𝐂𝐢𝐧𝐪𝐮𝐞 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐝𝐨𝐩𝐨
Oslo.
Era sempre stato un amante del freddo. Lo preferiva di gran lunga al calore estivo capace di togliergli qualsiasi energia. Eppure, quello di Oslo, adesso, gli era sofferente. Dopo tutto ciò che era successo, si era ritrovato a fare i conti coi propri sentimenti, che aveva affogato per anni.
Forse doveva tornare a vivere. O forse non lo meritava, dopotutto. Si portò istericamente le mani al volto, se avesse potuto avrebbe iniziato a tirarsi i capelli.
Era seduto sul bordo del letto della camera d'albergo che
avevano affittato per qualche notte. Condivideva la propria con Bendik, in quella attigua c'era Ida, anche se spesso il suo migliore amico era anche da lei.
Era teso. Non sapeva cosa fare: partire per New York insieme ai suoi amici, a casa dove Eyre, la moglie di Isak, e la piccola Leyla lo aspettavano, o restare ancora un po' lì, ad Oslo, dove Hercule stava lavorando.
Rivederlo in ospedale era stato strano, simile a una boccata d'aria fresca. Aveva risvegliato quelle sensazioni in lui, che aveva ben pensato di aver seppellito così bene, da non poter tornare a galla.
Poi gli aveva rivolto quel solito sorriso idiota e le gambe avevano sembrato cedergli.
E, infine, il colpo di grazia: "Forse mi sei mancato un po'".
Continuava a ripetersi quelle parole, come a cercare un significato nuovo, nella speranza che avessero cambiato la lingua. Avrebbe tanto voluto che fossero state parole al veleno, almeno sarebbe stato più semplice.
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•𝐍𝐢𝐠𝐡𝐭𝐦𝐚𝐫𝐞•
Mistério / Suspense𝐆𝐢𝐯𝐞 𝐩𝐞𝐚𝐜𝐞 𝐚 𝐜𝐡𝐚𝐧𝐜𝐞 Atlas è -apparentemente- un uomo sereno. Trascorre una vita solitaria, beandosi della tranquillità della città di Edimburgo. Soprattutto, però, gode della sua vita notturna e del suo catrame, dei suoi peccati. Sot...