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*Noah*

Più giravo per questo posto più mi ripetevo quanto cieco fossi stato negli ultimi tre mesi.
Potevo capirlo prima che si sarebbe nascosta in un luogo così, disperso nel verde delle praterie.
Un luogo vergine, puro come lo era lei.
Me l'aveva fatto capire più di una volta che ciò che desiderava di più dalla vita era sentirsi libera.
Dovevo capirlo.
Mi resi conto che per quanto la conoscessi bene, non mi ero mai curato di ciò che desiderava. L'avevo costretta ad una vita che non voleva fare, senza chiedere mai a lei cosa desiderasse realmente.
Aveva vissuto innumerevoli vite prima di incrociare il mio cammino, ed io non ero stato in grado di renderla felice, se non apparentemente.
Eravamo arrivati in una cittadina che il navigatore dell'auto non riusciva a tracciare.
Non era stato facile arrivare fino a quel punto.
Avevo riscosso innumerevoli favori per avere le informazioni che mi occorrevano.
Prima di tutto avevo chiesto al capo della polizia di rintracciare gli assistenti sociali che si occuparono del caso di Jace, facendolo entrare nel database ufficiale di stato.
Avevamo poi fatto visita al centro assistenziale che si occupi del trasferimento del biondo alla cascina Stella in Montana.
Non fui certo che li avremmo trovati li fin quando non ci arrivai fisicamente.
Era il genere di posto perfetto per Grace.

Ero assorto nei miei pensieri, cosa le avrei detto, come avrebbe reagito, il pugno in faccia a Jace...
"Cazzo ma siamo in un buco di culo qua!" Ad interrompere i miei pensieri Ares.
"Cerca di non attirare troppo l'attenzione." Lo esortò Aron, tirandogli una piccola spallata.
Eravamo in pieno autunno e qua si crepava di caldo, cosa che lo rendeva particolarmente suscettibile.
Non eravamo passati inosservati nella cittadina.
Non potevo dargli torto. Appena sceso dall'aereo avevo commissionato un pic-up nuovo nero fiammante ad un socio della zona.
Non avevo intenzione di nascondermi in quel posto, volevo che lei sapesse che stavo arrivando a prenderla.
"Dove cazzo dobbiamo andare insomma?!"
Ci eravamo persi per i campi almeno tre volte.
Era una piccola cittadina, ma si distribuiva su grandi pezzi di terreno.
"Chiediamo?" Disse Aron all'improvviso.
"Ottima idea, magari gli mostriamo anche una foto così pensano che siamo venuti con cattive intenzioni!" Gli risposi io, ricominciando a parlare.
Sembravamo malavitosi, esattamente ciò che eravamo.
Se Jace e Grace erano ancora lì, voleva dire che si erano ben integrati in questa comunità, e capivo perfettamente che noi tre forestieri non eravamo rassicuranti per niente.
"Basta mi son rotto il cazzo." Esplode improvvisamente Ares, precipitandosi sotto uno dei portici adiacenti alla stradina.
"Ma che cazzo.." Riuscii a dire prima ancora di fermarlo.
"Mi scusi..." Richiamò l'attenzione della fruttivendola che non aveva ancora smesso di fissarci da quando eravamo scesi dall'auto.
"Salve signora, scusi il disturbo ma devo chiederle un'indicazione." Disse con voce angelica.
Il suo viso da bravo ragazzo ci salvava spesso nelle situazioni opportune, la maschera che copriva il volto del diavolo.
"Se posso aiutare." Disse la signora, spostando lo sguardo da lui a me, ferma e dura.
"Dovremmo andare alla cascina Stella, ci aspettano dei nostri amici." Disse repentino, gesticolando per far sembrare il tutto molto veritiero.
"Siete amici dei Thomson?" Disse la signora investigatrice, forse più curiosa che preoccupata.
Fingevano di essere coniugi?
Stavano realmente insieme?
La rabbia iniziò a scorrermi nelle vene, costringendomi a stringere i pugni.
"Sii, proprio loro! Il fatto è che non siamo della zona e continuiamo a girare in tondo da ore."
Riprese Ares, volenteroso di cogliere informazioni.
"Oh ma certo, è difficile orientarsi qua se non si è del posto! Dovete uscire dalla strada principale..."
La signora diede ai ragazzi le indicazioni che cercavamo, io nel mentre mi allontanai per cercare di far riprendere al mio cuore un ritmo normale.
Pompava sangue tanto quanto ammontava la rabbia dentro di me.
I Thomson.
Avrei ammazzato Jace e fatto vivere a lei il peggiore dei suoi incubi.
Avevo sempre sospettato di loro due, sempre.
Mi avevano raggirato, mentito, ingannato.
Un Silva si vendica con il sangue.
"Quella vecchietta è logorroica, non mi smollava più!" Disse Ares, infastidendomi.
"Si vede che vedono passare solo mucche da queste parti, si sarà emozionata a vedere un manzo come te." Sghignazzò Aron, prendendolo in giro.
Non avevo voglia di ridere, il mio entusiasmo si era trasformato in fastidio e nervoso.
"Muoviamoci! Dove dobbiamo andare?" Dissi, prendendo le chiavi dell'enorme bolide ormai sporco di polvere.
"Guido io Noah, ha spiegato a me la strada." Disse Ares, cercando di togliermi le chiavi di mano.
Lo scansai con una spallata, mettendomi al posto del guidatore.
"Ma che cazzo ti prende ora? Eri tranquillo fino a poco fa." Esplose Aron sorprendendomi.
Non era uno che cercava guai, ci si ritrovava spesso per colpa del suo socio, ma era abbastanza intelligente per non cercarne in prima persona.
Alzare la voce con me non era decisamente un'idea intelligente.
"Voglio trovarli." Risposi semplicemente.
Avevano capito che mi ero innervosito, avevano capito che si sarebbe scatenato l'inferno di lì a poco.
Finalmente si decisero a salire e mi navigarono fino a destinazione.

Be like Snow: beautiful but cold.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora