Capitolo 4

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Guardavo il paesaggio scorrere davanti ai miei occhi, passando velocemente dalle case colorate alla costa bagnata dall'oceano.

Mi ricordo he papà mi portava sempre qualche regalo dai posti in cui viaggiava: dall'Italia, dalla Francia, dalla Grecia... ma il regalo che mi era entrato più nel cuore era un braccialetto bianco con un piccolo ciondolo a forma di Sancarlino, ovvero il fiore che simboleggia la vita.

Me lo regalò per il mio settimo compleanno e da allora non me ne privai mai. Per mio padre i fiori erano uno stile di vita, ne era estremamente affascinato. Non a caso mi chiamarono Rose, il nome del fiore più bello del mondo.

Per loro io ero la cosa più bella della loro vita, ero simbolo di vita, ero il loro tutto.

Poi, cambiò tutto.

Mi risvegliai dai miei pensieri e mi imposi di non pensarci più: il passato doveva essere lasciato alla spalle, come era giusto che fosse.

Sbirciai alla mia destra per vedere cosa stesse facendo il mio compagno di viaggio e lo scorsi parlare con vari ragazzi, così controllai il telefono e vidi una notifica da parte della mia migliore amica, Evelyn.

Ev🩷

Mi manchi già un sacco! Non puoi capire quanto siano

rompiscatole quelle di prima. Appena arrivi chiamami,

voglio sapere TUTTO!!

Sorrisi alla vista di quei messaggi: Evelyn Brown era la mia migliore amica storica, classica ragazza che sarebbe capace di presentarsi sotto casa tua alle tre di notte solo perchè... 

perchè si, ecco.

Tu

Tranquilla ti farò sapere tutto, promesso.

Ora  non siamo ancora arrivati, appena mi sono sistemata ti 

chiamo, baci🩷


Mi girai e mi stiracchiai un pochino, emettendo qualche versetto strano. Vedevo tutti parlare e mi sentii improvvisamente a disagio: sarebbe stato un'anno abbastanza solitario, me lo sentivo. Sono sempre stata timida, ma almeno nella scuola vecchia qualche amico lo avevo, invece adesso dovevo ricominciare tutto da capo.

Mi girai a vedere un pochino che persone c'erano sull'autobus: ragazzi dai 14 anni fino ai 19 probabilmente, ma la cosa che attirò la mia attenzione fu un gruppo di ragazze che sembravano uscite da una copertina di Victoria Secret. Le osservai un pochino, chiedendomi se avessero mai voluto fare amicizia, o almeno parlare con me.

Evelyn era stata l'unica ragazza che mi avesse considerato una come tutte. Con lei mi sentivo a mio agio, anche se sapevo di vivere nella sua ombra, mi andava bene così. 

Non avrei mai potuto competere con i suoi capelli biondi, i suoi occhi azzurri, il suo fisico slanciato, il suo sedere alto e sodo, il seno piccolo, la sua pancia costantemente piatta, le sue cosce piccole e sode e la sua carnagione sempre perfetta. Era una ragazza stupenda sia fuori che dentro.

La sensazione di sentirsi diversa, era la cosa più spiacevole del mondo. La tua testa inizia a farsi domande come perchè non sono come loro? 

E a questa domanda non c'è risposta, Madre Natura ti ha fatto così e per quanto tu possa provare a cambiare, non farai altro che dimostrare agli altri quanto tu in realtà sia insicura.

Potrai provare tutto, ma quando è la tua testa in primis a dire "non cambierò mai", probabilmente non cambierai mai.

Sconsolata, mi arresi all'idea di provare a parlare con qualcuno così mi rannicchiai su me stessa e appoggiai la testa al finestrino prima che l'autista annunciasse che saremmo arrivati a destinazione tra meno di due ore.

Decisi di dormire, e così con mille pensieri in testa, presi sonno.








Spazio autrice

Allora, scrivere questo piccolo capitolo è stato difficile, perchè anche io mi sono rivista nella situazione di Rose, perciò se state passando un periodo così così, sappiate che siete forti❤️‍🩹.

Vi mando un bacio e vi voglio bene.

Ali

Tutte le volte che non ti ho detto grazieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora