«Signorina, si svegli siamo arrivati a destinazione, si svegli per cortesia»
Una voce anziana e un continuo picchiettio sulla spalla mi fece svegliare di soprassalto.
Chi sono? Dove sono e perchè sono qui?
Ok puoi farcela.
Sono Rose Livingam, sono su un'autobus e sono qua perchè devo iniziare una nuova scuola
CAZZO
«Oddio grazie mille scusi il disturbo» dissi al conducente mentre radunavo di fretta e furia la mia roba per poi scaraventarmi giù dall'autobus appena in tempo per sentire una voce amplificata iniziare a parlare.
Quando mi voltai nella direzione della voce vidi una donna molto alta quanto autoritaria, fasciata in un talieur nero e con uno chignon di capelli bianchi iniziò a parlare «Buongiorno ragazzi. Io sono miss. Angel, insegnante nonchè vicepreside. Oggi vi assegnerò dei tutor, che staranno con voi per la prima settimana. Domani alle 11:30 dovrete essere in aula magna per un breve incontro di presentazione. I numeri delle camere sono state assegnate ai vostri tutor, che vi ci guideranno. Le valige sono già nelle camere, assieme alla divisa e al programma scolastico. Per qualsiasi dubbio, non esitate a chiedere a me o appunto ai vostri tutor. Ora vi lascio andare a sistemare, buona giornata.»
Tutti iniziarono a camminare e a parlare con così tanta frenesia che mi sentii frastornata da tutto quel caos, infatti andai a sbattere contro un paio di persone, ma una chioma rossa mi si parò davanti con un sorriso a trentadue denti.
«Ciao! Sono Madison! Frequento la terza e sarò il tuo tutor!» esclamò con tono vispo e il viso allegro. Mi presi un secondo per guardarla: aveva lunghi capelli rosso acceso, occhi verde scuro e una spruzzata di lentiggini sul viso. Molto carina.
«Ciao, piacere mio. Sono Rose» mi presentai, cercando di fare la più buona impressione.
«Oddio! Adoro i tuoi capelli! Lo sai, anche mia zia si chiama Rose, ma tu sei più carina. Sai, lei assomiglia vagamente a un topo. Comunque, vieni! La tua camera è al...mhhhh...terzo piano, sì terzo piano» esclamò controllando il biglietto che aveva in mezzo alle dita piene di anelli orati e sottili.
Con un sorriso mi invitò a seguirla negli alloggi, praticamente attaccati alla scuola. Ne approfittai per guardarmi intorno: camion contenenti materassi, famiglie con la fotocamera e i lacrimoni, pronti a immortalare i loro figli.
Mentre attraversavamo la hall della scuola, Madison (che si era rivelata abbastanza espansiva) mi indicava mano a mano le varie classi, gli armadietti e persino le uscite di emergenza.
«Sai, ci tengono che le matricole siano a conoscenza di tutta la scuola, sai, per ragioni di sicurezza e ste cose qua» disse agitando la mano con fare agitato.
«In realtà non sono una matricola ma posso capire le ragioni» risposi salendo con fatica le due rampe di scale.
Ero decisamente fuori allenamento.
«Oddio scusami, allora sei di seconda giusto? Non ti ho mai visto in giro... ma quante scale ci sono? Non sono più abituata... comunque l'ascensore non è per gli studenti, sai com'è, solo per avvertirti» continuò la rossa salendo l'ultima rampa di scale.
«Porta: 120, piano: terzo, numero di capienza per la stanza: 2 persone. Eccoci qua, il tuo coinquilino o coinquilina evidentemente non è ancora arrivato o arrivata, perciò ti lascio le chiavi. Se vuoi darmi il tuo numero possiamo vederci dopo in caffetteria, così ti presento il mio migliore amico!» esclamò elettrizzata: mi piaceva molto questa sua energia, in qualche modo ti contagiava.
«Certo, perchè no» risposi nascondendo un sorriso.
Ci scambiammo i numeri e ci demmo appuntamento per le 5 alla caffetteria della scuola, poi Madison mi salutò con un'abbraccio frettoloso e scese giù per le scale.
La guardai allontanarsi per poi girarmi e fissare la porta. Sospirai, mi feci coraggio ed entrai nella mia nuova vita.
Spazio autrice
Eii
Scusate se i capitoli sono corti ma sto avendo dei problemini di salute diciamo che mi costringono a stare sul letto morente, comunque grazie per leggere la storia!
Vi voglio bene
Ali
STAI LEGGENDO
Tutte le volte che non ti ho detto grazie
Romance[NON COMPLETA] Sono sempre stata una ragazza con le sue convinzioni. Avevo delle radici solide, anzi, solidissime, ma forse, dico forse, per amore quelle radici le avrei cambiate.