Roy

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Momento: Conclusione capitolo 24, quando un quindicenne ha una leggera, leggera, crisi di nervi perché
forse, fors,e il Misantropus Maximus non aveva tutti i torti.

Dedicato a Ice_Shynchron0115

Non sa quando è iniziato, ma crede di aver cominciato ad odiare suo padre.

No, no, "odiare" è un termine troppo estremo. Ma prova risentimento, questo è certo.

Perché non dovrebbe essere lui a guidare quell'esercito, non quando è ancora inesperto, non quando le sue uniche esperienze precedenti da condottiero sono le battaglie simulate sotto l'attento controllo di Cecilia.

Ed è stupido, ne è perfettamente consapevole, perché non è che suo padre volesse nulla di tutto questo: aveva soltanto bisogno di qualcuno che facesse le sue veci a causa della malattia e non poteva di certo immaginare che Lord Hector sarebbe morto.

Non può però dire che i suoi pensieri siano altrettanto compassionevoli verso gli altri nobili di Lycia o le
autorità di Etruria. Davvero, a nessuno è venuto in mente che lasciare alle redini un ragazzino fosse un rischio troppo grande per questa guerra

Certo, supponendo che non fosse in realtà una mossa propagandistica ben studiata: Alan gli aveva detto, una volta, che la sua normalità riusciva ad attirare le simpatie della gente comune e ad ispirare tutti all'auto-miglioramento.

Un complimento, indubbiamente, ma non riesce a non chiedersi, di conseguenza: è per caso una marionetta? Un'icona sacra da essere contrapposta al Re Zephiel? Il giovane dai nobili ideali contro il monarca depravato e inumano?

Odia questi sussurri nella testa, li odia dal profondo del cuore, perché sono sempre accompagnati da quella frase: "Gelosia. Odio. Avidità. Finché gli umani saranno al comando, finché gli umani governeranno, finché gli umani esisteranno... questa pazzia non avrà mai fine."

Aveva rigettato quelle parole con fermezza, aveva gridato orgogliosamente che credeva nella bontà degli uomini.

E ora?

"Quindi tutto il male avvenuto fu a causa nostra? Sospettavo che voi umani la pensaste così."

Come ha fatto a non capirlo prima? Eppure era sempre lì, la verità, a fissarlo dritto negli occhi. Aveva pure chiesto a Cecilia, anni fa, come erano iniziate le ostilità tra draghi e uomini. Lei aveva scosso la testa, ripetendo quel che era scritto su pagine sbiadite: "Le ragioni si persero nelle sabbie del tempo."

Eppure, tutti i racconti erano concordi su un fatto: erano stati gli uomini a iniziare.

Fa quasi ridere. Che senso ha ammetterlo, se vuoi far passare la tua razza come un popolo di eroi e salvatori? Però...

"Ne deduco che Hartmut sapesse un poco sul drago diabolico. Ma poi, vedendolo nella forma di Idunn, di una bambina, deve aver provato pietà."

Era davvero pietà? Non poteva essere invece superbia? Un'ostentata misericordia per potersi arrogare la superiorità morale? O forse, senso di colpa?

Quella guerra era chiamata "Lo Sterminio", dopotutto. Non un nome lusingante, di certo.

Jahn aveva raccontato tutto con distacco, come se non lo riguardasse, e aveva ripetuto più volte come le
emozioni non sono proprie dei draghi.

Non ci crede. Non ci crede nemmeno per un secondo. Perché se davvero così fosse, Fae, un Drago Divino, più purosangue dei purosangue, non sarebbe qui, davanti a lui, tremante e con gli occhioni lucidi e spaventata, a chiedere conforto.

E vorresti solo affogare | Fire Emblem AnthologyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora