«Ecco fatto piccolo, sei pronto per tornare a giocare a calcio».
Il piccolo Ryota ruotò il suo braccio e lo osservò contento, il gesso lo infastidiva molto e gli prudeva il braccio quasi fino a farlo arrabbiare. ma ormai quel mese era passato e lui, finalmente, poteva tornare a calciare il pallone.
Il padre ringraziò il dottore dai baffi ingialliti dal fumo e firmò dei fogli prima di prendere in mano il figlio e portarselo fuori dall'ospedale.
«Sei contento?», gli domandò percorrendo il corridoio di uscita; Ryota gli rispose con un cenno enfatico della testa mentre stringeva grande mano del padre. «Te l'hanno tolto giusto in tempo per vedere l'eclissi».
Il bambino alzò lo sguardo strizzando gli occhi per il sole. «Che cos'è un'eclissi papà?», gli domandò. E a quel punto il padre dovette trovare un modo per spiegargli cosa succedeva in quegli istanti in cui il cielo perdeva il suo colore.
«Il sole e la luna non si incontrano mai nello stesso momento, ma dato che la luna è innamorata persa del sole, si concede una volta l'anno di andare a trovarlo solo per qualche istante. Quindi ci passa davanti facendo calare la notte. Poi, la luna se ne va e ritorna la luce del giorno».
«Non ho capito nulla papà», gli confessò deluso. Il padre sorrise e prese in braccio il figlio.
«Allora guarda».
Il bambino strizzò gli occhi che quasi non riusciva a vedere nulla, ma d'un tratto, una sfera nera stava arrivando da sinistra e stava passando davanti al sole con lentezza. La luce stava pian piano svanendo e l'aria fresca fece rizzare i peli di Ryouta, ma ciò non lo distrasse dal fenomeno raro che stava guardando.
«Papà guarda! Sta arrivando!»
La luna coprì interamente il sole e un anello di fuoco era tutto ciò che rimaneva a fare capolino dietro la collina. Il tutto durò poco più di un minuto, ma Ryouta non aveva mai visto il giorno diventare notte e la notte diventare giorno in così poco tempo.
Le persone che si erano permesse di fermarsi in quel punto a osservare il fenomeno fecero versi meravigliati e filmarono il tutto con il cellulare senza godersi appieno quell'esperienza che diede una scarica di adrenalina al bambino.
Quel giorno d'estate c'era l'eclissi più bella che Ryouta avesse mai visto, ma non perché non ne aveva mia vista una. Semplicemente perché era un fenomeno tanto bello che non riusciva a capire cosa stesse provando in quel momento.
Al momento di tornare a casa, Ryouta era avvinghiato al busto del padre e guardava ciò che aveva alle spalle dell'uomo.
In quel campo c'era un albero dalle foglie che sembravano stessero cadendo sul terreno, era un albero bizzarro e molto affascinante, ma la cosa più affascinante era che intorno c'era l'erba verde e fiori colorati, sotto di lui c'era semplicemente terra: l'unica zona di quel vasto prato che non aveva forme di vita vegetali se non una.
C'era un fiore lì, cresciuto nel terreno arido sotto quell'albero dai rami tristi che cadevano verso il basso.
Era un giglio bianco dalle sfumature azzurre.
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•.*𝐿'𝒶𝓈𝓈𝒶𝓈𝓈𝒾𝓃𝑜 𝒹𝒾 𝓁𝓊𝑔𝓁𝒾𝑜*.• [Dabi x oc]
Historia CortaUna notte, nell'ospedale di Kurashiki, Yura sente un rumore provenire dalla finestra della sua stanza al piano terra. Scoprirà che si tratta di un ragazzo che ha intenzione di ucciderla.