Chapter 9: Minore e Maggiore

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Rody teneva in braccio i suoi adorati fratelli minori che dormivano sereni con le guance premute sulle sue spalle. Tutti e tre erano con Inko e Eddie, arrivati finalmente nell'immensa Russia e ora attendevano di poter essere ricevuti da Victor Kaminari, padre di Denki, per la collaborazione di lavoro.

Nella gelida camera d'albergo continuava a dondolarsi dolcemente mentre i respiri caldi dei suoi fratellini di quasi quattro anni solleticavano le sue orecchie. Pino, il pappagallino rosa dalle piume soffici multicolorate, trillava di tanto in tanto nella sua gabbietta appoggiata sul bordo dell'ampia finestra.

Il panorama era fantastico, non c'era nulla da dire, ma Rody era nervoso. Sentiva di star perdendo solo tempo, bloccato lì dentro.

Dietro di lui la porta venne aperta dolcemente. Il ragazzo si voltò, il sorriso che sbocciò sulle sue labbra fu imitato da quello di Inko. La donna raccolse delicatamente i suoi bambini per poter liberare Rody.

«Tesoro, perché non vai a farti un giro?» disse sottovoce.

Il giovane avvertì una vibrante gioia nel petto e con un cenno, seguito da un bacio sulla guancia di Inko e per ciascuna dei suoi fratelli, liberò la pallagallina e corse via.

«Pino, dobbiamo trovare Izuku! Mi manca così tanto!» disse, tra un salto e una corsa sulla lunga scala per raggiungere prima la reception dell'albergo poi la strada.

L'impatto dell'aria fredda e una folata di gelido vento lo fece rabbrividire.

Rody chiuse il suo cappotto grigio e aggiustò la sciarpa grigia con rombi verdi intorno al collo. Pino si infilò tra gli strati di lana per un po' di calore. Arruffò le piume contro il collo del ragazzo che rise.

La piazza era sgombra, c'erano poche persone; i palazzi tutt'intorno erano illuminati fiocamente da lampioni. Rody decise di puntare a sinistra, complice anche un po' la fame che provava.

La mano guantata di pelle nera la infilò nella tasca del suo cappotto: il rumore delle banconote e il tintinnio di alcune monete raggiunse il suo udito. Sì, poteva comprare qualcosa da mettere sotto ai denti, dopotutto era stato un lungo, lunghissimo viaggio in treno!

E così, spinto dalla fame, corse non sapendo proprio dove andare. Decise di far contare il suo naso e tale scelta non fu mai così giusta quando nelle narici, tra odori gradevoli di cibo fritto e ben cotto, arrivò per un frangente un aroma che mai aveva dimenticato.

Rody, nel bel mezzo di un vicolo costeggiato da alti palazzi antichi e lumi di vetro con luce calda e dorata, fu costretto a fermarsi con il respiro un po' affannato.

Nuvolette bianche uscivano dalla sua bocca, i suoi occhi ampi e argentei continuavano a guardare verso la fine della strada dove, tra alcuni negozi aperti, scorse un curioso chiosco.

Deglutì un groppo di saliva all'improvvisa secchezza della sua bocca dischiusa. Passo dopo passo raggiunse lentamente la sua meta e l'odore di pino e menta lo schiaffeggiò in volto come una mano invisibile.

«Dobryy vecher!» salutò Hanta, in perfetto russo.

«Buonasera» rispose Rody, prendendo posto.

Di nuovo quell'odore raggiunse con forza e prepotenza le sue narici. La confusione rapì la sua mente, Rody fu costretto a premersi una mano contro la fronte in un vago tentativo di non pensare a nulla di superfluo o creato dalle sue emozioni, diretto dalla sua fantasia.

«Posso avere il menu?» chiese.

«Certo!» rispose Hanta mentre glielo porgeva.

Per fortuna, oltre al russo c'era una traduzione in inglese. L'Alpha di diciotto anni scelse zuppa di miso, un paio di onigiri e dei takoyaki. Hanta iniziò subito a cucinare mentre Taishiro si occupava di stappare un paio di bottiglie di birra ad altri clienti.

BakuDeku - Arabesque in Fa MaggioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora