Due

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La mattina seguente Giulia fu svegliata dal suo cellulare che suonava sul comodino. Convinta che avrebbe smesso, si girò dall'altra parte e lo lasciò squillare. Ma alla terza volta fu costretta a rispondere. Mentre afferrava il telefono le cadde l'occhio sull'ora. Le 9.00. E su chi la stava chiamando. Daniele. Quasi le venne un colpo. Avrebbe dovuto essere sveglia molto prima perchè lui doveva cominciare a portare delle cose a casa sua e, invece, lei aveva dormito fino a tardi ignorando la sveglia e la suoneria del cellulare per tre volte. Allora rispose, pronta alle sue battute idiote sul fatto che fosse una dormigliona, e intanto cominciò a cambiarsi velocemente.

- Pronto? - disse con una voce ancora assonnata.

- Buongiorno! Quanto avevi intenzione di dormire ancora? -

- Non stavo dormendo. -

- Come no! E per le altre chiamate che scusa hai? Dai, sappiamo entrambi che non è vero. - ribattè lui ridendo.

Giulia sbuffò.

- Sono arrivato. Apri la porta o devo stare qua ancora un po'? -

- Stamattina ti lascerei volentieri fuori, ma Allegri non sarebbe contento di perdere un giocatore all'inizio del ritiro, per di più schiattato dal caldo. -

- La voglia di fare battute non ti manca mai, vero? -

- Con te vengono bene le battute. -

- Lo prendo come un complimento? -

- Se vuoi. Sto arrivando. - Giulia chiuse la chiamata e scese le scale di corsa.

Prese le chiavi che erano sul tavolino dell'ingresso e aprì la porta. Subito fu invasa da un'ondata di caldo estivo che contrastava con l'aria condizionata di casa sua. Oltre che dalla luce del sole, che le fece sbattere gli occhi.

- Ciao. - lo salutò lei.

- Sì sì, stavi proprio dormendo. Se non ti chiamavo non ti saresti nemmeno alzata. -

Lei lo ignorò e cambiò discorso, indicando il borsone che teneva in mano: - Vai pure su. Sai già dove andare. - Lui le fece un sorriso eloquente e si diresse su per le scale.

La ragazza si recò in cucina e cominciò a preparare qualcosa per fare colazione. Poi si sedette al tavolo e aspettò che il suo amico avesse finito di sistemare le sue cose nella stanza al piano superiore che avrebbe usato per il tempo in cui sarebbe stato lì. Quando scese, prese una sedia e si sedette al tavolo di fronte a lei.

- Vuoi qualcosa, rompiscatole? -

- No, grazie. Ho già mangiato a casa. - rispose Daniele, ridendo per come lo aveva chiamato.

- Cosa ridi? - disse lei, mentre si alzava dalla sedia e sistemava il tavolo.

- Niente. Perchè non ammetti che dormivi ancora? - continuò.

- Perchè non è vero! - Era un po' orgogliosa e per questo, a volte non ammetteva i fatti più evidenti.

- Ah sì? - quindi si alzò e si avvicinò a lei. Poi la abbracciò da dietro e iniziò a farle il solletico.

- Finiscila! - ripeteva lei mentre si piegava dalle risate.

- Lo ammetti, allora? - disse lui fermandosi per un attimo.

- Sì, sì va bene, mi arrendo! Hai ragione! Probabilmente avrei dormito ancora! - lui la lasciò andare ed entrambi scoppiarono a ridere. - Certo che sei proprio deficiente! -

- Sì, e tu sei peggio! - ribattè lui, senza fermare le risate. - Dai, andiamo che tra un po' inizia l'allenamento. -

- Va bene, va bene. - acconsentì Giulia. Poi le venne in mente una cosa. - Ti sei fatto male ieri all'allenamento? Quando hai preso la storta? - chiese poi, leggermente preoccupata.

Ho imparato già ad amarti senza più riserva alcuna - Daniele Rugani [REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora