e non c'era modo di convincere Jimin a lasciarlo uscire. Anche se era certo che Jeongguk lo avrebbe punito se l'avesse fatto.
Camminava in cerchio da diversi minuti ormai, mordendosi le unghie che cominciavano a fargli male. Nessuno era venuto a parlargli o ad aggiornarlo sulla situazione. L'unico contatto che aveva avuto era stato con una giovane donna (una cameriera, probabilmente) che era venuta a consegnargli i pasti. L'intera casa era chiusa coi lucchetti, finestre comprese. Anche i vetri sembravano essere a prova di proiettile, come dimostravano i numerosi tentativi di Taehyung di lanciarvi contro qualunque oggetto contundente, con scarso successo. Era bloccato lì dentro, non c'era modo di evitarlo. Così, invece di aspettare il padrone di casa come un bravo cagnolino, decise di dare un'occhiata in giro.
La cosa più evidente che Taehyung notò fu quanto fosse vuoto quel posto. Non fraintendetelo, l'appartamento era abbondantemente ammobiliato e pieno di costosissimi oggetti di lusso. Ma niente di tutto ciò sembrava avere un valore. Quel posto sembrava più un'abitazione che una vera e propria casa. Nessun oggetto aveva una storia, un ricordo da evocare, perché era tutto talmente nuovo. Taehyung aveva sempre amato i suoi mobili logori e le sue librerie inclinate perché associava a quegli oggetti tanti bei ricordi. Ma la cosa peggiore era che Jeongguk aveva un attico enorme e tutto per sé. Taehyung non riusciva a capire come potesse non sentirsi terribilmente solo in certi momenti.