3 capitolo

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Mentre cerco di ripere Storia,un rumore mi fa saltare,giro la testa con calma per la paura di chi potesse essere entrato; mio padre era li,vicino alla porta,tutto sudato,camicia aperta e pantaloni rotti come se avesse appena fatto a botte con qualcuno.

S=oddio papá,cosa ti é successo? Mi alzo veloce dalla sedia facendola cadere,anche se non dovrei,mi preoccupo per lui anche se lo odio.

R=non chiamarmi cosi, non meriti di esserw mia figlia. Si avvicina con fare minaccioso.
Prima che potessi rispondere mi afferra per i capelli e li tira.

S=mi fai male. Gemo dal dolore.
Lui porta i nostri occhi a guardarsi e io capisco che é ubriaco,ma non riesco a capire il perché.

R=sei brutta,non assomigli per niente a Dorotha. Il suo alito pozzolente di alcol mi brucia la faccia.

S=lei non é mia madre. Urlo in risposta con le lacrime agli occhi,lui alza una mano per darmi uno schiaffo e io chiudo gli occhi aspettando che arrivi,quasi non cado per lo spavento quando sento la porta chiudersi; mi tocco la faccia,ma non sento nessun segno. Mi butto sul letto e incomincio a piangere.

P.o.v. Ivano.
Vengo svegliato dalle urla di qualcuno,mi strofino gli occhi e cerco di capire di chi sono le urla: qualcuno sta picchiando Samantha,vi prego,non di nuovo. Scendo di corsa dal letto,infilo un fantaloncino da ginnastica,le ciabatte,e una maglietta bianca.

I=mamma io esco. Urlo e senza aspettare una risposta mi catapulto fuori prendendo la scala e posizionandola vicino alla sua finestra.
Quasi non cado dalla scala quando vedo quella scena:Ruggero che la tira per i capelli e gli dice delle cose orribili,ad esempio "Sei Brutta",non riesco a sentire piú niente perché mi tappo le orecchi. Dopo che tutto é finito cerco di entrare,ma la finestra é chiusa.
Busso,e la vedo saltare dal letto quando capisce che sono io.
S=oh!Ivano. Non mi fa neanche entrare che mi abbraccia,io la stringo e la lascio sfogare tra le mie braccia.
Non smette di piangere,non fa altro che singhiozzarw e stringersi a me,mi stringe talmente forte che sento come se le ossa si rompesserso,sa essere forte,quando vuole.

I=piccola mi fai male cosi. Le bacio la testa ripensando alla scena di prima.

S=sc-usa. Si stacca asciugandosi le lacrime. Si siede sul letto e si porta le mani nei capelli accarezzandoli.

I=so cosa é successo,ho visto,ma non ho sentito,so cosa stai provando,anzi lo immagino. Mi siedo vicino a lei e la guardo mentre si toglie gli occhiali e li pulisce,noto degli occhi piuttosto belli e grandi,una cosa che non ho mai notato.

S=era ubriaco e non so il perché. Comincia a tirarsi i capelli.

I=fermati. Gli prendo le mani e gliele copro con le mie,lei sembra calmarsi e dopo un pó mi sorride.
Sentiamo un rumore e lei scoppia a ridere.

S=scusa é il mio stomaco. Si tocca la pancia e arrossisce.

I=aspettami qui. Esco dalla finestra e vado a prendere qualcosa in casa.

P.o.v.Samantha.
Continuo a fissare il punto in cui é andato via Ivano,la finestra di casa mia,non so cosa farei senza di lui,é il mio punto di riferimento. Continuo a fissare e ha pensare a mio padre,perché mi ha picchiata? Cosa ho fatto di male per meritarmi una cosa cosu. A togliermi dai miei pensieri é l'entrata di Ivano con in mano le patatine e della coca-cola.

I=non ho trovato nulla di buono. Mi porge le patatine ed entra in camera,ci posizioniamo sul letto e incominciamo ad abbuffarci.

S=Adoro le patatine. Butto l'ultima busta nel cestino seguita dal bicchiere sporco di coca-cola.

I=adoro vederti felice. Si siede e mi colpisce con un cuscino.

S=scemo. Mi cadono gli occhiali e li raccolgo.

I=come ti senti? Si ristende giocando con il cuscino.

S=meglio grazie a te. Metto gli occhiali e gli bacio il naso,sembra arrossire.
Mi ristendo vicino a lui e rimaniamo a guardare il soffitto fino a quando i miei occhi non diventano pesanti e mi addormento.
Mi risveglio grazie al mio fratellastro che fa intrusione in camera mia.

S=cosa vuoi Giuseppe. Mi copro la faccia con il cuscino,lo annuso e sento l'odore di Ivano. Salto con la paura che lui fosse ancora vicino a me,ma sospiro quando vedo che non ce.

G=é pronta la cena,fai presto oppure...

S=saranno botte lo so,smettetela di ripeterlo sempre. Sbuffo e con lui scendo in cucina. Noto che mio padre non ce.

D=é rimasto in studio per lavorare. Mi precede lei mangiando la sua insalata.
Guardo il mio lasto e quasi non vomito,insalata con asparagi,cavoletti di broxsel e pomodori era quella che aveva preparato.
Senza protestare mi siedo e comincio a mangiare,per fortuna che avevo mangiato le patatine qualche ora prima.

D=mangia tutto se vuoi essere bella. Addenta un asparago.

S=si certo. Alzo gli occhi al cielo e continuo a mangiare senza voglia.

Vittima Di BullismoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora