Voglio Vivere!

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Trama: Cosa sarebbe successo se Merlino avesse continuato a vivere dopo essere stato colpito dai Dorocha? Come sarebbe stata la sua vita?
Lancillotto lo portò a Camelot, ma Gaius non poteva fare nulla, così il cavaliere, sentendosi inutile, fece l'unica cosa che avrebbe potuto fare per salvare il suo migliore amico: sigillare il velo.  (😭😭😭)
Tempo: Dopo la 4x01 e la 4x02
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Artù e i cavalieri tornarono silenziosamente a Camelot.
Quando arrivarono, fu subito dato l'ordine di preparare il funerale di un eroe.
Il principe di Camelot corse subito nelle stanze di Gaius.
"Gaius!"
"Sire" si inchinò il medico.
Artù aveva un volto che portava raramente. Era un volto preoccupato e triste.
"È... è?" chiese, con la voce tremante.
"No, sire".
Un sospiro di sollievo sfuggì alle labbra di Artù.
"Ma..."
Gli occhi di Artù si alzarono di scatto.
"Non sta nemmeno bene".
"Cosa vuoi dire?"
Gaius fece un movimento della mano come per dire "venite qui".
Artù si avvicinò al letto del paziente, vedendolo per la prima volta quel giorno, perché prima era coperto dal corpo di Gaius.

Sul letto c'era Merlino.
Era bianco come il lenzuolo ed era coperto da quello che poteva essere un sudore freddo, anche se era vicino al fuoco scoppiettante.
Tremava anche se era sotto molte, molte coperte.
"Non puoi fare altro, Gaius?".
Il medico scosse la testa.
Un sussurro giunse alle orecchie di Artù. Guardò il suo amico. Gli occhi erano aperti e la bocca cercava di dire qualcosa.
Artù si sporse in avanti per cercare di capire cosa stesse dicendo.
"... u... a... ve".
Artù non capì, quindi si sporse ancora un po'.
"Si...t...vivo".
Un piccolo sorriso apparve sul volto del principe.
"Sì, sono vivo, Merlino" guardò negli occhi dell'amico. Erano felici, ma dopo un attimo si preoccuparono.
Artù capì subito.
"È stato Lancillotto. È morto da eroe".
Il volto di Merlino si contorse per il dolore e gli occhi gli lacrimarono.
Le lacrime cominciarono a scendere.

Il cuore di Artù si strinse.
"Mi dispiace Merlino... avrà un funerale da eroe".
Merlino cercò di annuire e poi girò il viso, in modo che Artù non lo vedesse.
Dopo di che, il principe lasciò le stanze del medico.
Doveva trovare qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse riportare in vita il vecchio Merlino.
Che potesse far vivere Merlino.

E ci provò. Ma tutti sapevano che nessuno era mai sopravvissuto al tocco di un Dorocha. E così, nessuno conosceva una cura per i suoi effetti.

Per Merlino era come la morte.
Peggio di essa.
Non poteva fare nulla, letteralmente.
Era sempre a letto, vicino al fuoco scoppiettante, ma si sentiva come se fosse nel mezzo di una tempesta di neve.
Faceva freddo. Tanto freddo. Troppo freddo.
Questo rendeva la sua vita ancora più difficile, non riusciva nemmeno a stare in piedi o a parlare normalmente. La sua voce era bassa. Molto bassa, come un sussurro.
Sua madre andò a Camelot non appena la notizia le giunse.
E disse qualcosa a Merlino: "Merlino, so che è... difficile per te. Ma... sei mio figlio, e anche di più", non poteva rischiare di dire "mago" e "magia" ad alta voce.
"Tu hai un destino, Merlino. Sai qual è. Come pensi di realizzarlo in questo modo?".
"Me lo sono... chiesto anch'io" rispose il corvino.
"Merlino, non puoi continuare la tua vita qui, nel tuo letto, tra quattro mura. Non puoi. Devi combattere Merlino. Combattere".
Merlino rimase in silenzio per un po'.
"Ti voglio bene, figlio mio".
"Anch'io... ti voglio bene, madre".

Passarono alcuni mesi, Merlino era sempre a letto e Artù si recava ogni giorno nelle sue stanze.
Merlino non voleva questo, non voleva essere visto così debole, così indifeso, ma il principe voleva vedere il suo amico, anche se questo era come una lama che trafiggeva il suo cuore.

E un giorno Artù, come sempre, si recò nella camera di Merlino.
Ma non era nel suo letto.
Era in piedi, tremante, accanto ad esso.
"Merlino! Che diavolo stai facendo?" Esclamò Artù avvicinandosi a lui e mettendo le braccia su quelle di Merlino per cercare di metterlo giù.
"No... Artù...vi prego", la debole voce dell'amico giunse alle orecchie di Artù.
Il principe lo guardò come se fosse pazzo: "Merlino, sei... malato, non puoi stare in piedi così".
"Sì che posso, Artù!", tentò di esclamare il corvo, con quel che gli restava della voce.
Il principe era scioccato. Merlino per alcuni mesi aveva solo... sussurrato.
Era debole, tutto il suo corpo era debole, e così anche la sua voce.
Ora aveva azlato la voce. Era il tono della sua voce normale e sentirlo fu come una benedizione per Artù, ma allo stesso tempo era qualcos'altro, la sua voce era... arrabbiata.
"Mi sto alzando perché lo voglio, Artù. Mi alzo perché ne ho bisogno, ho bisogno di sentirmi normale, come ero prima... di questo", spiegò l'amico guardandolo.
"Ma..., e se succede qualcosa?".
"Non mi importa!" in questo momento Merlino aveva le lacrime agli occhi.
"Non mi importa! Ci ho provato per mesi, e ora finalmente sono riuscito ad alzarmi in piedi. Voglio solo avere qualcosa di normale, voglio vivere, Artù! Ora sto solo... sopravvivendo. Non voglio sopravvivere, voglio vivere! ".
Il principe di Camelot fu sorpreso da tutto questo.
Rimase in silenzio per un po'.

"Beh, se vuoi potremmo... camminare insieme qualche volta" disse il biondo dopo quello che sembrava un secolo.
Gli angoli della bocca di Merlino si alzarono.
"Sapete, posso camminare anche da solo, babbeo reale". Era la prima volta che Merlino usava questo termine per Artù dopo l'incidente.
Il biondo, ora, aveva un grande sorriso sul volto.
"Lo so, testa di fagiolo" disse dandogli una 'pacca'amichevole .
"Quella...é la mia parola!".
"Ti si addice perfettamente infatti".
Merlino ricambiò la pwcca amichevole.

Stavano ridendo, finalmente.
Insieme.
Il servo e il principe.

Un vecchio dai lunghi capelli bianchi, nell'altra stanza, sorrise sentendo le loro risate.

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Nota dell'autrice
Volevo scrivere di più, ma penso che sia abbastanza bella comunque 😂
Fatemi sapere cosa ne pensate!

One Shots Merlino-ItalianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora