Uno

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Giulia tolse la penna dalla bocca e riflettè. Aveva di fronte a sè un foglio abbastanza grande diviso in alcuni quadretti, che rappresentavano le stanze, e una lunga striscia centrale, che equivaleva al corridoio. Era la pianta di un piano dell'hotel scelto per il ritiro estivo in Valle d'Aosta. Le stanze erano tutte doppie, tranne una tripla che i ragazzi si sarebbero litigati come al solito. Spettava a lei l'organizzazione delle camere e non era un compito semplice, soprattutto se aveva qualcuno di fronte che non la lasciava lavorare in pace.

- Tu non ci vai a mangiare? - iniziò lei.

- Ti aspetto. -

- Grazie, ma se vuoi vai pure. Qui ne ho ancora per un po' -

- Dove mi hai messo? - disse poco dopo, provando a sbirciare.

- Quando lo dico agli altri, lo scoprirai anche tu. - rispose lei coprendo con la mano la parte nella direzione in cui stava guardando.

- Non me lo puoi dire ora? -

- No, non posso. E se proprio vuoi saperlo, non ti ho ancora piazzato. - Forse sarebbe dovuta stare zitta.

- Ah no? Allora mi metti con Fede? -

- Non posso, già messo con Álvaro. -

- Ah... e con Simone? Anzi anzi, in quella tripla con Fede e Àlvaro? -

- Non ci sono solo le tue preferenze e degli altri. Ho anche alcune indicazioni del mister da rispettare. -

Infatti, il mister le aveva espressamente chiesto di non mettere insieme i più "casinisti", da quando, durante la stagione precedente, Zaza e Mattiello avevano rotto un lavandino alle 3.30 del mattino nella loro stanza dell'hotel di Genova dov'erano in trasferta. Come avevano fatto, lo sapevano solo loro.

- Del tipo? -

- Del tipo che non sono affari tuoi. -

Non avrebbe voluto rispondergli male, ma aveva quasi terminato quella questione delle stanze, voleva raggiungere gli altri in mensa al più presto e le sue parole non facevano che rallentarla. Calò il silenzio nella sala con la porta a vetri adiacente al campo d'allenamento di Vinovo. In quei pochi minuti il senso di colpa della brutta risposta che gli aveva dato si insinuò in lei e non ce la fece più. Era troppo buona. Ed erano troppo amici loro due. Tanto che, al ritorno dal ritiro, lui sarebbe andato a stare da lei per qualche mese perchè aveva da fare parecchi lavori nella sua casa nuova.

- Scusa se ti ho risposto male, ma è un casino far quadrare tutto, qui. - disse mentre con una mano scriveva e con l'altra si teneva la testa.

- Non importa. Ora andiamo a mangiare: finisci dopo. - le disse fermandole la mano con cui stava scrivendo con la sua.

Mentre percorrevano il corridoio che conduceva nella sala da pranzo lui le si affiancò. - Prima, hai solo pensato alle scuse che mi dovevi o hai anche deciso dove mettermi? -

- Daniele, certo che sei proprio un rompicoglioni! -

- Allora? -

Sospirò - No. -

Arrivarono nella sala da pranzo e si sedettero nel tavolo insieme a Federico Mattiello, Claudio Marchisio, Simone Zaza e Stefano Sturaro. Poco dopo entrò il presidente nella stanza e richiese l'attenzione. Stefano non se ne era era accorto perchè stava leggendo dei messaggi al cellulare e toccò a Giulia pestargli un piede per avvertirlo. Subito la guardò male, ma quando vide Agnelli, la ringraziò mentalmente per avergli evitato un richiamo imbarazzante.
L'annuncio riguardava il fatto che quest'estate sarebbe arrivato un nuovo giocatore: Domenico Berardi. Giulia sapeva già dal giorno prima che l'accordo era stato raggiunto ed era anche a conoscenza del fatto che le trattative procedevano bene da qualche tempo, così aveva già avviato la stasura del comunicato e il video che avrebbe dovuto caricare sul canale youtube come presentazione del giocatore per portarsi avanti nel lavoro.
Lavorava lì da circa un anno e ormai aveva imparato la serie di attività promozionali e non che si portavano a termine quando arrivava un nuovo giocatore, organizzazione della conferenza stampa di presentazione compresa. Allegri si era raccomandato di non far parola con nessuno riguardo il nuovo giocatore, perchè, le aveva spiegato, se la notizia fosse uscita da Vinovo non avrebbero tardato neanche i giornali ad apprenderla. Fu allora che le venne un'idea. Aspettò che il presidente avesse finito di parlare e fosse uscito per esprimerla al diretto interessato.

- Dani? -

- Sì? -

- Ho scelto con chi metterti. - Il nuovo attaccante non aveva certo la fama di essere uno tranquillo e stare con uno del carattere di Rugani forse l'avrebbe aiutato ad inserirsi meglio.

- Per forza? -

- Per forza no, però potresti aiutarlo ad ambientarsi meglio dato che vi conoscete già per via della Nazionale. Ovviamente non ti obbligo, però non sarebbe male come sistemazione. Ma se non vuoi... -

- Credo anch'io che sarebbe una buona idea - Si intromise Claudio, da buon capitano.

- No, non c'è problema. Starò in stanza con lui -

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Il resto della giornata trascorse tranquillo.
Giulia stava osservavando l'allenamento del pomeriggio dalla sua scrivania attraverso il vetro. Le sedute erano ancora blande: erano i primi allenamenti del periodo estivo e il mister non voleva rischiare infortuni inutili dato che i giocatori rientravano dalle vacanze ed erano fuori forma. La partenza per il ritiro era stata programmata per la settimana successiva e stava facendo una lista dei giorni, degli orari e dei prezzi degli allenamenti aperti ai tifosi da pubblicare sul sito internet.
La maggior parte dei lavori che faceva da quando lavorava lì si basavano sulla gestione dei vari siti e account sui social network, oltre che all'organizzazione pratica degli eventi e alle traduzioni in conferenza stampa quando ce n'era bisogno, soprattutto nelle trasferte all'estero.
A un certo punto le prese l'agitazione quando le cadde l'occhio sul campo e vide Rugani cadere sul piede sinistro e tenersi la caviglia, ma pochi secondi dopo si alzò: era solo una leggera storta, nulla di grave. Lui si accorse che Giulia lo stava osservando preoccupata, così le fece segno che era tutto a posto e le sorrise. Poi riprese a correre.
Quando si rilassò, la ragazza si accorse di avere già una gamba fuori dalla sedia, sarebbe stata pronta ad alzarsi. Sapeva quanto Daniele fosse legato alla sua squadra e in generale aveva paura che tutti si facessero male, in fondo era sempre stata tifosa della Juve, ed essere assunta lì a lavorare non aveva cambiato questo fatto, quindi aveva sempre timore che si facesse male qualcuno di fondamentale per la squadra.
Si rimise seduta dritta e continuò ciò che stava facendo prima.

Ho imparato già ad amarti senza più riserva alcuna - Daniele Rugani [REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora