Capitolo 21

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anche la vita non cerca le strade
semplicemente accade
Alex W

anche la vita non cerca le strade semplicemente accadeAlex W

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Selene

Mi giro, mi rigiro, mi rigiro ancora, sta notte il sonno non vuole saperne niente, consapevole che non avrei dormito, e che domani mattina sarei stata uno zombie mi alzo dal letto con l'intenzione di andare in cucina e farmi una camomilla, mentre sto per uscire evitando di fare il minimo rumore decido di prendere una cosa dal mio comodino ed esco dalla stanza appena arrivo prendo mi preparo subito la camomilla, una volta pronta mi siedo sullo sgabello, la casetta è silenziosa, d'altronde è l'una del mattino, chi è il genio che ancora non dorme dopo una giornata faticosa come quella trascorsa, almeno per loro, per me è stono stati giorni mentalmente stancanti, tra la sfida e il mio crollo non mi sono riposata un attimo, e ora nemmeno riesco a dormire, così ho preso il mio diario con l'intenzione di scrivere qualcosa, lo apro, prendo la penna e inizio a buttare giù i brutti pensieri

In questi giorni ho avuto brutti pensieri, quei pensieri che non erano nella mia testa da un po', ho finito con l'allontanare tutti, d'altronde è la cosa che mi riesce meglio, poi è successa una cosa che mi ha scandalizzata ma allo stesso tempo mi ha fatto piacere

Mi fermo e ripenso a ciò che è successo, e il flashback torna nella mia mente

Sto avendo un attacco di panico, lo sento, la voce nella mia testa è sempre più forte, davanti ho Samuele che non sa cosa fare, lo vedo è agitato, poi si ferma come se stesse riflettendo, si avvicina a me, cosa vuole fare, no fermo, sento le sue labbra sulle mie, la sua lingua che cerca la mia, si intrecciano come se si aspettassero da un po', continua così per circa un minuto, poi si stacca, e un senso di vuoto mi travolge, riesco a respirare normalmente, non ci credo, c'è riuscito, di solito ero sempre da sola a gestirli

<<Perché lo hai fatto?>> sussurro

<<Ho letto un po' di tempo fa che per calmare un attacco di panico bisogna trattenere il respiro, baciandoti lo hai fatto, infatti ti sei calmata, forse ora mi odierai insomma il tuo primo bacio poteva essere più bello>> ma lo interrompo

<<Grazie>> gli accarezzo la guancia <<Nessuno aveva fatto una cosa del genere per me>> noto il suo sguardo confuso

<<In che senso?>>

<<Di solito quando avevo questi attacchi, non c'era nessuno o per lo meno io non volevo nessuno, si calmavano dopo un po', sei stato il primo che mi hai visto così>>

<<Mi dispiace>>

<<Smettila di darti la colpa, mi hai aiutato tantissimo, te ne sarò profondamente grata>>

<<Che dici andiamo>> mi tende la mano, mano che afferro subito così usciamo da quegli studi, e torniamo in casetta in religioso silenzio, come se niente fosse accaduto

&quot;La danza che ci unisce&quot; Samuele SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora