12 - Spazio Tempo

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Da Piazzale Socrate si vede tutta Roma, riuscendo a contemplare la sua eterna bellezza e, per una volta, sentendosi più grandi di quell'amplesso di case, vie e monumenti.

Quindi Simone non aveva opposto resistenza quando, quel mercoledì pomeriggio, suo figlio gli aveva di passare qualche ora lì: l'uno avrebbe studiato e l'altro corretto i recenti compiti in classe della classe quinta in cui insegnava.

Quello che non si aspettava il corvino era che Leonardo si fosse messo d'accordo con Dante per farli incontrare alla Villa.

«Dopo che m'hai lasciato al cinema, potresti passa' a casa dello zio che me so scordato 'na busta coi libri di chimica?» alza un sopracciglio per capire se il padre se la fosse bevuta o meno «Certo – perfetto, andata! – tanto non avevo niente da fare. Senti ma ... con chi vai a vedere 'sto film?» chiede, nonostante già sapesse la risposta.

«Con Francesca.» borbotta, probabilmente con le guance rosse «Oh, bene! Quindi state assieme. Se ha i modi di Monic-» viene fermato seduta stante «No! Stop! – smanetta il figlio – Non. Stiamo. Assieme.» scandisce bene le parole «Mi è più simpatica delle altre, tutto qua. Non ti fare strane idee tu.» torna con il capo chino sui libri, evidente segno di via di fuga giacché inglese era la materia che più odiava fare.

Quel mi è più simpatica delle altre alle orecchie di Simone aveva avuto la medesima valenza di con te è diverso quindi «Non si gioca con le persone Dado, lo sai vero?» si sente di consigliarlo «Fai bene a passare del tempo con lei, però quando se dovessi sentire che non fa per te allora lasciala andare, non incatenarti tu e non ferire lei.»

«Parli per esperienza?» ennesima domanda retorica che gli pone «Sì, ma so che lo sai. Lo zio Jacopo non sa tenersi un cecio in bocca, tu' nonno poi.» alza le spalle «In realtà me l'hai detto tu adesso: mentre parlavi ti guardavi le mani che, nervosamente, stavi cercando di stritolare. Lo fai sempre quando sei nervoso o si parla di qualcosa che non ti fa stare a tuo agio. Ti conosco, quindi grazie per avermelo detto.» gli sorride «Però tranquillo, c'hai 'n figlio modello.» fa un po' il buffone, riuscendo a farlo ridere.

Simone sente il cuore scoppiargli di gioia a vedere un piccolo uomo – suo figlio – cresciuto con sani principi e una testa funzionante che non si accumunava agli altri solo per essere incluso nel branco – le aveva sempre odiate queste cose.

«C'hai parlato con Manuel?» non lo chiama professore, tanto era complicata la situazione «Perché vuoi saperlo?» la voce si fa flebile «Perché pure tu mi fai sempre un sacco di domande e poi, guardati, devi toglierti questa faccia papo, per forza. Non riesco proprio a vederti mogio.» indica Roma con un dito «Ora sembriamo giganti, ma persi laggiù siamo puntini quindi non dovresti farti schiacciare un problema che è ancora più piccolo di te.» forse guarda troppi documentari sulle scuole filosofiche ellenistiche, medievali e moderne «Possibile che tu non abbia capito cosa vuoi dopo tutte le volte che ti sei letto Una Vita Felice?» centra il nocciolo della situazione «Tutti, o fratello Gallione, vogliono vivere felici, ma quando poi si tratta di riconoscere cos'è che rende felice la vita, ecco che ti vanno a tentoni; a tal punto è così poco facile nella vita raggiungere la felicità, che uno, quanto più affannosamente la cerca, tanto più se ne allontana, per poco che esca di strada; che se poi si va in senso opposto, allora più si corre veloci e più aumenta la distanza. Perciò dobbiamo prima chiederci che cosa desideriamo; poi considerare per quale strada possiamo pervenirvi nel tempo più breve, e renderci conto, durante il cammino, sempre che sia quello giusto, di quanto ogni giorno ne abbiamo compiuto e di quanto ci stiamo sempre più avvicinando a ciò verso cui il nostro naturale istinto ci spinge. Finché vaghiamo a caso, senza seguire una guida ma solo lo strepito e il clamore discorde di chi ci chiama da tutte le parti, la nostra vita si consumerà in un continuo andirivieni e sarà breve anche se noi ci daremo giorno e notte da fare con le migliori intenzioni.» recita a memoria quella parte, tante sono le volte che lo ha letto e sentito leggere dal padre, facendo creare qualche piccola lacrima negli occhi di Simone.

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