27 GIUGNO 2022
Dalia si svegliò alle 7:30 come ogni mattina di ogni giorno lavorativo, così da potersi preparare al meglio e con calma senza fare tardi.
Quel giorno si sentiva stranamente stanca quando aprì gli occhi al suono della sveglia, per un attimo non riuscì a collegare il fuso orario a quella strana stanchezza, si sentì forse un po' stupida quando se ne rese conto.
Si alzò scocciata e si premurò, anche prima di accendere la luce, di aprire la finestra e le tende per poi osservare fuori e controllare il tempo. Era sereno ma delle nuvole grigie in lontananza presagivano un gran bel temporale estivo quindi una giornata fresca con poco sole e perfetta per dei tronchetti con un bel tacco.
«Ah come sei bella Londra...», sospirò Dalia per poi osservare la sua stanza con la luce del mattino.
Era una gran bella stanza, molto grande con una bella finestra simile a quella del salotto, proprio al di sotto di essa si trovava una rientranza con dei cuscini morbidi fatti su misura, così da potersi sedere comodamente. La finestra bianca era contornata da tende grigio chiaro in contrapposizione con le pareti, bianche anche loro, gli arredi della stanza erano moderni e variavano dal bianco al grigio chiaro.
«Mio dio, se devo passarci nove mesi qui dovrò assolutamente cambiare tutto», disse per poi lasciare la stanza e dirigersi in bagno.
Aprì l'acqua della doccia per poi togliere il pigiama e l'intimo con cui aveva dormito buttando tutto a terra con non curanza, si guardò allo specchio, i capelli erano puliti ma essendo ricci ed avendo fatto un viaggio in aereo il giorno prima non erano un granché, provò quindi a fare una coda alta per capire se quel giorno si piacesse o meno con i capelli raccolti «no.» affermò con sicurezza prima di entrare in doccia. Lasciò che l'acqua scorresse per tutto il suo corpo dandole un senso di rilassamento totale, era così tranquilla che non fece caso al tempo che passava troppo velocemente. Uscì dalla doccia senza neanche asciugarsi ed applicò tutti i suoi prodotti per capelli massaggiandoli accuratamente così da ottenere il bel riccio che tutti le invidiavano, poi prese l'asciugacapelli, si fermò ad osservare la presa, era una tedesca.
«Merda.», disse ad alta voce mettendosi a cercare frettolosamente l'accappatoio che aveva lasciato in camera, si fermò davanti alla finestra, dov'era poggiato l'accappatoio ed alzò di colpo lo sguardo quando sentì una voce maschile provenire da fuori: «Buongiorno!», vide un uomo sulla trentina, con un annaffiatoio in mano, che si era coperto gli occhi.
«Oddio!», urlò, ricordandosi di non avere nulla addosso, per poi chinarsi, infilare velocemente l'accappatoio ed affacciarsi di nuovo, «S-salve...» balbettò Dalia.
«Ancora nuda?».
«No, no... dio scusami, non so a cosa stessi pensando, davvero sono mortificata», la voce di Dalia raramente aveva esitato come quella volta.
«Capita a tutti di fare una gaffe ma se può tranquillizzarti ho altri gusti... diciamo così. Io sono Jeffrey comunque ma ti ho appena vista nuda quindi credo tu possa chiamarmi Jeff a questo punto.», rispose con voce calma scoprendosi gli occhi mentre Dalia ancora moriva dall'imbarazzo. «Si... io sono Dalia, è un piacere conoscerti. Almeno credo...».
«Sei nuova? Se mi prometti di presentarti vestita ti offro una tazza di tè».
Questo era il tipo di ironia che Dalia preferiva, uno strano e funzionale metodo per fare conoscenza nel modo migliore; peccato fosse in ritardo per il lavoro, «Mi dispiace non posso ora... arriverei tardi in ufficio» disse a Jeff ma, di colpo, le balenò in testa l'immagine della tedesca: «Jeff! Avresti un phon per caso?» chiese.
«Credo che tu sia strana ma si, ce l'ho. Arrivo, aprimi!», affermò il ragazzo prima di scappare dentro.
Dalia corse ad aprire la porta e poco dopo vide Jeff arrivare con un asciugacapelli, «Oh dio ti adoro, davvero! Entra pure.».
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Two life, One soul
Storie d'amoreUn passato difficile, una vecchia ferita che si riapre ed un nuovo inizio. Una misteriosa figura pronta a distruggere le vite dei protagonisti. Dalia sarà pronta ad affrontare i suoi demoni e fare una scelta? Estratto: «ho sempre immaginato le anime...