7 - Unire i punti

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Il risveglio, quella mattina, è strano, - è nuovo. -, nonostante accanto ad un persona, Simone, abbia dormito per più di vent'anni.

Ma quella persona non era Manuel.

Non era Manuel che, adesso, dorme nella parte di materasso che, Simone, pensava sarebbe rimasta vuota a lungo, lo stesso che, ancora dopo tanto tempo, ha una mano a penzoloni dal letto e l'altra sotto il capo dal quale i riccioli si cospargono su tutto il cuscino e lo rendono etereo.

Estremamente puro, ecco come appare agli occhi del corvino. Lui che non era riuscito proprio a dormire, facendosi una bellissima notte in bianco a studiare oggi dettaglio del giovane uomo addormentato di fianco a sé.

Poteva giurare di averlo osservato un quantitativo di ore troppo esteso, mandando a miglior vita tutto il fare indifferente che potesse esistere perché, quando qualcosa è bella, necessita delle giuste attenzioni: e Manuel era proprio bello.

Dall'altra faccia della medaglia, però, Simone sente un tarlo all'interno della sua testa, un mostro bastardo che, insinuatosi nel suo basso ventre, lentamente vuole giungere a possedere fino all'ultimo briciolo di lucidità.

Si sarebbe esaurito dietro a quella vocina che, insistente, gli martella la testa - parola dopo parola, supposizione dopo supposizione, fino a ridurlo in poltiglia.

Era stato bello, la notte precedente, c'era stato un perpetuo scambio di sguardi che, per quel che era durato, li aveva alleviati da tutte le preoccupazioni esistenti.

E s'era dilatato il tempo, fino all'infinito, facendosi bastare una serata intima per ricucire quell'enorme buco che li aveva separati. Il cratere che spingeva Simone a nord e Manuel a sud, sembrava esser stato colmato, formando un nuovo percorso nel quale correre insieme, fino a trovarsi faccia a faccia, con le punte dei nasi a scontrarsi e una nascitura voglia di iniziare ancora, insieme.

Poi si rende conto che non è così, che bello lo è stato davvero, tuttavia quella non può essere la loro nuova quotidianità. Non con un figlio che è alunno dell'altro, non con una fresca rottura alle spalle - dovuto ad una relazione frastagliata. - , non con il fragile cuore che si trovava nella tasca sinistra in alto nel petto.
Allora si alza, fa piano, infila le ciabatte e si trascina fuori da quella stanza, poi richiude la porta così da non destarlo durante la preparazione del caffè.

Ha l'istinto naturale di entrare in camera del figlio, abbassa la maniglia e ci si addentra. Prende posto su quel letto, cede indietro e stende la testa sul materasso, gli occhi puntati verso il soffitto nero, per via della luce spenta.

«Sono un disastro di papà, Leo, perdonami.» sussurra all'aria giacché, fisicamente, suo figlio non è lì. «Non accadrà più, rimetto tutto a posto, te lo prometto. Ho agito senza pens—no, non è vero: c'ho pensato e sapevo quel che facevo.» deglutisce «Era qualcosa che mi sentivo dentro, una mancanza da colmare, un vuoto da riempire. Hai presente quando ti dico che spero tu possa trovarti una persona che ti renda felice?» chiude gli occhi, respira piano «Ecco, il mio canone di paragone è lui —anche se mi ha fatto stare male, malissimo, questo non sarà mai quantificabile con il bene che mi ha lasciato, con lui c'ho proprio creduto al detto che, solitamente, le persone giuste arrivano al momento sbagliato. E non fraintendermi, per favore, non farlo, che io a papà l'ho amato più di qualsiasi altra cosa, m'ha reso la vita e mi ha donato te però –sì, la valenza che una persona ha nella tua vita si può dimostrare da tante cose ... e la sua, Manuel, me l'ha dimostrata in tutti gli anni che abbiamo passato distanti, scordandoci quasi la fisionomia l'uno dell'altro. Ero svuotato fino alla punta dei piedi, anche quando mi sentivo felice da morire, non capivo cosa fosse –non volevo capirlo. Poi -» sente dei rumori provenire dalla stanza di fronte, quindi si affretta a raggiungere la cucina e, sul serio, mettere su la moka – non pensando minimamente a quanto, quella, sarebbe risultata una scenetta familiare. «Grazie che ci ascolti sempre, Dado.» perché lui, con suo figlio, ci parla anche in sua assenza, tanto sarà ascoltato comunque, ne è certo.

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