9 - E=mc²

1K 67 47
                                    

Era diventata routine, per Simone, il sedersi sulla panchina fuori dalla classe del figlio, durante l'ora di filosofia del venerdì - che combaciava nella sua ora libera - per sentire la tranquilla voce di Manuel spiegare l'ennesimo filosofo o, spesso, raccattare un argomento x e chiedere ai suoi alunni cosa ne pensassero.

«Ipazìa.» Leonardo, onestamente molto colto in quella materia, risponde alla domanda fatta in precedenza dal prof da cui, subito dopo, si prende i complimenti - e, senza ombra di dubbio, questo non era merito della nascente relazione tra i due giovani uomini, piuttosto del piccolo che, sembrava chiaro, volesse seguire le orme del nonno, o quantomeno apprendere certi suoi saperi.

Il cellulare gli squilla e lui sobbalza. Daniele. Manda gli occhi al cielo e, cosciente di esser stato a lui a chiedergli di chiamarlo, si porta lontano da lì, raggiungendo le scalette che giungevano sul piccolo terrazzino di cui la scuola era munita.

«Lavoro sempre fino alle tredici, ricordi?» pigola ancora prima di averlo salutato «Dovresti ricordarti di quel che ti dico, ogni tanto, comunque buongiorno e grazie per non avermi fatto aspettare tempi colossali per la telefonata. Devo parlarti, te l'ho detto.» il tono piatto, privo d'interesse.

«Ciao, boh, scusa, m'è passato di testa.» si affretta a dire l'altro «Ti ascolto, anche io, poi, devo dirti una cosa.» gli fa eco e qualcosa lascia intendere a Simone che non sia una bella notizia.

«Ok. Non che sia una cosa che ti riguardi più, o che mi senta in dovere di dirtela, semplicemente non voglio che tartassi Leo se, eventualmente, ti viene a dire qualcosa.» fa un respiro profondo «Ho iniziato a vedermi con Manuel e, prima che me lo chieda, sì, quel Manuel, l'unico che conosco,» e mai accetterò nella mia vita «tu cosa devi dirmi?» cambia disco, tanto non ritiene utile continuare quel discorso dell'altro.

«Penso di scendere il prossimo weekend.» ah «Così, per passare un po' di tempo con Leo .. ti va bene?» ed è come se cercasse un consenso, come se, sotto sotto, volesse stare pure con lui, oltre che con il figlio.

«Certo che mi va bene, assolutamente, anzi, mi stavo chiedendo quanto altro tempo ancora volessi fare il prezioso prima di venire a salutarlo.» con la coda dell'occhio vede Manuel, con due bicchierini di caffè tra le mani, avvicinarsi a lui «Ora devo andare, se Dado non ti chiama fallo tu, ma non prima delle cinque che sta all'allenamento, ciao.» riattacca senza nemmeno attendere una risposta, tanto non ha più alcun interesse verso quell'individuo - anche se, in fondo, prova dolore nel comportarsi così con lui, dato le aspettative primarie che aveva nei suoi confronti.

«Caffè espresso per matematici incazzati, - Manuel lo canzone e gli porge il bicchierino - problemi?» si porta davanti a lui, indeciso se scioccargli un bacio sulle labbra o meno, dato il contesto nel quale si trovavano.

«Se nel mezzo c'è il papà di Leo, - sospira rassegnato - non potrebbero essere altrimenti, ma non parliamo di lui -per favore.» compie un passo in avanti, una mano scivola sul suo fianco e l'altra regge la bevanda quasi fredda, dati i minuti passati da quando la macchinetta l'ha fatto.

«Va bene, come preferisci, ma sai che non mi da fastidio, nel caso in cui ne avessi bisogno.» quello, l'essere maturi, era una delle basi su cui avevano deciso di fondare il loro nascente rapporto. Il medesimo che avrebbero cresciuto e curato nei minimi dettagli, giacché ora ne avevano le possibilità, senza correre dietro a nessuna data limite, senza curarsi delle dicerie altrui - finalmente si erano trovati e nessuno al mondo sarebbe riuscito a separarli ancora una volta.

«Tu, stasera, hai da fare?» Manuel riprende la parola, in un sorso finisce quel caffè e porta la sua mano su quella di Simone.

«Da fare, ehm, non credo, Leo sicuramente esce e non penso di andare da Jac-» il suo discorso muore sotto una carezza del maggiore, lievemente appoggiata sulla guancia sinistra, accompagnata da un sicuro «bene, adesso hai un impegno allora.» che altro non fa se non aumentare la gioia sul volto del corvino - stato che, da oramai una settimana, era diventato caratteristico della sua persona.

Spazio Tempo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora