XXVI

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*Grace*

Quella tensione era diventata quasi insostenibile. Non mi ero ancora ripresa dal bacio sul naso in scuderia e ora mi ritrovavo ancora più in trappola.
Rimasi immobile aspettando fosse lui a far qualcosa. Ero terribilmente in imbarazzo e confusa. Ero inesperta su quelle cose, mentre lui sembra sicuro di se.
Nella mia testa volteggiavano innumerevoli domande, mandandomi completamente in tilt.
Poi tutto d'un tratto il cervello smise di funzionare, ed il mio respiro con lui.
Fu il momento in cui le labbra di Noah si posarono sulle mie.

Rimase fermo con la bocca premuta leggermente sulla mia, prendendosi il tempo per capire la mia reazione. In tutta risposta io sposai le mani dalle sue spalle dietro la sua testa, toccandogli i capelli bagnati.
Avevo gli occhi serrati, non sapevo se la cosa gli desse fastidio o altro.
Pian piano il bacio iniziò a nascere, le sue labbra iniziarono a sfiorare ripetutamente le mie, facendole inumidire.
Non capivo più nulla. Lui continuava a sostenermi non spostando di un millimetro le mani dal mio corpo. Mi teneva stretta come se fossi un tesoro prezioso, ed io mi lasciai trascinare dalla passione che sentivo crescere ogni secondo in più che le nostre bocche si toccavano.
D'un tratto, ad accompagnare il bacio, aggiunse gradualmente la lingua. 
La Grace impacciata e complessata fu spodestata improvvisamente da una "normale" ventenne in preda agli ormoni.
E così anch'io, iniziai finalmente a contraccambiare il suo bacio.
Mi sentivo terribilmente impacciata, ma poco alla volta iniziai a capire come funzionasse.
Fu un bacio lungo, carico di emozioni contrastanti tra loro. Sentivo Noah trattenersi. Ogni tanto stringeva leggermente il mio fianco, ma lascia subito la presa, come se fosse una scossa incontrollabile la sua.
A riportarmi con i piedi per terra fu il contatto con la parete della piscina sulla mia schiena.
Non mi ero accorta che durante il bacio ci eravamo spostati dal centro della piscina al bordo.
Ero incastrata tra Noah che mi sovrastava e la parete stessa.
Iniziava ad essere troppo per me. Troppe emozioni per la serata.
Aprii gli occhi e chiusi la bocca, allontanando il viso da quello di Noah.
Riaprì anche lui gli occhi e finimmo per incastrare nuovamente i nostri sguardi tra loro.
Ero sicura di essere rossa in viso. Lui aveva le labbra leggermente gonfie ed il respiro accelerato.
Lo guardavo, bello come un dio dell'Olimpo.
Ma cosa avevo fatto? Avevo appena baciato il mio carceriere.
Il panico mi calò addosso, iniziando a sentirmi in trappola.
Nell'ultimo periodo tra di noi le cose sembravano aver preso una piega positiva, ma la sua opinione su di me non era cambiata. Io non ero un'amica, ero ancora l'effetto collaterale di un loro errore.
Non ero nemmeno la donna con i capelli rossi che avevo visto al suo fianco al galà...poteva avere chiunque, non dovevo pensare di essere qualcosa di più di un nuovo giocattolo per lui.
Noah era un predatore ed io ero cascata nella sua trappola.
"Io...scusa è meglio uscire adesso." Gli dissi, per poi arrampicarmi sul bordo ed uscire dalla piscina.
Cercai qualcosa con cui asciugarmi e tenermi coperta il più possibile ai suoi occhi.
"Grace..." Mi arrivò alle spalle lui. Non mi voltai e continuai a cercare nello scaffale vicino alle docce.
"Grace...ei guardami..." stavolta mi sfiorò un braccio. Dopo un lungo sospiro decisi di girarmi a guardarlo in faccia.
"Se ho esagerato...se ho fatto qualcosa che non dovevo io..." Si stava scusando per il bacio. L'avevamo voluto entrambi, solo non per gli stessi motivi.
"No, volevo...io insomma..." non volevo risultare ridicola proprio a lui.
"Ei G, spiegami ti prego. Non voglio che scappi da me dopo...una cosa così...ti prego." Mi afferò le mani nelle sue, abbassandosi leggermente per arrivare alla stessa altezza del mio viso.
Le goccioline di acqua che gli rigavano il viso, i capelli tirati indietro e più mossi del solito. La mia concentrazione vacillava parecchio.
Presi coraggio e provai a spiegarmi.
"È solo che...Noah io non sono una...Io non...non sono esperta in niente di queste cose, è stato il mio primo bacio e..."
"Era il tuo primo bacio?" Mi chiese sorpreso sorridendo.
Mi sentii derisa, abbassai lo sguardo ed annuii leggermente.
Mi portò con estrema delicatezza le mani sulle guance e mi costrinse a guardarlo dritto in faccia.
"Ei, fiocco di neve, guardami." Una delle sue mani si fermò sulla mia guancia, mentre con l'altra spostava le ciocche bagnate dal mio viso dietro all'orecchio.
"Lo so che non sei come le altre."
Mi sorprese.
Lo guardai con un enorme punto interrogativo in viso. Non capivo.
"Grace, fidati, so che è difficile e paradossale chiedertelo, ma provaci, come ti sei fidata prima in acqua."
Mi aveva tenuta a galla senza mai lasciarmi, come mi aveva promesso.
Non bastava di certo per far sì che io mi fidassi di lui.
Ero costantemente in guerra con me stessa per la situazione in cui mi trovavo. Stavo instaurando rapporti con assassini, nonché miei rapitori.
Eppure mi avevano trattata meglio di quanti alcuni legami di sangue avessero fatto in passato.
"Andiamo a fare una doccia calda prima che ti ammali ancora per causa mia." Disse adagiandomi un enorme accappatoio bianco in spugna sulle spalle.
Arrivammo davanti alla porta di camera mia, dopo un tragitto di sguardi e di silenzi assordanti.
Ci eravamo baciati ed era finita lì, magari avevo solo travisato io.
Aprii la porta della mia camera e feci per entrarci, quando lui mi arpionò il polso tirandomi verso di lui. Mi schiantai sul suo enorme petto massiccio, ancora nudo, visto che la sua maglietta era addosso a me.
Mi spostò una mano dietro la testa e con l'altra scese fino a metà schiena. Mi ritrovai col volto appoggiato ad i suoi pettorali ancora umidi. Sollevai le mani e le misi ai lati del mio viso, appoggiandole alla sua pelle. Mi stava abbracciando. Sentii poi le sue labbra sulla mia fronte, dove scoccò un piccolo bacio. A quel contatto spostai il viso dal suo petto, alzandolo per vedere i suoi occhi. Con la bocca scese sulla punta del naso e lasciò un altro bacio anche li. Io rimasi ferma, sicura che potesse sentire perfettamente il mio cuore battere all'impazzata.
Il suo percorso prevedeva come ultima tappa le mie labbra, dove lasciò anche lì un leggero bacio a stampo.
"Buonanotte piccola G." Mi disse liberandomi dalla sua presa.
"Buonanotte." Risposi semplicemente io, ancora spiazzata e probabilmente mezza in trans.

Be like Snow: beautiful but cold.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora