Chapter 11: Le Porte dell'Inferno, la Freccia di Cupido

221 16 12
                                    


Izuku seppe di essere spacciato nel momento in cui vide Tenko a braccia conserte alla fine del corridoio delle stanze all'ultimo piano del teatro di proprietà di Hisashi Midoriya.

«T-Tenko» disse nervosamente.

L'Alpha socchiuse pericolosamente gli occhi e gli si avvicinò con passo lento e cadenzato. Passarono diversi secondi dove gli sguardi si studiarono con emozioni e pensieri del tutto opposti, poi, secco e potente, uno schiaffo improvviso fendette l'aria e colpì una guancia di Izuku.

«Sei una sgualdrina, printsessa» disse gelido.

Izuku ebbe un sussulto; quando Tenko lo chiamava principessa in russo significava solo che le porte dell'inferno si erano spalancate per lui. Un senso di apatia inglobò tutte le sue emozioni facendolo diventare una bambola senz'anima.

Tenko gli afferrò i capelli e gli reclinò dolorosamente la testa all'indietro, le sue labbra arrivarono ad un orecchio e alitò del fiato caldo.

«Tu sai che cosa ti aspetta per il tuo peccato, vero?».

Izuku chiuse gli occhi un momento e quando li aprì stava già seguendo Tenko che gli aveva afferrato duramente un polso.

L'Alpha entrò nell'ultima porta a sinistra del lungo corridoio ramato, rivestito di rossa moquette e perfettamente silenzioso. Il rombo del rumore bianco era, però, assordante.

Izuku non provò nulla, neanche stupore, quando vide suo padre seduto su un'elegante poltrona di pelle nera, con una gamba accavallata sull'altra, un calice di vino rosso in una mano e l'altra chiusa a pugno a sostenersi il viso sogghignante.

Quella stanza era l'ufficio di Hisashi.

Era innegabilmente elegante; la libreria zeppa di libri alle spalle della poltrona era una combo con la pregiatissima scrivania e una cristalleria, accanto alla porta, riempita di bottiglie di liquore.

L'ampia vetrata affacciava su un terrazzo dove San Pietroburgo risplendeva in quella gelida sera di dicembre.

«Tenko mi ha informato della tua disobbedienza, Izuku» disse semplicemente Hisashi, divertito. «Quindi, saprai già che dovrai affrontarne le conseguenze».

All'Omega vibrò il labbro inferiore non per la paura ma per la rabbia. Non aveva fatto un bel niente e ora chissà cosa avrebbe dovuto patire per colpa di... Sussultò mentre i suoi occhi diventavano grandi e luminosi. La colpa era solo sua, in fondo. Aveva sentito risuonare quelle magnifiche note e si era lasciato trasportare da emozioni nostalgiche che non pensava di scoprire più.

«Tenko, puniscilo come più ti aggrada».

L'Alpha dai capelli bianchi sogghignò. La prima cosa che fece fu spingere Izuku verso Hisashi con una ben poco gentile manata alla schiena.

«Oh, che magnifica espressione! Una principessa che attende solo la morte!» commentò divertito l'uomo.

Le sue dita accarezzarono la guancia arrossata di Izuku che a stento trattenne un gemito di disgusto. Tenko lo afferrò per i capelli per spingerlo brutalmente in ginocchio.

«Ecco. E' questa la posizione che più ti addice, in quanto Omega, figlio mio» Hisashi prese un sorso di vino, poi continuò: «Perché ronzi intorno a quel pianista di Francoforte? Non ti avevo forse avvertito di stargli lontano e di portare rispetto al tuo Alpha?».

Izuku non rispose ma ciò gli costò un altro forte strattone ai capelli. Tenko gli strinse ferocemente le guance nella mano libera per guardarlo negli occhi.

«Rispondi, feccia di un Omega!».

Izuku non dischiuse neppure le labbra. Non aveva una risposta. Katsuki era capace di attrarlo e lui orbitava intorno a quella forza e a quell'odore prorompenti.

BakuDeku - Arabesque in Fa MaggioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora