Chapter 19: Neve Rossa

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La neve era alta e soffice.

I passi rumoreggiavano in modo flebile. Il cielo bruno era cosparso di tante stelle, le luci dei lampioni e degli alti edifici non riuscivano ad offuscarne la bellezza.

Shoto passeggiava in silenzio accanto ad Hanta e con le mani nelle tasche del suo cappotto corto bianco a striature blu. Il cappuccio gettava ombra sul suo volto corrucciato a causa di mille pensieri turbinanti.

Insieme, sulla pista ghiacciata, avevano provato a coordinarsi e Hanta si era dimostrato abile e probabilmente con un innato talento. Shoto, quando era stato preso per i fianchi e sollevato, aveva potuto sentire un brivido scorrergli lungo la colonna vertebrale.

Le mani dell'Alpha dai capelli neri non gli avevano concesso di provare alcuna paura. Un'ancora di salvezza soprattutto per la sua anima un po' travagliata.

«Sei bravo» disse e si stupì della sua stessa voce dolce.

Dopo che era stato quasi violentato dal subdolo Alpha Tenko aveva cercato disperatamente di diventare un Omega fuori dagli schemi, sempre apatico e pronto ad azzannare.

Ora con Hanta la sua maschera di finta ostilità iniziava ad incrinarsi pericolosamente.

L'Alpha dai capelli neri sorrise appena, i suoi occhi corvini erano fissi sui sanpietrini della stretta strada che stavano percorrendo per raggiungere il chiosco di Taishiro. La preoccupazione provata dopo aver visto Oboro venir tirato via da Katsuki per la questione di Izuku non aveva smesso un momento di serpeggiare sotto la sua pelle tiepida.

«No. Non sono neanche degno di mettere piede sul ghiaccio insieme a te».

«Non mi piace chi pecca di umiltà in modo così schifoso» sbuffò il bicolore.

Hanta, però, ridacchiò un pochino e scosse il capo.

«Hai forza e coordinazione. Le tue gambe sono toniche, sui salti te la cavi, vanno migliorati gli atterraggi» Shoto lo superò e gli si parò dinanzi: «Ho deciso! Diventerò il tuo maestro! E ti conviene accettare!».

Hanta sbatté incredulo le palpebre, visibilmente stupito. Il cipiglio incazzato di Shoto svanì a poco a poco e si trasformò in puro imbarazzo quando una risata vibrante esplose dalle labbra sottili del corvino.

«Che cazzo ti ridi?! Sono serio!».

«Scusa, scusa... è che sei adorabile!».

Shoto arrossì ancor di più: decise di dargli le spalle nella speranza di ritrovare un po' di contegno. Le sue mani persero il calore istantaneamente quando le tolse dalle tasche. Il freddo le arrossò, le portò al viso per raffreddarlo e cancellare i due schiocchi di rosso sulle guance.

«Ti stai prendendo troppa confidenza!» ringhiò l'Omega.

«Certo!» sbuffò Hanta. «Ma tra maestro e allievo non devono esserci segreti, giusto?».

Shoto si voltò con un'espressione curiosa. Hanta la trovò semplicemente affascinante. L'azzurro e l'argenteo degli occhi acquistarono gradualmente lucentezza, riflettendo alcuni dei lampioni che costeggiavano la strada. Il cappuccio che gettava ancora una pesante ombra li rese anche magnetici come quelli di un predatore.

Un'autentica tigre.

Hanta deglutì e portò una mano sul petto; il suo cuore batteva furiosamente e nella sua mente turbinarono nuovi pensieri decisamente molto sdolcinati e a tratti peccaminosi. Un pesante sospiro lasciò le sue labbra.

«Ci hai già ripensato?» bofonchiò Shoto, a braccia conserte.

«No. Sono felice di prendere lezioni da te ma... non posso ripagarti, Shoto».

BakuDeku - Arabesque in Fa MaggioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora