P.o.v.Samantha.
Dopo aver cenato aiuto Dorotha a pulire.
S=merda. Un piatto mi cade da mano rompendosi in mille pezzi.D=ma stai attenta non sei proprio buona,va in camera tua. Mi dá uno schiaffo sulla nuca e indica le scale.
Senza rispondere con la testa abbassata mi avviai verso le scale,ma qualcosa mi fermó,o meglio era qualcuno,pregai che non fosse quello che pensavo,la le mie preghiere svanirono quando mi voltai e vidi che era mio padre,aveva ancora gli stessi vestiti,aveva gli occhi gonfi e circondati da una striscia viola.
R=v-volevo chiederti scusa non so cosa mi sia preso prima ero umbriaco e non so il perché ho fatto quelle cose. Mi strinse forte il braccio facendomi sussulate.
S=lasciami mi fai male. Lui rallentó la presa e io scappai in camera mia piangendo,come puó chiedermi scusa dopo tutto quello che mi fa? Perché non mi da spiegazioni?.
Tra una lacrima e l'altra mi addormento.S=fottuta sveglia. Continua a suonare e non riesco a spegnerla.
Dopo che ha smesso di suonare mi alzo e incomincio a prepararmi,faccio una doccia,attacco i capelli in una coda di cavallo,lavo bene i denti per la acchinetta,pulisco gli occhiali e indosso i miei soliti jeans con maglietta bianca e convers bianche,non mi trucco e scendo in cucina a fare colazione prendendo lo zaino,anche se colazione é una parola grossa,essa consiste in una mela e del succo di arancia.S=buongiorno dove é la mia colazione? Chiedo posando lo zaino sul pavimento.
G=ecco a te. Mi tira una mela verde.
S=papá e Dorotha dove sono? Non dovevano partire? Do un morso alla mela e sistemo gli occhiali.
Prima che potesse rispondere Dorotha e mio padre entrano in cucina,entrambi hanno tre borse in mano,Dorotha ha un vestitino corto fin sopra al ginocchio a maniche lunghe,dei tacchi altissimi,capelli sciolti e un trucco esagerato,mio padre indossa un pantalone pesante nero,una maglietta con un disegno di Bart Simpson e delle vans nere.
D=noi andiamo fate i bravi. Gli si illuminano gli occhi dalla felicitá.
Giuseppe corre a salutarli.
R=non ci saluti? Chiede mio padre facendo finta di essere ferito.
S=uhm...certo. Mi alzo dalla sedia e li saluto piú fredda possibile,non dimenticheró mai cosi mi hanno fatto e cosa mi faranno.
Dopo che sono andati via rito un sospiro di sollievo,una settimana senza loro,spero passi piú lenta possibile.
G=avró casa tutta per me. Saltella sui piedi ridendo e battendo le mani con malizia.
S=vabbene ora vado a scuola,tu non vai? Prendo lo zaino dal pavimento e rivolgo la mia attenzione su Giuseppe.
G=nha,oggi sto a casa,tu vai via. Mi da un calcio al sedere e io esco di casa massaggiandolo. Aspetto che venga Ivano.
P.o.v.Ivano.
Dopo essermi preparato e fatto colazione esco di casa con la mia macchina per accompagnare Samantha a scuola,sto cercando di trovare una soluzione per lei,non voglio vedere la mia amica cosi,non lo merita.
Arrivo fuori casa sua e la vedo dondolarsi sui piedi,indossa i suoi soliti vestiti. Busso con il clacson e sobbalza quando mi vede.S=buongiorno. Mi da un bacio sulla guancia e i suoi occhiali urtano contro la mia tempia.
I=buongiorno a te. Mi massaggio la tempia e vado verso la sua scuola.
S=che palle la scuola. Sbuffa.
I=non é cosi male. Rido e le do una spinta.
S=per te forse. Fa un piccolo sorriso. So che a scuola la picchiano ma deve andarci per un futuro migliore ci sono io a proteggerla.
I=se Tommaso o qualcuno ti tocca dillo a me che lo ammazzo. A quel nome rabbrividisce ma si calma quando le tocco una spalla.
S=vabbene. Posso chiederti una cosa?
Sembra preoccupata.I=certo dimmi. Fermo la macchina fuori la scuola.
S=avresti qualcosa di soldi? Ho dimenticato la merenda. Abbassa la testa imbarazzata.
I=certo. Ehy non aver vergogna sono il tuo migliore amico. Prendo dal portafoglio una banconota da 10 euro e gliela passo.
S=grazie sei un tesoro. Mi abbraccia e scende dalla macchina.
I=ti vengo a prendere io. La saluto con la mano e vado via.
P.o.v.Samantha
Spero di non incontrate Tommaso non voglio che mi picchi non di nuovo.
Mi incammino veloce verso la mia classe con la speranza di non vederlo,ma correndo veloce urto contro qualcuno,ti prego fa che non sia Tommaso,sussurro tra me e me.B=guarda chi ce la sfigata di Samantha. Sgignazza la ragazza piú popolare della scuola. Si chiama Beatrice,é la cheerleader della squadre di football,é alta,rossa,occhi neri,un fisico perfetto con le curve al posto giusto.
S=scusa devo andare. Stringo lo zaino al petto e passo tra la folla che si é formata nei corridoi ridendo.
Igniorandoli vado verso la mia classe entrando e sedendomi al mio posto,é inutile dirvi perché non ho amici o amiche si sa che nessuno vuole essere amico/a ad una ragazza brutta.
Dopo aver fatto 5 ore esco di corsa dalla classe ma qualcuno di grosso e forte mi ferma. Dai vi prego no.T=dove credi di andare Iorio? Ghigna soddisfatto.
S=ehm a casa. Comincio a tremare per la paura.
T=la mammina ti aspetta. Fa la voce da ebete. Cone si permette di nominare mia madre questo stronzo.
S=ti ho detto di non nominare mia madre brutto...stronzo. Pronuncio l'ultima parola a bassa voce capendo di averla alzata un pó troppo,cosa sbagliatissima da fare.
Infatti mi tira con i capelli e mi fa unrtare con la faccia contro in muro,per fortuna il naso non si é rotto ma si é formato un grosso livido sulla guancia destra. Una grossa folla si é formata intorno a noi gridando BOTTE BOTTE.T=dammi i soldi. Urla ridendo allungando una mano.
Con la mano tremante prendo la banconota di 10 euro che mi ha dato Ivano e gliela porgo.
Lui ride e vai via seguito dagli altri rimanendomi sola come un cane.
Mi appoggio al muro e comincio a piangere,anche se il naso non si è rotto fa un male cane piú della guancia. All'improvviso mi squilla il cellulare,mi asciugo le lacrime e rispondo.S=p-pronto. Mi passo la mano sotto al naso.
I=dove sei ti sto aspettando. Dice preoccupato.
S=sto arrivando non ho sentito la campanella. Mento e stacco. Cerco di coprire il livido con i capelli sciogliendoli,ma non riesco,é troppo grande,terró la testa abbassata.
Mi avvio averso la macchina con la testa abbassata sperando non lo veda.
I=ciao. Apre la portiera dalla mia parte e io entro.S=ciao. Gli do le spalle in modo che non mi veda e riesco a sentire la sua preoccupazione.
I=cosa é successo Samantha? Guardami. Domanda preoccupato.
S=sto bene andiamo. Dico quasi sull'orlo di piangere.
I=ti ho detto guardami. Mi gira velocemente e vedo i suoi occhi spalancarsi alla vista del livido.
S=ti ho detto che sto bene andiamo a casa. Le lacrime minacciano di scendere e io le lascio uscire.
I=chi ti ha fatto questo? Mi tocca con il pollice il livido e io sussulo.
S=Tommaso.Abbasso la testa maledicendomi da sola per averglielo detto.
I=Tommaso? Io lo ammazzo. Fa per scedere dalla macchina ma io lo fermo.
S=no ti prego no,sará peggio dopo per me. Piango mentre lo guardo negli occhi.
I=cosa é successo? Chiude la portiera e mi guarda con un espressione omicidia verso Tommaso.
Faccio un sospiro e gli dico tutto mentre torniamo a casa,lui capisce che i soldi non erano per me ma per Tommaso,ma non dice niente.I=siamo arrivati. Sembra freddo.
S=oh!volevo dorti che i miei non ci sono,mio fratello,fratellastro di sicuro fará una festa stasera io rimarró in camera vuoi farmi compagnia? Apro piano la portiera.
I=ci saró. Fa un sorriso e io scendo dalla macchina entrando in casa.
