ventisei

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[...]

«mi spieghi cosa ho fatto e perchè sei cosi arrabbiato?» taehyung lo seguì dentro casa, afferrando il suo polso prima che potesse fuggire ancora da lui.

«davvero non lo sai?» sbuffò il minore, ottenendo una negazione con la testa da parte dell'altro.

«te la sei portata a casa! almeno potevi prenderti una stanza d'hotel, ho dormito su quel divano, come hai potuto farlo li! ah, sei assurdo.»

«ma di cosa stai parlando.» sospirò esausto taehyung, prendendogli il viso tra le mani per guardarlo negli occhi.

«di quella ragazza bellissima dal vestito arancione. vi ho visti che eravate vicini e che vi stavate dicendo qualcosa di intimo.»

«quella ragazza dal vestito arancione, è l'addetta all'agenzia di viaggi.» taehyung portò una ciocca finitagli davanti agli occhi, continuando. «ricordi che la settimana scorsa ti avevo detto di prenderti una pausa dagli studi? ieri ho parlato con tua madre e le ho detto che ti avrei portato in vacanza per qualche giorno.»

«era lì perchè è venuta a portarmi i biglietti per kyoto. è li che abita la mia famiglia, volevo che li conoscessi e che staccassi un po' la spina.»

jungkook si zittì, mordendosi l'interno guancia per l'estremo imbarazzo. si era comportato da stupido ancora una volta e non aveva neanche riflettuto un attimo sugli avvenimenti.

inoltre aveva preferito scappare via piuttosto che affrontarlo e chiedergli spiegazioni.

abbassò lo sguardo sulle sue mani e ne prese una tra le proprie, stringendola. «mi dispiace, ho pensato che ti fossi stancato di me e che avessi invitato lei, sai.. per andarci a letto.»

«sai che non ne sarei capace.» sospirò taehyung, accarezzandogli una guancia.

«mi sono comportato di nuovo da immaturo nonostante ti avessi promesso di essere migliorato. non ho pensato ad affrontarti, forse avevo paura di sentirmi dire di essere diventato noioso, è solo ch-»

taehyung premette le labbra sulle sue, zittendo il suo continuo farfugliare senza senso. poi aprì gli occhi e si staccò, sorridendogli.

«sei solo uno stupido.» diede un colpo alla sua fronte facendolo lamentare. «ma lo sai che è anche quello che mi rende pazzo di te.»

«lo fai ancora, mi chiami stupido.» sbuffò jungkook, sorridendo poi. era felice che il maggiore aveva sorvolato sulla cosa velocemente ma - a pensarci bene - lui non poteva farlo.

gliel'avrebbe fatta pagare.

[...]

«prima regola, non devi fare nulla. neanche una minima reazione.» taehyung alzò la testa dal divano, guardandolo confuso.

«ma di che parli?» ma jungkook scosse il capo e gli fece segno di stare in silenzio.

«seconda regola, non devi rispondere a tutto quello che farò.» continuò, avvicinandosi poi al suo orecchio per sussurrare l'ultima. «terza regola. se non riuscirai a seguire le prime due, ti toccherà dormire sul divano.»

poi lo prese per il polso, trascinandolo con se verso il bagno. richiuse la porta e davanti al suo sguardo ancora confuso, si sfilò la felpa e la lasciò cadere lentamente per terra.

«entra in vasca.» gli ordinò e taehyung fece come gli era stato detto.

una volta al suo interno, deglutì alla vista del minore che si lasciava scivolare addosso l'intimo, rimanendo così nudo davanti ai suoi occhi. lo vide immergersi lentamente nell'acqua e raggiungerlo fino a sedersi sulle sue gambe.

taehyung portò subito le mani sui suoi fianchi ma vennero schiaffeggiate e dovette toglierle. «prima ammonizione. non appena arriverai a tre, uscirò e ti lascerò lavarti da solo.»

il maggiore sbuffò. «sei un piccolo diavolo.»

jungkook sorrise e si morse il labbro inferiore, portando il viso nell'incavo del suo collo per lasciare qualche leggero morso sulla sua spalla.

«perchè mi stai punendo in questo modo? sei tu ad essere scappato, dovrei essere io a punirti.»

«hai comunque portato una donna in casa e hai lasciato che jimin ti stringesse sulla moto. non va affatto bene.» sussurrò contro il suo collo, risalendo piano fino alle sue labbra, sfiorandole ma senza baciarle.

taehyung portò istintivamente una mano sulla sua nuca ma jungkook lo rimproverò ancora. «sei a due, te ne manca soltanto una e ti lascerò qui tutto solo.»

«uccidimi piuttosto!» disse in maniera teatrale taehyung, gettando la testa all'indietro e mordendosi l'interno guancia quando sentì l'altro muoversi sul suo bacino.

«sta giu amico, sta giu.» continuò a lamentarsi, parlando con il proprio pene che premeva oramai duro contro le natiche sode del minore.

jungkook rise sottovoce e si avvicinò per mordicchiare la sua bocca carnosa, prendendo poi il suo membro tra le mani per autopenetrarsi.

«la punizione è finita, hyung. fammi quel che vuoi.»

thirty days | taekook ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora