Terzo giorno.
Terza sigaretta.
Terza parola.
'Acqua'
Luke riusciva sempre ad essere misterioso.
Una parola che poteva significarne altre ventimila.
E ormai Storm non riusciva a pensare ad altro che a quello che Luke si sarebbe inventato quel pomeriggio.
Quella mattina Ashton non era a scuola e lei non poteva che esserne felice dato che dopo il messaggio che gli aveva inviato non aveva risposto.
Il giorno prima sua madre aveva dato di matto perché era rientrata tardi e non le aveva fatto sapere nulla.
Fortunamente oggi i suoi genitori erano fuori per lavoro e quindi avrebbe potuto fare quello che voleva.
Le ore di scuola sembravano non passare mai e arrivare all'ultima ora senza aver parlato con nessuno le stava facendo male al cervello.
Senza Hope non sapeva con chi parlare, o meglio parlare davvero.
Le aveva raccontato di Luke, di quello strano gioco e di Ashton.
E proprio quel giorno che avrebbe voluto dirle altre cento cose lei era assente.
Suonata l'ultima campanella un sorriso si fece largo sul viso di Storm.
Luke era fuori dalla porta e la stava aspettando.
"Finalmente! Non ce la facevo più a stare lì dentro!" disse lei andando verso il suo armadietto per prendere le sue cose.
"Colpa di Ashton?" chiese il biondo appoggiando la schiena contro uno degli armadietti vicino a quello della ragazza.
"No, lui oggi non c'era." rispose chiudendo l'armadietto frettolosamente.
"Allora?" il ragazzo la prese per mano, facendola rabbrividire.
"Hope." disse "Non è venuta e non mi ha detto niente."
"Sarà malata."disse lui tranquillamente.
"Lo spero." i due arrivarono davanti la macchina di Luke ed entrarono dopo aver posato gli zaini nel portabagagli.
Storm non chiese nulla riguardo alla destinazione, aveva imparato che Luke non le avrebbe detto niente.
Il viaggio fu piuttosto lungo ma ormai tra i due si era creata una certa confidenza e gli argomenti di cui parlare erano tanti.
Quel viaggio servì ai ragazzi per conoscersi meglio e scoprire tante piccole cose.
"Eccoci qua. Siamo arrivati." annunciò Luke.
Si trovavano in un parcheggio vuoto circondato da alberi, chiamarlo parcheggio era un tutto dire insomma.
Scesero dall'auto e Luke prese uno zaino.
Si avviarono per una stradina scoscesa e più volte Storm rischiò di cadere.
"Dammi la mano deficente! Mi vuoi far ammazzare?" disse lei ridendo al biondo che le porse la mano.
"Se facessi più attenzione non ce ne sarebbe bisogno." rispose lui prendendola in giro.
"Quanto manca?" disse Storm esasperata.
"Manca poco, non lamentarti per una volta." le sorrise angelico come per farsi perdonare.
Continuarono a camminare in silenzio mentre Storm prese il cellulare e inziò a scattare delle foto.

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Storm. (in revisione)
Fanfiction«Dammi la possibilità di aiutarti.» «A fare cosa?» «A fartelo dimenticare.» ~Prequel di "Urban Strangers"~ Autrice di Urban Strangers, Mess e Coffee Break.