Il suo sorriso.

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ILARYA

"Addio"

-Porca Puttana fermati!- due braccia dalla presa ferrea mi stringono la vita ricacciandomi dentro casa -Ma cosa ti è preso, eh?!- i miei piedi non toccano terra e sentendomi sollevata di peso, cerco di liberarmi facendo pressione sulle mani di quel ragazzo unite all'altezza del mio addome -Sta ferma! Calmati!-mi ordina affaticato.

-Lasciami, voglio morire! - grido dimenandomi per farlo stancare fino a cedere, ma la sua reazione è imprevista: con un ultimo sforzo mi butta sul letto a pancia in su mettendosi a cavalcioni su di me bloccandomi i polsi con le sue mani che paiono due tenaglie.

-Smettila ti prego! Rilassati, così rischi solo di farti male!- continua a dirmi quasi disperato con voce roca.

-Lasciami ti supplico non voglio più soffrire! Sono stufa!STUFA!- i miei lamenti sono accompagnati da piccole convulsioni involontarie dovute a una fitta al petto che mi duole come una pugnalata.

-Non dire così...Io...- le sue parole sono rotte come dal pianto, ma dai suoi occhi nulla cade: improvvisamente immobile lo guardo tremante e supplichevole.

-V te ne prego...lasciami andare...- imploro sprofondando il mio sguardo nel suo determinato e malinconico -Voglio mo...-

Le mie parole si infrangono sulle sue labbra appoggiate alle mie.

Con dolcezza danno vita ad un bacio intenso, ma casto: i mie occhi subito spalancati si chiudono arresi a quel contatto del tutto inaspettato, ma terribilmente piacevole, a tal punto che il mio tremolio viene a meno e il peso sul petto si trasforma in un branco di farfalle che mi danzano nello stomaco.

"Oh mio Dio"

Delicato molla la presa sui miei polsi posando le mani sul cuscino accanto alla mia testa staccandosi dalle mie labbra per prendere aria.

-Cosa hai fatto?!- chiedo sentendo le mie guance andare a fuoco.

-Ti...ho calmata????- risponde lui, quasi più stupito e imbarazzato di me.

-Calmata?! Questo è il tuo modo di calmare le persone?!- le mie palpebre si chiudono e aprono rapidamente donandomi un'espressione mista tra incredulità e profonda vergogna.

-Tu eri così agitata, non sapevo che fare! E poi volevi dire quella brutta parola...così ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente per calmarti e farti stare zitta!- risponde con tono di rimprovero- Non mi giudicare paboo, ti ho salvato la vita!Sii grata!- continua guardandomi con aria superiore in attesa di ringraziamenti ed elogi.

Rimango semplicemente a guardarlo muta e rigida pensando al gesto meschino che stavo per compiere prima senza rimuginarci troppo: lacrime piene di senso di colpa bagnano il cuscino sotto la mia testa.

-No- con una carezza Taehyung rapisce una lacrima prima che raggiunga le altre -Non piangere per favore- prega con voce dolce da far venire i brividi.

-Detto da te non ha molto senso- osservo distogliendo lo sguardo dal suo per puntarlo lontano oltre le nuvole nel cielo fuori dalla finestra, mentre un sorriso mi sfugge fugace.

-Non mi contraddire!- mi riprende avvicinandosi di nuovo al mio volto col suo.

-Se non ti allontani ti sputo- minaccio a voce piena.

-Provaci e vedi- le sue labbra sfiorano le mie tirate per dare vita a ciò che di lui più mi fa battere forte il cuore.

"Taehyung.

Non.

Sorridere.

Aiuto."

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