Marth

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Momento: conclusione prologo IV, quando capiamo che essere cacciato dalla propria patria a 14
anni non fa meraviglie per la sanità mentale

Se è vero che le onde del mare devono cullare il sonno, allora stanno facendo un pessimo lavoro. Marth vorrebbe soltanto addormentarsi e perdere conoscenza. Magari così tutte le immagini e le visioni di casa sua in fiamme, di sua madre ed Elice fatte prigioniere, o peggio, sgozzate come maiali al macello, si dissiperebbero dalla sua testa.

Con una mano raggiunge il metallo della propria coroncina e accoglie con la pelle la sensazione del freddo. Quasi può percepire nel vento le accuse degli Altei.

Perché ci hai abbandonati?

Un principe dovrebbe rimanere a proteggere il suo regno!

Stai scappando dai tuoi doveri!

Hanno ragione. Hanno maledettamente ragione: sarebbe dovuto rimanere lui, non Elice, a cercare sua madre, lui sarebbe dovuto restare per confortare i sudditi di cui è responsabile!

È l'erede al trono, per amor di Naga! L'erede al trono di un regno che ha appena perso il proprio sovrano! Cosa diavolo ci fa su un vascello in rotta verso un'isola sperduta nel mare?! Devono tornare indietro, INDIETRO!

In quel momento, il cigolio del legno lo spinge a sottrarre il proprio volto dal buio dell'incavo tra petto e ginocchia. Sopra le tenebre, si materializzano nel suo campo visivo due piedi bardati in un'armatura magenta.

«Guardate, sire: Altea si fa più sempre più piccola all'orizzonte.» cerca di parlargli Jagen, sporgendosi sul corrimano.

È evidente che anche il suo fedele vassallo sta cercando di distoglierlo dai pensieri negativi; ma nemmeno questo è d'aiuto.

«Codardo.» si dice da solo, unghie conficcate nei palmi delle mani, premute così in profondità che avrebbero potuto macchiarsi di sangue.

Jagen, sguardo timoroso, domanda che cosa abbia appena detto e con passo malfermo, il principe di Altea si alza in piedi e urla: «Sono un codardo! Incapace di salvare mia sorella, incapace di sanare le ferite del mio regno, incapace di alleviare le paure della mia gente!»

Così tanta gente patirà a causa sua, a causa sua e della sua codardia. Marth riesce già a vedere le esecuzioni pubbliche di Elice e la loro madre, sente lo strascico delle catene che obbligheranno alla servitù verso un crudele padrone, odora il tanfo del sangue di Frey al patibolo, pregusta la fame dei sudditi che dovranno consegnare il loro raccolto a Gra e i suoi meschini soldati razziatori.

«Era la nostra unica possibilità, sire. Ma, certamente, un giorno correggerete la situazione...» Jagen tenta ancora una volta di rassicurarlo, ma lui non ci crede.

Marth quasi irride l'idea stessa: Frey si è sacrificato per salvarli tutti. È morto e non tornerà mai più in vita. Magari i loro inseguitori l'hanno pure lasciato insepolto, preda facile per uccelli e cani selvatici.

Come può correggere una situazione del genere?

«"Certamente"? Perché parole di una tale fermezza non trasmettono la certezza che dovrebbero?» dice amareggiato, fermando la mano sul fermaglio del proprio mantello, afferrandolo con una stretta d'acciaio.

Ma poi, qualcosa cambia. Ricorda il tempo passato in cui Frey si era occupato dei suoi allenamenti con la spada insieme agli altri vassalli. Ricorda i pomeriggi passati in giochi con Merric ed Elice. Ricorda le letture di romanzi con sua madre. Ricorda il calore con cui i suoi sudditi lo accoglievano durante le celebrazioni.

La rabbia inizia a montare dentro di lui: «Non certamente, Jagen. Decisamente.»

Gra pagherà. Si allenerà con ancora più foga di prima e strapperà loro il trono che gli spetta di diritto. Libererà il suo popolo, fosse anche l'ultima azione della sua vita! Non lascerà che il tesoro che ha più a cuore di tutti diventi la serva di traditori e assassini.

Gra pagherà.

«Gra sconterà la pena dei suoi crimini. - sibila Marth, come il pugnale che ha colpito suo padre voltato di spalle, pugni tremolanti e colmi d'ira ai suoi fianchi - Ma oggi, lascia che sprofondi nel dolore, lascia che percepisca sulla mia pelle ogni colpo che vuole farmi incassare. Non voglio mai dimenticare.»

Morte e crudeltà hanno partorito due figli: il sano desiderio di vendetta e il bisogno di portarla a termine. Affinerà l'arte della spada, cosicché nessun mostro potrà mai più sopraffarlo: sarà degno di quella corona che gli grava sulla testa.

Il vassallo cerca di richiamarlo all'attenzione, ma Marth non ascolta e sposta lo sguardo verso la costa altea, quasi del tutto inghiottita dalle onde.

«Tornerò, Altea! Un giorno il tuo principe tornerà da te!»

I quattro venti raccolgono le sue parole e le disperdono nelle varie zone del continente. Poi, non
riconosce più i dintorni: un velo di lacrime copre completamente la sua visione.

Angolo Autore

I lived, b*tch! O, in altre parole, chi non muore si rivede!

"Come mai tutta 'sta assenza?" chiederete e in realtà il motivo molto semplice: la mia beta reader è stata colta da impegni molto importanti, quindi non ho pubblicato nessuna storia per darle il tempo, beh, di svolgere i lavori veramente importanti di questo mondo.

E, a proposito, grazie mille come al solito a giulia_caesar che senza di lei non avreste nessuna di questi piccoli concentrati di angst.

Allora, parliamo un po' del soggetto di questa prima novella: Marth. Innanzitutto, menomale che esiste il prologo di Shadow Dragon, altrimenti mi sarei già ritrovato in crisi per cosa scrivere sul lord alteo, perché, siamo sinceri, non è tutto 'sto gran popò di personaggio, ancor di più quando si gioca la versione NES dei suoi titoli. In questo senso, il remake, che ci mostra la fuga del principino dalla sua nazione invasa da quelli che considerava alleati, è stato una manna dal cielo.

Ora, non c'è in realtà molto da dire su questa novella, che è semplice e comprensibile e un po' banale (come Marth, a conti fatti): l'unica cosa di nota è che ho scelto Frey come il sacrificio del prologo di FE11, come dice il canon del sequel del remake, New Mystery of The Emblem.

Di conseguenza, userò la prima novella un po' per stabilire alcuni standard che potrete aspettarvi nei successivi capitoli:

-Intanto, avete avuto un primo assaggio del mio umorismo nero nella descrizione contestuale dell'evento e credetemi questo è nulla in confronto ad altri titoletti delle future drabble (ma ditemi se a volte sono stato eccessivo)

-Poiché stiamo parlando di eventi chiave di ciascun gioco, le fic saranno più criptiche del solito perché si prevede che voi conosciate gli eventi del gioco in questione (anche perché i miei angoli autore non intendono tenervi per mano come prima); ciò detto, anche gli ignoranti in materia possono leggere... ma si ricordi che ogni novella contiene spoiler pesanti, come ho già avvisato nella prefazione

-Shadow Dragon è uno dei giochi della saga che ho effettivamente giocato; arriveremo più tardi a quelli in cui ho dovuto e dovrò fare ricerche molto più estese

-Oltre ad alcune libertà sulla traduzione (come vi ho detto, mi sto basando sul copione inglese), mi sono arrogato anche il diritto di interpretare la sceneggiatura delle conversazioni, visto che perlopiù sono momenti che vengono raccontati ai giocatori tramite schermate di dialogo; così tutto sarà molto più drammatico

-Preparatevi a un sacco di padri morti. E madri. E cugini. Insomma, le famiglie qui in Fire Emblem hanno da crepare

Va bene, per questo primo capitolo direi che ho detto tutto. Adesso, per quanto riguarda i miei piani futuri, la mia beta reader ha corretto le cinque novelle che ho scritto finora, dunque partirò caricando queste, che avranno già ben più carne al fuoco di... *ugh* Marth.
(Non lo odio, sia chiaro, è solo che come protagonista è proprio senza infamia e senza lode.)

Molto bene, gente, ho detto tutto. Al prossimo capitolo! (^_^)

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