Capitolo 11

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𝑪𝒂𝒓𝒐 𝒅𝒊𝒂𝒓𝒊𝒐,
𝑶𝒈𝒈𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒊𝒏 𝒗𝒆𝒏𝒂 𝒅𝒊 𝒄𝒊𝒕𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊.

"𝑯𝒐 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒑𝒆𝒏𝒔𝒂𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒈𝒈𝒊𝒐𝒓 𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂 𝒇𝒐𝒔𝒔𝒆 𝒓𝒊𝒎𝒂𝒏𝒆𝒓𝒆 𝒔𝒐𝒍𝒊. 𝑵𝒐𝒏 𝒍𝒐 è. 𝑳𝒂 𝒑𝒆𝒈𝒈𝒊𝒐𝒓 𝒄𝒐𝒔𝒂 è 𝒔𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒏 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒕𝒊 𝒇𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒔𝒆𝒏𝒕𝒊𝒓𝒆 𝒔𝒐𝒍𝒐."
— 𝑹𝒐𝒃𝒊𝒏 𝑾𝒊𝒍𝒍𝒊𝒂𝒎𝒔.

– sʜᴏᴛᴏ
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«Cosa diavolo ci fa lui qui?»

Furono queste le parole che, automaticamente, uscirono dalla mia bocca, appena mio padre fece ingresso nella mia stanza di ospedale.

«Sono davvero deluso.» tuonò «non solo vengo ora a scoprire che mio figlio, piuttosto che cercare un donatore preferisce morire e se ne frega nelle sue condizioni andando a fare baldoria, ma, vengo a scoprire da tua sorella, che sei frocio!»

«Frocio? Davvero nel 2022 si usa ancora questa espressione?!» subito mi alterai.

«Io la uso. Dio mio Shoto, non ti abbiamo mai fatto mancare nulla, perché ci fai questo?»

«Noi? Noi chi se tu non ci sei mai stato!»

«Sono comunque tuo padre. E non usare quel tono con me!»

«Io uso il tono che voglio con chi cazzo mi pare.» dissi in modo acido.

«Tu non sei mio figlio. Shoto non si comporterebbe mai così.»

«Shoto é cambiato. Perché ha capito che vivere i suoi ultimi attimi di vita a prenderlo nel culo da tutti non era quello che voleva.» distolsi lo sguardo.

«E invece a quanto pare ti piace. Perché? Perché non ti piacciono le donne come a tutte i ragazzi normali?»

«Ragazzi normali, sul serio? La leucemia è una malattia, Enji, non l'omosessualità.»

«Non posso accettare che si vada in giro a dire che mio figlio é- un finocchio.» sbuffò.

«A me non importa. Che dicano quello che vogliono.» incrociai le braccia «a me piacciono i maschi e, non cambierò solo perché lo dici tu o perché alla gente fa schifo.»

«No, non te lo permetto. Tu sei da manicomio.»

«Ma ti senti quando parli? Non ti fai schifo da solo?»

«No, perché ho ragione. Appena uscirai da questo posto andremo a cercarti una ragazza.»

Restai un attimo in silenzio, guardando le altre persone presenti nella stanza. Mia sorella, si tratteneva dal non piangere, allo stesso modo, Touya si tratteneva dal non prenderlo a cazzotti. Mentre Midoriya era semplicemente a disagio. Eppure riusciva a mantenere un espressione quasi tranquilla anche in questi casi.

«Sai cosa penso del tuo giudizio?» attirai Izuku a me, prendendolo dal colletto della camicia e senza pensarci due volte posai le mie labbra sulle sue.

Sgranò gli occhi e arrossì ma non ricambiò il bacio. In quella frazione di secondo ricordai un dettaglio di ieri sera.
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«Se provi davvero qualcosa per me baciami.»

«Non voglio. Se un giorno dovessi mai baciarti, vorrei che tu fossi sobrio e che lo voglia per davvero.»
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Hikari are; Todobaku [revisionata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora