Micaiah

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Momento: conclusione Parte III Capitolo 12, quando una squinzia sta per fare flambé un intero plotone di pegasi, ma viene fermata da un altro pennuto che le vuole ammazzare il fratello onorario

Non doveva andare così. Procedeva tutto liscio fino a un secondo fa, quindi perché adesso?

Non si era nemmeno accorta dell'arrivo del Re dei Falchi, ma ora è lì, davanti e sopra di lei. E la sua mano si stringe sul collo di Sothe.

《Non muovetevi. Se vedo anche uno solo di voi scoccare una freccia, il ragazzino fa un volo nel vuoto.》

La voce del laguz è tonante, come un editto proveniente da un dio, ma nessun beorc di Daein accetterebbe mai quell'ordine, non da un "semiumano".

Ma lei non è come loro.

《Sothe! No, vi prego! Soldati, abbassate le armi! Ora!》

Brusii confusi e attoniti si levano tutti attorno a lei, mentre eseguono l'ordine. Non possono capire, il loro orgoglio non gli permette di capire; ma lei non intende sacrificare Sothe. Nessuno, ma specialmente non Sothe.

La voce di Tauroneo dietro di lei le giunge come un sospiro colmo di disperazione:《Il generale Ike ci ha raggiunti. Abbiamo fallito.》

Un paio di passi pesanti segue quell'affermazione. Micaiah si volta ma la luce del sole dietro il corpo possente del famigerato Ike le impedisce di vederne l'aspetto, ma solo la sagoma.

《Micaiah di Daein, ascoltami molto, molto attentamente.》 esordisce lui, puntando la sua gigantesca spada nella sua direzione.

Non è una voce che ammette repliche: è brutale nella sua schiettezza, apparentemente neutra, ma poggiata su un profondo strato di insofferenza, di rabbia.

Questo è l'uomo che Sothe tanto adora? Ancora non capisce cosa ci veda in lui.

Eppure alla sua apparizione, negli occhi del suo fedele protettore intravede un guizzo, un barlume di speranza, quasi di entusiasmo. Anche ora che è sospeso in aria e respira a fatica per la stretta sul collo.

Ciò la fa solo infuriare di più.

《Digli di lasciare andare Sothe!》 urla, un urlo fin troppo vicino a uno strillo, che leva qualche altro brusio tra i suoi uomini.

Il suo cipiglio si fa ancora più minaccioso:《Scordatelo. Vi sto offrendo una possibilità. Arrendetevi ora e tornatevene a Daein, oppure restate qui a combatterci e a morire.》

Micaiah lo odia. Questa sua presunzione, questo sua metodica freddezza... non sa niente, eppure pretende di ordinare loro cosa fare. Il tutto mentre un suo caro ex-compagno di lotta ciondola tra la vita e la morte.

Non è un eroe, non qui, non per Daein. Non per lei.

Guarda i soldati: c'è chi si è accovacciato sul terriccio, chi ha ancora la mano posata sulla propria arma, chi ha fissato uno sguardo di acre disprezzo verso il generale Ike e la sua scorta di laguz.

E poi nella sua mente, come in una delle sue visioni, vede un'immagine sbiadita dei loro corpi senza vita che riempiono le strade di Nevassa.

《Non possiamo. Non ci ritireremo né tratteremo con voi. A dispetto di quel che voi crediate, la nostra unica opzione è lottare.》sillaba lei, mentre una saliva dal sapore di veleno e terra le scivola dal palato alla gola.

E vorresti solo affogare | Fire Emblem AnthologyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora