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*Grace*

Il freddo era arrivato a colpire il mese di dicembre, in ritardo, ma era comunque arrivato.
Insieme a Jace passeggiavo per le corsie del piccolo negozietto del paese.
Mi aveva chiesto di accompagnarlo in maniera schiva, quasi stesse nascondendo qualcosa.
Avevo pensato che dall'arrivo di Noah le cose erano cambiate così tanto che magari soffrisse il distacco da me, ma non poteva essere una cosa così.
C'era qualcosa che lo turbava e Noah non ne sapeva nulla.
Camminavamo parlando del più e del meno, alternando quelle parole a momenti di silenzio.
Ne approfittai per comprarmi qualche maglione nuovo, le temperature erano come precipitate e la mia pancia mi faceva andar stretta ogni cosa avessi nell'armadio, tanto che avevo iniziato a prendere in prestito maglie e maglioni di Noah, rendendolo il più felice al mondo.

"Pensavo..." richiamò la mia attenzione Jace.
"Pensavi..." Lo sollecitai a continuare, facendogli un cenno col capo.
"Ecco vedi..." Ci stava girando in torno da troppo.
"Senti Jace, vuoi dirmi cosa c'è che non va? Ti ho fatto qualcosa?" Gli dissi, desiderosa di sapere se il suo malumore fosse a causa mia.
"Tu? No ma che dici! Scherzi?!" Rispose gesticolando e arricciando il naso contrariato.
"E allora si può sapere cos'è che ti turba? Sei così nervoso ultimamente!" Eruttai.
Mi agitava non saperlo sereno.
Si era dedicato tanto a me e anche a Mia, volevo esserci anche io per lui come lui c'era sempre stato per me.
"Grace il fatto è che...sai Hellen..." Hellen.
Oh cazzo.
"L'HAI MESSA INCINTA?" Sputai a voce alta.
Sgranò gli occhi e mi incitò ad abbassare la voce, per poi trascinarmi in un'altra corsia lontano dagli occhi dei clienti che si erano girati a guardarci.
"Tu sei pazza! No non è incinta." Confessò quasi bisbigliando.
"E allora cosa c'è che non va? Mi sembravi felice con lei no?"
Li vedevo bene e soprattutto li sentivo, spesso.
I muri della nostra casa erano spessi, ma non tanto da contenere i rumori del letto che sbatteva contro la parete della camera di Jace.
Ero contenta per lui, lo avevo visto finalmente felice e rilassato, in contrasto col Jace di quelle ultime settimane invece.
Hellen era pane e burro, innamorata persa di lui.
Non lo vedeva tutto.
Uscivano spesso e spesso si fermava da noi a dormire. Avevamo fatto cene e pranzi insieme, durante i quali si erano scambiati baci tranquillamente, ma non l'aveva mai presentata come la sua fidanzata.
Jace era sicuramente strano, ma io come potevo giudicarlo se ero sulla sua stessa linea d'onda.
Lui la guardava come se fosse una pietra preziosa dal valore inestimabile. Temeva a sfiorarla, lo capivo dalla gentilezza con la quale le spostava i capelli dalla schiena. La amava, ne ero sicura, a modo suo ovviamente, ma la amava.

"Cosa succede Jace insomma? Mi stai facendo uscire pazza." Sbuffai.
Lui alzò gli occhi al cielo e poi si portò una mano nella tasca del giaccone.
Quando la tirò fuori custodiva al suo interno una piccola scatolina in velluto bordeaux. Lo guardai curiosa e sorpresa allo stesso tempo.
"Vedi.." Iniziò ad ingoiare la saliva rumorosamente. Poi aprì la scatolina, mettendo in mostra il bellissimo e semplicissimo anello d'oro, con un piccolo diamantino al centro.
Mi cadde la mascella.
Rimasi senza parole.
Dopo svariati minuti portai gli occhi già lucidi nei suoi, chiedendogli di parlare.
"Io la amo Grace. La amo come non ho mai amato nessuno. Voglio lei, per sempre."
Scoppiai a piangere, per l'emozione.
Piansi perché quel ragazzo che mi aveva fatto da fratello e da migliore amico finalmente aveva trovato la felicità.
"Cristo Grace, non piangere, scusami non volevo." Mi disse attirandomi tra le sue braccia.
"Sono così felice per te." Gli bisbigliai nell'orecchio.
Si allontanò di poco, giusto per guardarmi in faccia.
"Dici che è giusto farlo?" Mi chiese.
Era nervoso per quello.
Stava prendendo una delle scelte più importanti della sua vita, ora capivo il suo stato d'animo di quei giorni.
"Se è lei che ami certo che è la cosa giusta." Gli dissi sorridendogli.
"Ho così paura, non ho mai provato nulla di simile." Ammise finalmente.
Lo capivo, l'amore faceva paura.
"Jace, è normale. Sono sicura che andrà tutto bene." Gli dissi, non sapendo come articolare un qualsiasi discorso più complesso, ancora annebbiata da tutte quelle emozioni.

Be like Snow: beautiful but cold.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora